Un parco lunghissimo: la parigina Promenade Plantée
Quasi cinque chilometri tra viadotti e gallerie di una linea ferroviaria dismessa: a Parigi la Promenade Plantée si alza, in parte, parallela all’Avenue Daumesnil, in un parco lineare lunghissimo, somma di giardini diversi e punti di osservazione originali.
Di Francesco Galletta
Il suo nome ufficiale completo è Coulée verte René-Dumont, ma la chiameremo come la conoscono tutti.

negozi sotto gli archi del Viaduc des Arts
La Promenade Plantée in 4,7 km prende una parte della ferrovia dismessa della Ligne de Vincennes che un tempo entrava a Parigi da est fino a Bastille. Ci troviamo al 12e arrondissement Reuilly; tra i quartieri di Quinze-Vingts e Picpus, fino al Boulevard périphérique, l’anello autostradale che circonda la capitale.
Non è l’unica Promenade di Parigi. A nord di Porte Maillot, 17e arrondissement, dall’altra parte della città, c’è la Promenade Pereire che però è un boulevard a livello strada. Nel mondo i giardini lineari sono tanti. Tra gli altri, la storica High Line a New York e il recentissimo Seul 7107 skygarden in Sud Corea: un vero spettacolo!
Se amassi il jogging, consiglierei una bella andata e ritorno sulla Plantée con 10 km di corsa protetta, ma trattandosi di passeggiata preferisco tempi lunghi e, vivaddio, meno stancanti. Anche perché la Promenade offre spazi sempre differenti, in una varietà continua di punti di osservazione sulla città.

Viaduc des Arts_giardino lineare
È chiaro che si può accedere anche da ingressi intermedi, ma volendo fare l’intero percorso, si deve iniziare gioco forza dal capo del filo, in questo caso da Bastille, in parallelo con Avenue Daumesnil. Andateci per tempo, però; meglio di mattina. Per Bastille ci sono le linee 1, 5 e 8 del Métro.
La prima parte è il Viaduc des Arts. Vedrete scorrere il giardino sopra gli archi della vecchia soprelevata, però non aspettatevi l’Eden progettato dal solito architetto à la page, col dolcevita nero; rimarreste delusi! Trovo interessanti, comunque, gli interni sotto gli archi, trasformati in bei negozi d’arte.
Passato il Viaduc, la Promenade a volte si espande, come nello squadrato Jardin Hector Malot oppure, dopo aver scavalcato Rue de Rambouillet, addirittura si restringe infilandosi tra due edifici vicini, quasi fosse una strada privata. Poi si allarga ancora fino al salto del doppio incrocio simultaneo con Rue Montgallet e Rue de Charenton, prima di scendere e ridursi a puro segno di progetto nella passerella strallata pedonale di 80 m che scavalca lo spazio circolare del Jardin de Reuilly-Paul Pernin, il più frequentato della Plantée.

passerella sul Jardin de Reuilly-Paul Pernin
Da qui in poi, la Promenade Plantée cambia pelle e altezza, incrociando a raso, col nome di Allée Vivaldi, prima Rue Albinoni poi Rue Antoine-Julien-Hénard ma, a dire il vero, non sembra neanche più lei: devi seguirne l’odore più che la traccia. Alla fine dell’Allée, trecento metri oltre, però, finalmente scorgi il buio all’inizio del tunnel.
Tranquilli; è solo la galleria! La Ligne dismessa ci s’infila dentro, cominciando da lì una nuova avventura. L’emozione, però, all’interno scarseggia: io avrei lasciato almeno le rotaie. Magari qualcuno poteva avere il dubbio che un treno, anche per sbaglio, alla fine potesse arrivare davvero. Vuoi mettere la paura!

galleria lungo l’ex Ligne de Vincennes
Tra la prima e la seconda galleria, il giardino è lasciato quasi à l’état sauvage ovviamente su progetto. Alberi d’alto fusto e sottobosco: il profumo è intenso; la luce s’infila con fatica tra il fogliame; il retro degli edifici che si affacciano sulla Ligne sembra una barriera misteriosa. È la parte più affascinante della Promenade.
Purtroppo per me, non sono arrivato fino alla fine. Mi sarebbe piaciuto, ma non ne ho avuto il tempo. Fra l’altro, la mia compagnia si era già fermata furbamente prima – al sole – sul prato erboso del Jardin Pernin.
Magari completerò a un altro giro o in un’altra vita. Altrimenti c’è sempre il web.
Note biografiche sull’autore
Francesco Galletta (Messina, 1965), architetto, grafico. Titolare di Tecniche Grafiche alle scuole superiori; laureato con una tesi di restauro urbano, è stato assistente tutor alla facoltà di Architettura dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria per Storia dell’Urbanistica e Storia dell’Architettura Moderna. Dottore di Ricerca alla facoltà di Ingegneria di Messina, in rappresentazione, con una tesi dal titolo: “L’Immaginario pittorico di Antonello”. Con l’architetto Franco Sondrio ha rilevato, per la prima volta, la costruzione prospettica e la geometria modulare dell’Annunciazione di Antonello. La ricerca, presentata in convegni nazionali e internazionali, è pubblicata in libri di diversi autori, compresa la monografia sul restauro del dipinto. Sempre con Franco Sondrio ha studiato l’ordine architettonico dell’ex abbazia di San Placido Calonerò nell’ambito del restauro in corso e scoperto a Messina un complesso architettonico della metà del ‘500, collegato al viaggio in Sicilia del 1823 dell’architetto francese Jaques Ignace Hittorff.