16 Luglio 2016 By artevitae

Werner Mantz e la ‘New Vision’

di Annalisa Albuzzi

Originario di Colonia (1901-1983), durante gli anni ’20 affinò nella città natale la propria inclinazione verso la fotografia di architettura, anche grazie alla collaborazione con alcuni architetti (Wilhelm Riphahn e Bruno Paul) in qualche modo legati al razionalismo tedesco.

Considerato da alcuni il precursore dei Becher, da altri l’antesignano di Basilico, sicuramente si distinse per capacità di percepire e rappresentare le strutture nello spazio, uso sapiente delle luci e abilità nella stampa.

Staircase Ursuliner Lyzeum, Cologne 1928 1928, printed 1977 Werner Mantz 1901-1983 Tate Gallery

Le sue immagini, ove grande assente è la presenza umana, sono incredibilmente moderne: composizioni plastiche e razionali caratterizzano le riprese esterne; gli interni ci vengono restituiti con estrema eleganza, ricerca di una sintesi quasi atemporale e con una spiccata preferenza per quei dettagli tanto cari al minimalismo (le scale, ad esempio, affrontate da ogni punto di vista). Non mancano, sempre per rimanere tra i più popolari totem del minimal, i giochi o meglio le illusioni evocate dalle ombre, che contribuiscono a creare un’atmosfera metafisicamente suggestiva.

Mantz si rivela così autentico figlio della sua epoca, rappresentante di spicco di quella ‘New Vision’ d’avanguardia (il minimo comune denominatore di altri maestri quali Paul Strand, Edward Steichen, Alfred Stieglitz, Walker Evans, André Kertész, Margaret BourkeWhite, Man Ray, Berenice Abbott, Maurice Tabard, August Sanders, László Moholy-Nagy, Aleksandr Rodčenko) che, nei primi decenni del ‘900, attraverso una ardita sperimentazione e una strenua ricerca tecnico-concettuale, contribuì – come fu anche per Eugene Atget – a sganciare la pratica fotografica dalla mimesi della pittura o dalla riproduzione asettica della realtà, sdoganandola attraverso la codifica di un proprio statuto e trasformandola in una forma d’arte autonoma e autosufficiente.

Werner Mantz was born in Cologne (1901-1983) where he firstly grew during the 20’s his inclination towards the photography of architecture, thanks also to the cooperation with some architects of that time – Wilhelm Riphahn and Bruno Paul – who were in some way related to the German rationalism. As a precursor of the Bechers and Gabriele Basilico, he definitely shined for the ability to perceive and represent buildings and architectural elements in their surrounding space, for his clever usage of lighting and his ability in printing.

Detail of Kalkerfeld settlement, Cologne 1928 1928, printed 1977 Werner Mantz 1901-1983  Tate Gallery

 

His images, where the human element was totally left aside, are amazingly modern: outdoor captures are plastic and rational compositions; indoor captures are rendered with remarkable elegance and often representing those minimalistic architectural interior elements and details – the staircase as an example, shoted from each possible point of view. Again relating to Minimalism, in his artwork he is playing with shadows as well, recalling those captivating illusions in an evocative and metaphysical vision.

Perfectly fit in his time, Werner Mantz can be effectively considered one of the main representative of the “New Vision” Photography, together with other remarkable Masters such as Paul Strand, Edward Steichen, Alfred Stieglitz, Walker Evans, André Kertész, Margaret Bourke-White, Man Ray, Berenice Abbott, Maurice Tabard, August Sanders, László Moholy-Nagy, Aleksandr Rodčenko. In the first decades of the XX century, those great artist and photographers – plaid a key role in emancipating the Photographical art from painting influences and the mere reproduction of reality, mainly through a constant technical and conceptual research and experimentation – as Eugene Atget also did – giving to Photography the theorical foundation of a concrete and autonomous form of art.

The New Vision: Photography between the World Wars  – Libro monografico e archivio immagini. Per la portata innovativa e il debito che la fotografia moderna, specialmente minimal e d’architettura, ha contratto con queste avanguardie, non sfugga la breve presentazione ‘About the title’; nella sezione ‘Additional resources’, una galleria di 125 immagini, tra le quali alcune di Mantz.

Le immagini di Werner Mantz al MOMA

Le immagini di Werner Mantz alla TATE