L’architettura ‘viva’ di Valérie Karakatsanis
di Alessandra Bettoni
La fotografia d’architettura, nella sua visualizzazione architettonica e urbanistica tradizionale, cede per fortuna, talvolta il passo ad alcune, più ‘artistiche’ inquadrature di città, edifici e paesaggi urbani, a tratti trasfigurati in visioni surrealistiche. Abbiamo oggi una testimonianza di questa intrigante, nuova tendenza fotografica nel lavoro di Valérie Karakatsanis.
Valérie Karakatsanis vive a Parigi. Non ci conosciamo personalmente ma entriamo in contatto con lei ed il suo mondo grazie al miracolo della Rete, ove abbiamo modo di apprezzare i suoi lavori fotografici. Ci colpisce moltissimo il suo estro artistico: le sue visioni urbane sono vivaci, acute e graficamente accattivanti. L’amore per il particolare architettonico emerge, prorompente, in ogni sua fotografia, quasi donando nuova vita all’architettura della città. Affascinati dalla sua creazione artistica, le abbiamo chiesto di raccontarci del suo lavoro e anche un po’ di se stessa. Vincendo la sua proverbiale riservatezza, con la consueta eleganza che la contraddistingue, Valérie accetta di mettersi in gioco e si racconta. Eccone il risultato.
Valérie ci racconta come la sua passione per la fotografia non è casuale.
Suo padre disegna e dipinge vedute di Venezia, un autodidatta con un talento innato. Un suo zio, amante della musica classica, trascorre il tempo libero fotografando e dipingendo. Diversi suoi familiari hanno abbracciato altre forme di espressione artistica. In questo clima di forte creatività, Valérie si applica nel disegno sin da piccola per poi passare alla pittura, apprezzando negli anni ogni forma artistica.
“Questa mia passione artistica viene da lontano, è qualcosa che ho effettivamente respirato in famiglia. La fotografia è una derivazione del disegno e della pittura. Guardando ai miei lavori oggi, trovo evidente la contaminazione con la pittura e l’influenza in particolare di alcuni pittori. Penso ad esempio al surrealismo di Dalì, Magritte, alle astrazioni cubistiche di Picasso e alle visioni nostalgiche di Eduard Hopper.”
“Nella fotografia apprezzo, fra gli altri, il lavoro di Garry Winogand per la sua visione pragmatica della realtà di strada. Adoro il bianco e nero di Sebastiao Salgado ed il realismo con il quale esprime la ruvidità della vita, ma guardo con grande ammirazione anche al lavoro di fotografi come Guy Bourdin, provocatorio e coinvolgente al contempo, e Martinn Parr, ironico e dissacratore.”
Ma è soprattutto dal suo background formativo e professionale che Valérie trae ispirazione per creare le sue immagini fotografiche. Dopo anni di lavoro nella Comunicazione, per conto di grandi Gruppi internazionali, decide di ritornare alle studio per completare il suo percorso artistico-formativo in Francia.
Fino a che un giorno arriva l’opportunità di concretizzare questa passione artistica.
Nella fotografia d’architettura, Valérie usa il suo spiccato estro creativo per realizzare immagini del tutto particolari. E’ attratta dall’architettura urbana che ritrae con una estrema cura del dettaglio. Ogni elemento ripreso, grazie alla forte caratterizzazione artistica, sembra prendere vita e bucare l’immagine, cristallizzato com’è in un istante che sfida ogni tempo, regalandoci emozioni autentiche.
AMB: Valérie, la domanda potrà sembrare banale, ma perchè hai scelto la fotografia? Come ti rapporti ad essa? Racconti storie, documenti o cos’altro?
VK: Sono un essere umano e come tale cerco di trasferire le emozioni che provo attraverso quello che vedo. Garry Winogrand diceva: “Non è importante il fotografo, ciò che è importante è la fotografia. ” Vivo la fotografia come una forma di espressione artistica ed un mezzo per fissare istanti nel tempo. Con il mio lavoro vorrei provocare emozione. Viviamo in un mondo dove tutto si consuma velocemente, non si ha il tempo di osservare la meraviglia che ci circonda. A volte mi capita di notare architetture e dettagli urbani e allora scatto. Questi scatti non sempre piacciono alle persone che mi accompagnano durante queste incursioni urbane ed è allora che immagino di “restituire” vitalità a questi spaccati di architettura contemporanea, cercando di far emergere quella bellezza, apparentemente persa, che le persone non vedono più. “
AMB: Come sei arrivata alla fotografia di architettura e di paesaggio urbano?
VK: Ho sempre ‘subito’ il fascino dell’architettura, tutto ciò che ci circonda è architettura: edifici, grattacieli, complessi industriali, cantieri, i materiali utilizzati. E’ l’atto della creazione che l’architettura rappresenta ciò che più mi affascina. E poi le geometrie, gli angoli, le linee, le curve, le forme. L’insieme di questi elementi rappresentano l’essere umano e la sua evoluzione nel tempo.
AMB: Fotografi per caso, ciò che ti attrae in un preciso istante oppure pianifichi meticolo-samente ogni uscita fotografica?
VK: Adoro fotografare l’ambiente urbano, le sue architetture e le persone e mi piace viaggiare alla scoperta di nuovi luoghi, nuovi set fotografici. Mi capitano entrambe le situazioni, a volte addirittura faccio un sopralluogo prima di scattare, altre lascio sia l’ispirazione del momento a guidarmi. La maggior parte delle volte vado in esplorazione, tornando più volte nello stesso luogo per coglierlo in diverse condizioni di luce.
Ringraziamo Valérie per il tempo che ci ha dedicato, augurandoci di poter vedere molto presto dei suoi lavori dedicati a qualche città italiana, dopo quelli meravigliosi di Londra e Parigi. Questo è anche un invito finalizzato alla possibilità di poterla incontrare di persona, ci auguriamo molto presto. Grazie!
Valérie Karakatsanis fotografo e designer grafico, vive in Francia. Ha lavorato per lungo tempo nella Comunicazione collaborando con alcune aziende internazionali. Si diploma alla Scuola di design e Arti Applicate di Parigi, frequenta corsi di design e fotografia presso la Scuola di Immagine Gobelins e si specializza alla Scuola del Louvre. E’ una freelancer. Trovate i suoi splendidi lavori e tutte le informazioni di contatto sulla sua pagina Facebook e sul suo sito web.