9 Aprile 2019 By Cristiana Zamboni

Suzanne Valadon, la terribile Marie di Degas

Quando si arriva a Parigi si percepisce subito un’aria diversa e più ci si avvicina a Montmartre e più si ha la sensazione di vivere in un’epoca passata. La musica dei cabaret, il demi-monde ed il profumo dei colori ad olio si mescolano tra le piccole vie che si snodano salendo verso il cielo. Luoghi senza tempo in cui anime ribelli e menti geniali, racchiuse in corpi affascinanti, hanno reso immortali le opere dei più grandi artisti dell’ottocento e del novecento. Esistenze che nemmeno l’arte è riuscita davvero a salvare, nonostante il talento e la passione. Marie Clèmentine è una di queste, volutamente soppressa nel corpo di Suzanne Valadon, la terrible Marie di Degas, musa ed amante rinnegata di Renoir.

Di Cristiana Zamboni

“Non vi è alcun metodo più sicuro per evadere dal mondo che seguendo l’arte, e nessun metodo più sicuro di unirsi al mondo che tramite l’arte.” J. W. Goethe 

La treccia, ritratto di Suzanne Valadon
Pierre August Renoir
1886

Marie Clèmentine Valadon nasce a Bessines il 23 settembre del 1865. Madeleine la mette al mondo giovanissima e la cresce da sola. A pochi mesi dalla sua nascita si trasferiscono a Parigi ed affittano un piccolo appartamento a Montmartre.

Madeleine Valadon con sua figlia Marie Clèmentine
Foto da Nel cuore di Montmartre- J.Storm

 

Una collina che, pur presentandosi come un villaggio rurale in cui i mulini a vento, le viti ed i campi di grano sono il panorama ideale per i pittori paesaggisti, è un mondo a sè ed estraneo alle leggi della città. I piccoli cafè ed i primi cabaret che fasciano il Monte dei Martiri, offrono ottimo vino locale e giovani donzelle per qualche ora di obliata solitudine. Segni premonitori di un imminente fermento artistico culturale che, con l’aggiunta di una pennellata di trasgressione, porterà la Butte ad essere il centro ed il ritrovo dei più famosi nomi della storia dell’arte d’avanguardia.

Marie è una bambina dai lunghi capelli castani, insofferente alla scuola e quasi sempre sola. Preferisce passare il suo tempo passeggiando scalza e disegnando sui marciapiedi della collina raccontando, a voce alta, la sua verità.

“Della mia infanzia ricordo tanta povertà e l’indifferenza di mia madre.” S. Valadon

Ed è proprio in quei disegni che con la sua fantasia progetta un futuro apparentemente impossibile ed una nuova identità disgiunta dalla miseria che la sta crescendo e da una madre che si divide tra lavoro, depressione ed alcol. Si vocifera che a soli dieci anni, durante una delle sue fughe, incontrò Renoir e guardandolo dipingere, gli consigliò di non abbandonare mai la pittura perchè aveva un vero e proprio talento.

“Non fare domande, e non ti verranno dette bugie.” C. Dickens

Inizia a lavorare molto presto come fioraia, sarta e cameriera fino a trovare un posto stabile in un circo come acrobata cavallerizza. Comprende subito l’effetto che ha sul pubblico e non le dispiace affatto essere ammirata sia per la sua bravura che per la sua bellezza.

Ritratto di Suzanne Valadon,
Pierre Auguste Renoir
1885

A sedici anni si offre come modella per gli artisti. Un connubio perfetto, guadagna e può imparare l’arte.

Marie non sa ancora cosa sia esattamente l’arte e non l’ha mai studiata. Non sa cosa vuol dire essere artista e quali siano gli ingredienti necessari per esser definiti tali, ma non trova molta differenza tra i suoi disegni e le opere che la ritraggono.

Sente che l’arte l’attrae e le piace infinitamente disegnare così, mentre posa,  impara ad osservare ed ascoltare attentamente i discorsi di questi uomini titolari del potere creativo e, una volta sola con i suoi gessetti, prova a metterli in pratica.

L’opera artistica deve catturare, legare e portare via con sé lo spettatore. Con essa l’artista trasmette la sua passione, è il fluido che emana e con il quale coinvolge l’osservatore nei propri sentimenti.Pierre Auguste Renoir  

Marie Clèmentine è giovane e la sua bellezza è passionale, ribelle ed audace quasi al limite della sfrontatezza. In brevissimo tempo è una delle modelle più gettonate. Percepisce ed incarna esattamente le richieste dell’artista e senza vergogna, ben si adatta a tutte le pose. E’ disposta a tutto pur di cambiare vita e non ha nessuna intenzione di perdersi l’occasione che quel mondo le stava offrendo. Si sente necessaria e perfetta per le loro opere  e senza di lei, è convinta, la loro abilità non basterebbe a definirli artisti.

