Cesare Pavese ha scritto una poesia, bellissima, sulla ‘scomparsa’ della donna amata: le parole del poeta fanno rumore nell’anima.
La poesia è una forma d’arte che è stata tramandata nei secoli da numerosi poeti, cantori della vita, dell’amore, dell’amicizia e di tutti i sentimenti che fanno parte dell’esistenza. Poeti che hanno saputo raccontare attraverso parole riportate in versi sensazioni che hanno vissuto o che stavano vivendo in quel determinato momento. Ma spesso, con la loro voce e nei propri scritti, hanno voluto riportare le sensazioni altrui.

Ancora oggi questa figura è diffusa, seppur in maniera meno forte rispetto al passato. Infatti sono tante le persone che attualmente possono essere distinte con questo termine. Tra i poeti e scrittori più famosi dobbiamo qui citare Cesare Pavese, che ha fatto della sua vita un’opera. Ha scritto numerosi testi, che hanno avuto un enorme impatto nella storia della letteratura italiana. C’è una poesia, in particolare, in cui si ammira la sua penna e il tema della donna lontana si avverte struggente in ogni parola.
Cesare Pavese, la poesia sulla donna lontana: le sue parole spaziano tra amore e dolore per la scomparsa
Cesare Pavese è stato un poeta, uno scrittore, traduttore e critico letterario italiano, che ha lasciato una grande impronta nella letteratura. Ha lavorato e portato a termine numerose raccolte, romanzi, racconti e altrettante poesie. Nei suoi versi è possibile avvertire la bravura della sua penna e la capacità di saper trasportare in parole gli eventi vissuti e le sensazioni, come il dolore, l’amore, la distanza. Oggi riportiamo qui una delle sue poesie più belle.

Sei scomparsa per sempre
nella stagione moribonda
che si matura all’ultimo sole
ed è triste di tutta la dolcezza
dei suoi ultimi doni.
Tu sei stata per me la giovinezza
della vita, adombrata dal terrore
della fine o chissà, della tristezza
del desiderio sazio.
E mi ritorni in cuore
colla calma straziante della terra
che si raccoglie languida nel sole
e gli offre a rattenerlo
per un attimo ancora
tutta la sua bellezza.
Il poeta scrive ‘Sei scomparsa per sempre’ nella raccolta Le febbri di decadenza. In questi versi parla della donna amata, la idealizza, e lascia che lei si intrecci nella stagione presente e nei paesaggi delle Langhe. La figura femminile viene presentata come la giovinezza della sua vita, dove l’ombra del terrore non si allontana. Qui la donna non è solo assente, ma è ‘scomparsa per sempre’, come è evidente soprattutto nella quarta e ultima strofa.
Presto l’ultimo addio
cadrà e la terra morirà di gelo.
Sei sparita non mia
tu che un giorno lontano
l’unica, mi hai amato.
E dovunque tu viva sulla terra
per sempre ormai, per tutta l’esistenza,
nell’agonia autunnale
mi struggerà quest’anima
la tua tristezza bionda.
Cesare dà una sorta di saluto all’amata, l’unica- dice- che l’ha amato. Le dice addio, ed è certo che, la sua assenza, ovunque sia andata, continuerà ad addolorare la sua anima, insieme con la sua tristezza.