Un regalo stupido. E’ il nuovo racconto di Daniela Luisa Bonalume
Un regalo stupido è il nuovo racconto breve di Daniela Luisa Bonalume per la raccolta “Suggestive evasioni”.
di Daniela Luisa Bonalume.

“La scatolina nelle mani di Biagio trovò subito la strada della tasca del cappotto. Si limitarono ad un abbraccio, tanti baci e rimandarono ad una occasione prossima l’incontro per la consegna del regalo.”
Paolo si trovò un messaggio su WhatsApp che diceva – quando ti posso chiamare? – . L’uomo controllò il mittente e si chiese di cosa avesse bisogno. Costui era un amico fraterno di sua moglie. Un certo Biagio. Gli capitava di incontrarlo abbastanza di rado perché così andava la vita. Non che gli fosse antipatico, ma lo stimava poco. Non si erano mai presi ed in qualche occasione, Biagio, aveva avuto, nei suoi confronti, un comportamento discutibile.
La moglie di Paolo, Eleonora, era una bella e gentile signora. Sempre accondiscendente con le proprie amicizie. Poco obbiettiva se si trattava di analizzarne i comportamenti e questo era spesso causa di animate discussioni tra i coniugi. Lei era sempre pronta a trovare una giustificazione per tutelarne l’immagine, talvolta puntando il dito contro il marito e la sua rigidità caratteriale.
Nel caso specifico, Biagio, era già stato causa di confronti più o meno pacati. Non certo per gelosia, ma per situazioni in cui Paolo si era venuto a trovare suo malgrado, e questo messaggio dopo mesi di silenzio, lo aveva un po’ preoccupato, se non addirittura seccato. Eleonora era una di quelle persone che ricorrevano al ricatto amoroso del tipo – questo lo devi fare per rispetto a me – o frasi simili, che creavano in Paolo una sgradevole sensazione di inadeguatezza affettiva.
Questa volta, però, era deciso a non farsi coinvolgere. Digitò sulla tastiera – ti chiamo io appena posso – ed inviò il messaggio di risposta. Biagio era un uomo di mezza età compagno di scuola di Eleonora, con un’ottima posizione sociale ed economica, ma anche dotato di due braccine cortissime, che gli avevano procurato il nomignolo di Spary (contrazione di sparagnino). Abilissimo nello sfruttamento di tutte le situazioni che gli si presentavano, aveva un fiuto ineguagliabile per trovarne di nuove, ed Eleonora era spesso coinvolta e penalizzata dalle sue abilità nel sottrarsi alle proprie responsabilità.
Paolo lo chiamò: – Biagio ciao, volevi dirmi qualcosa? –
-Si, Paolo. Lo sai che tra due settimane sarà il compleanno di Eleonora, vero? Pensavo di fare una colletta per un regalo cumulativo, visto che cade appena dopo il Santo Natale, ed abbiamo già dato fondo alle riserve auree. –
-E quindi? – rispose Paolo – A mia moglie il regalo lo faccio da solo…
-Certo, ci mancherebbe, ma in centro ho visto una catena che le potrebbe piacere, ti invierei una foto così eventualmente non ne compri una uguale – concluse Biagio.
-D’accordo, buona serata, grazie per averci pensato! – Paolo chiuse la telefonata e risucchiato dalla curiosità, allungò la strada del rientro passando vicino a quei tre o quattro negozi frequentati da Biagio, per vedere questa catena dal vero e, malignamente, per valutarne anche il costo. Biagio aveva parlato di colletta, quindi sarebbero stati almeno in quattro, considerandone la moglie ed un’altra coppia di amici.
Si fermò davanti ad una vetrina e ci impiegò qualche minuto ad individuare l’oggetto segnalato. Paolo cercava nella vetrina illuminata, in prima fila. Solo quando non trovò nulla, si spostò verso lo scaffale delle occasioni, ed eccola lì la catena della foto. Non era più un fattaccio di soldi, diventava una questione di gusto.
Un monile obsoleto e misero, veramente poco adatto ad una donna elegante come Eleonora e, incredibilmente, ve ne erano circa una ventina, di diverse sfumature, ad un prezzo unitario ridicolo. Paolo restò basito. La prima reazione fu quella di chiamare Biagio e di ricordagli quanto fosse squallido.
Fortunatamente non trovò il cellulare che, nella foga dell’andare al negozio, era restato in macchina. Ci pensò un po’ su e decise di lasciar stare. Non capiva come potesse pensare, Biagio, che lui avrebbe eventualmente regalato ad Eleonora un doppione dell’articolo, comunque, l’aridità di Biagio, non era una novità, per lui.
Passate le festività natalizie, ci si avvicinò al compleanno. La sera del genetliaco di Eleonora, si presentarono a casa i quattro amici, muniti di pacco regalo. Fu un po’ una sorpresa, anche perché non erano stati invitati. Si presentarono poco prima dell’ora di cena, proprio come si fa quando non hai nessuna intenzione di andare a cenare da un’altra parte.
Eleonora e Paolo li accolsero con cordialità. Come videro Eleonora sbiancarono uno dopo l’altro. La donna indossava un paio di pantaloni di velluto nero, una dolcevita anch’essa nera, e le restanti catene che erano rimaste sullo scaffale delle occasioni del negozio in centro.
Era stato un caso, ma passando davanti a quella vetrina, Eleonora pensò di cogliere la famosa occasione. Una sola catena era davvero misera, ma il fascio di catene trasformava qualsiasi capo, conferendo luminosità, originalità e leggerezza.
La scatolina nelle mani di Biagio trovò subito la strada della tasca del cappotto. Si limitarono ad un abbraccio, tanti baci e rimandarono ad una occasione prossima l’incontro per la consegna del regalo. Paolo li accompagnò alla porta con grande soddisfazione, guardandosi bene dal trasferire il proprio pensiero ad Eleonora.
Si era preso una piccola rivincita e ne godé profondamente, anche se era l’unico a saperlo.
Note biografiche sull’autrice
Daniela Luisa Bonalume è nata a Monza nel 1959. Fin da piccola disegna e dipinge. Consegue la maturità artistica e frequenta un Corso Universitario di Storia dell’Arte. Per anni pratica l’hobby della pittura ad acquerello. Dal 2011 ha scelto di percorrere anche il sentiero della scrittura di racconti e testi teatrali tendenzialmente “tragicomironici”. Pubblicazioni nel 2011, 2012 e 2017.
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