“Non esiste che la figura, il paesaggio è nulla, non dovrebbe che essere un accessorio. Il paesaggio dovrebbe essere usato solo per rendere più intellegibile il carattere della figura.” Henri de Toulouse-Lautrec

 

Postumi di una sbornia. Ritratto di Suzanne Valadon
Toulouse-Lautrec
1888

Tra una posa e l’altra s’innamora di Miquel Utrillo, un giovane studente di Agraria, ed esattamente come sua madre si ritrova giovanissima a dare alla luce un figlio. Il 26 dicembre 1883 nasce Maurice Utrillo. Futuro artista senza padre, cullato dall’arte e dai nebulosi amanti di una madre assente e svezzato tra solitudine, disegni e brandy da una nonna regina dell’infelicità.

                        
  “Dare, amare, dipingere”   S. Valandon   

Non è chiaro se Marie fosse innamorata dell’amore o solo consapevole che la vita da madre sola non è davvero facile, ma mentre osserva gli artisti al lavoro, le è naturale credersi infatuata di alcuni di loro, inconsapevoli protagonisti di una possibile via d’uscita. Tra questi, che non possono far a meno del suo corpo sia per le loro tele che per il loro letto, vi sono Pierre Puvis de Chavannes e Pierre-Auguste Renoir.

Il Sacro Bosco caro alle arti e le Muse Pierre Puvis de Chavannes
1883-84

Il primo, che la ritrae sia per i personaggi femminili che per quelli maschili ne Il bosco sacro caro alle arti e alle muse nel 1885, la attrae per l’estrema calma e quiete che riesce a trasmetterle.

Pierre Puvis de Chavannes

 

L’artista, molto più grande di lei, riesce a dominare la sua irrequietezza creando tra loro un idillio fuori dal tempo. Seppur lui continuasse ad intrattenere una relazione epistolare con un’altra donna.

Marie all’inizio lo accetta, ma sta crescendo ed è consapevole del suo valore e sa di meritarsi, almeno in amore, l’esclusiva.

Il secondo, l’angosciato ed appena rientrato dall’Italia Renoir intento a distruggere il suo passato lavoro e tormentato dall’idea di segno e forma dei grandi maestri italiani, la ritrae in molte tele tra cui Danse à la Ville, La treccia e in Le bagnanti insieme ad Aline, modella e futura moglie dell’artista.

Pierre Auguste Renoir

 

Il loro fu un amore, benché assai breve, molto romantico. Il garbo che il maturo artista le mostra è per lei una sensazione completamente nuova e si sente, per la prima volta, importante. Fino a quando, per caso, lui vede i suoi disegni. Qualche storico dell’arte affida a questo momento la fine della loro relazione. Renoir, ammirato il segreto talento di Marie, percepisce un possibile pericolo alla sua carriera e opta per Aline.

Marie Clèmentine infatti diventa, artisticamente parlando, ogni giorno più brava. I suoi disegni sono carichi di passione e gioia di vivere. Le sue figure perfette ed i colori accesi sono stesi con segni vigorosi e decisi, capaci di dar vera forma alle sue emozioni. Lontanissima dai dogmi e dagli accademismi, i suoi soggetti non rientrano nell’uso dell’arte femminile dell’epoca. Nature morte e paesaggi non le interessano. La sua massima espressione si materializza tra le figure umane che rappresenta nel loro libero e spontaneo muoversi nello spazio.

“Anche le donne della Francia possono dipingere. Ma sai, chérie, penso che Dio mi abbia reso la più grande pittrice francese … ” S. Valadon

Henri de Tolouse-Lautrec 1864 – 1901

Il primo ad interessarsi davvero ai suoi lavori è un giovane artista amante del disegno e caratterizzato, proprio come lei,  da una grande capacità espressiva, Henri de Toulouse-Lautrec. A lei lui ricorda moltissimo il suo cagionevole figlio, e lui ritrova in Marie un entusiasmo ed una capacità di ridere della vita che lo abbaglia.

Colpito dal suo talento, le compra un paio di lavori e partecipa attivamente alla cacciata definitiva di Marie. Le consiglia di cambiare nome e firmare le sue opere come Suzanne Valadon. Presumibilmente, questa giovane e minuta bellezza, gli ricorda l’opera di Artemisia, Susanna e i vecchioni. Del resto, fino ad allora, nessuno si interessò mai veramente a lei. Era solo un corpo che i maturi artisti parigini desideravano e ritraevano.

” Se una persona vuole scomparire ha tre possibilità. La prima è morire. La seconda è mentire. E l’ultima, è reinventarsi” M. Stowe

Autoritratto
Edgar Degas
1863

Nel 1887 organizza un incontro con Degas che, a sua volta, rimane fortemente colpito dall’ardore di quei lavori tanto da decidere di prendersene cura e promuoverla quanto gli era possibile.

Da quel momento la vita di Suzanne muta concretamente e per lei e per la sua arte sembra esserci una reale possibilità. Degas è bulimico nei confronti dei lavori della terrible Marie, soprannominata così proprio per la sua arte. Istintiva, spontanea e totalmente scevra da influenze esterne e convenzioni.

