Un’immagine che nasconde un tranello per gli occhi di chi l’osserva. Un esempio classico di illusione ottica.
Vedere la realtà, significa percepire qualcosa con gli occhi, quindi con il nostro apparato visivo. Ma a volte alcune caratteristiche delle immagini che vediamo ci ingannano, ci danno impressioni del tutto irreali. Infatti con le illusioni ottiche vediamo qualcosa che è non presente o con una percezione scorretta di qualcosa che nella realtà è diversa.

Si tratta di un principio che ha affascinato artisti e pensatori fin dall’antichità. Nella pittura le illusioni ottiche non mancano e sono spesso utilizzate a fine simbolici. Un esempio molto noto dell’uso dell’illusione ottica nell’arte è dato dalle opere di Escher. Quella che vediamo invece è un’illusione molto discussa e diffusa, creata da uno psicologo agli inizi degli anni Novanta, nota come l’elefante impossibile.
L’illusione dell’elefante, di cosa si tratta
Tutti sanno che un elefante ha quattro zampe, ma contare quelle dell’immagine è molto difficile e confonde del tutto l’osservatore. Anche osservando con attenzione il disegno è arduo dire quali siano le zampe vere e quali sia il loro numero. Perché il risultato sembra cambiare a ogni osservazione.
Le zampe dell’animale variano a seconda del punto di vista e soprattutto del particolare su cui ci si sofferma. L’unica certa sembra essere quella posteriore di sinistra, ma per le altre una identificazione certa appare complicata. Ma perché questa illusione? Occhi e cervello di chi osserva il disegno sono confusi dalla distorsione dello spazio dimensionale.

L’elefante disegnato non può essere escluso completamente dallo sfondo, alcune parti dell’elefante (le sue zampe) diventano lo sfondo e viceversa. Questo confonde l’osservatore che non riesce a dare una spiegazione al fenomeno ottico. Un elefante con otto zampe o con cinque? In realtà le zampe del disegno presentano delle differenze: alcune sono intere ad altre manca la parte inferiore.
In questo modo è difficile per il cervello dell’osservatore distinguere l’oggetto disegnato dal suo sfondo, creando così una potente illusione ottica e cognitiva. Come si risolve questo inganno percettivo e cognitivo? Molto semplice, se si copre la parte inferiore dell’animale disegnato, gli arti torneranno magicamente quattro. Cioè il numero di zampe che deve avere un elefante.
Così facendo si distinguono le zampe vere da quelle finte e il disegno riacquista tutta la sua realtà. La percentuale di coloro che non si lasciano ingannare da questa illusione ottica è molto bassa. Secondo gli studiosi solo l’1 per cento degli osservatori coglie immediatamente le zampe giuste. E voi siete tra gli osservatori più acuti?