Nel 1889 l’accompagna all’Esposizione Universale  e rimane abbagliata dall’arte di Paul Gauguin. Ne trae una grande fonte d’ispirazione e, poco tempo dopo, espone proprio accanto a lui alla mostra degli Impressionisti e Simbolisti alla Galleria le Barc de Boutteville.

Nel 1894 è la prima donna ammessa alla Société Nationale des Beaux-Arts.

Nel 1895 sposa il banchiere Paul Mousis e questo le permette di dedicarsi a tempo pieno al lavoro d’artista. Disegna, dipinge e passa molto tempo con il figlio. Scopre il suo lato materno e, seguendo il consiglio del medico, insegna a Maurice tutto quello che lei stessa ha imparato sull’arte. In questo nuovo ed apparente sereno equilibrio, il precoce talento del giovane Utrillo esplode ed entrambi sono molto richiesti dalle più rinomate gallerie d’arte parigine.

Suzanne Valadon e suo figlio Maurice Utrillo

Fino a quando Suzanne conosce Andrè Utter, giovane artista e grande amico di Maurice. Fra loro nasce una compulsiva e passionale storia d’amore che la porterà al divorzio.  Inizia un periodo felice ed artisticamente proficuo in cui dipinge le sue opere più importanti tra cui Adamo ed Eva e la Camera blu.

Adamo ed Eva
Suzanne Valadon
1909

“Sogno sempre la rue Cortot e l’amata Suzanne. Quando ci siamo trasferiti lì per la prima volta, che bello era tutto – tranne che per i pettegolezzi! E allora capii che era il posto che dovevo sempre tenere nel mio cuore. Ogni uomo ha una casa. È perso se non lo tiene al sicuro .” André Utter

Suzanne Valadon, Andrè Utter e Maurice Utrillo nel loro studio, la trinité maudite

Suzanne e Andrè si amano e sposano nel 1914. Vivono tutti e tre insieme. Lui posa per lei e per Maurice inizia una folgorante carriera artistica ed una nuova amicizia con un italiano arrivato da poco a Parigi, Amedeo Modigliani. Un matrimonio lungo e felice che arriva al termine quando Suzanne, preoccupata per il peggiorarsi delle condizioni fisiche del figlio, comincia ad occuparsi solo di lui.

“Maurice dipinse un paio di vedute di strade di Montmartre a memoria per racimolare il denaro per bere. Modigliani portò i quadri ancora umida a Zborowski e con i proventi della vendita si lanciarono per un giro di tre giorni nei bar del quartiere. Fu, come sempre, un’orgia selvaggia.”  Nel cuore di Montmartre – J. Storm

Ritratto si Suzanne Valadon
Maurice Utrillo

Utter, geloso del loro rapporto, schernisce ogni volta che ne ha la possibilità, il già molto malconcio Maurice e, per ripicca, la tradisce. Suzanne non lo sopporta e, ormai stanca di lottare, lascia che questa storia evapori da sola. Accetta i tradimenti del marito e le visite inaspettate delle amanti. Recuperando le forze nei momenti in cui lui è assente.

 

“Ho avuto grandi maestri, da cui ho preso il meglio, ovvero i loro insegnamenti, i loro esempi. Ho trovato me stessa, ho creato me stessa e ho detto ciò che avevo da dire.” S. Valadon

 

Autoritratto
Suzanne Valadon
1931

 

Nel 1935 Maurice si sposa e Suzanne, sola ed anestetizzata dalle rughe e dal dolore, continua a dipingere.

“Ogni donna è una ribelle, e solitamente in violenta rivolta contro se stessa.” O. Wilde

E’ il 7 aprile del 1938, l’aria entra frizzante dalla finestra dietro al cavalletto. Accanto a lei vi è il più bel ritratto che abbia mai dipinto. Marie Clèmentine, la donna da cui ha sempre cercato di fuggire, la guarda. Indossa un cappellino alla moda ed una pregiata collana di perle. Fiera, disincantata e lontana dalla misera in cui è nata, ricorda una Rossella O’Hara un pò attempata intenta a confessarle che, dopotutto, domani è un altro giorno!


Note biografiche sull’autrice

Cristiana è nata a Milano il 25 giugno 1969, frequenta il liceo artistico di Bergamo, si diploma nel 1987, frequenta l’istituto d’arti grafiche e figurative San Calimero a Milano per la qualifica di Grafica pubblicitaria nel 1992. Contemporaneamente lavora come free-lance presso studi di grafica per progettazione cartelloni pubblicitari e libri per bambini. Collabora con diversi studi. Interior designer si specializza in Art – design. Collabora free-lance con studi di progettazione d’interni per la creazione di complementi d’arredo artistici e  per la creazione di quadri d’arredo, dipinge. Scrive articoli sulla storia dell’arte.

Per ArteVitae Cristiana scrive nella sezione ARTE 


Immagini e video inclusi in questo articolo sono stati reperiti in rete a puro titolo esplicativo e possono essere soggetti a copyright. L’intento di questo blog è solo didattico e informativo. Le informazioni principali per stilare il presente articolo sono state tratte dal libro “Nel cuore di Montmartre. La vita di Suzanne Valadon” di J. Storm, edito da Castelvecchi.