6 Giugno 2017 By artevitae

Tank man e Rivoluzionario solitario, due fotografie, anzi tre, che hanno fatto la storia

Storie di fotografie oggi ci propone la storia di tank man. Tre immagini scattate il 05 giugno del 1989 da tre autori diversi che riprendono però la stessa scena: quella in cui uno studente cinese, si piazza davanti ai carri armati dell’esercito per bloccarne l’avanzata in piazza Tien An Men, durante la rivolta studentesca e la dura repressione che ne seguì.

In questa rubrica di ArteVitae, Edmondo Di Loreto ogni settimana ci propone una fotografia. Di questa, ci racconta la storia che in essa vive per sempre, con la spiccata sagacia che lo contraddistingue. Lo fa raccontando le particolari situazioni ed i fortuiti eventi che l’hanno generata. Analizza cosa ha indotto il fotografo ad immortalare quel momento unico ed irripetibile, rendendolo cosi immortale. La rubrica prende spunto dall’attualità, da particolari ricorrenze, ma anche da circostanze curiose piuttosto che eventi storici.

Questa fotografia la conoscono tutti. E’ diventata un’icona dei nostri tempi, un simbolo, una foto “storica”. Ma quello che forse tutti non sanno è che si tratta di un’icona “multipla”. Le foto infatti sono due, anzi tre, tutte scattate dall’Hotel Bejing, situato in una posizione laterale rispetto alla piazza e sulla strada che porta alla Città Proibita.

In quel maggio/giugno del 1989, Pechino è invasa da migliaia di studenti che protestano per una maggiore democrazia e per la libertà. Piazza Tien An Men è presidiata dalle televisioni e dai fotoreporter di tutto il mondo. Il 5 giugno interviene pesantemente l’esercito e arrivano i carri armati. Non si saprà mai il numero esatto delle vittime di quella repressione: si va da 100 a 7.000 morti. La censura di stato è fortissima.

Affacciati alle finestre dell’Hotel Bejing ci sono, tra gli altri, Charlie Cole e Jeff Widener: Cole lavora per l’Associated Press e Widener per qualche altra agenzia. La prima foto è di Cole: “Tank Man” l’uomo del carro armato. La seconda è di Widener: “Il rivoluzionario solitario”. Si tratta dell’unico caso in cui due foto “uguali” hanno ricevuto due premi importanti. Cole il World Press Photo 1989 come foto dell’anno e Widener il Pulitzer.

Al momento dello scatto peró, entrambi hanno diversi problemi da risolvere. Cole non ha rullini. O meglio, li ha, ma in camera sua e non si fida a lasciare la postazione. Bussa così alla prima porta che trova e un ragazzo gli consegna un rullino da 100 asa, solo uno. Se lo fa bastare, lo infila poi in una scarpa e riesce a portarlo fuori. Widener come obiettivi lunghi ha solo un 400 mm, lo usa allora con un duplicatore di focale ma capisce che avrà dei problemi con la polizia: è su un balcone ed è visibile. Cambia il rullino al volo, ne mette uno vuoto ed affida quello buono ad uno studente che lavorava part time nell’albergo che, praticamente in mutande, lo porta alla sede dell’agenzia.

Ma c’è un terzo fotografo affacciato: Stuart Franklin della Magnum Photo. Il giorno prima ha preso una mattonata in faccia e si è infilato nel primo albergo vicino la piazza. Ha anche la febbre ed è quello che ha più problemi di tutti. E’ messo male, impallato da qualche ostacolo: una colonna, un condizionatore d’aria, cose del genere. Ma si accorge che girando lo specchio del mobiletto del bagno riesce comunque a riprendere la scena. Scatta al contrario e poi rigirerà la fotografia, che nella versione originale si vede appunto invertita e con diversi riflessi. Infila il rullino in una busta di plastica e la mette nello sciacquone del bagno. Successivamente lo affida ad uno studente francese che lo nasconde in una scatola di tè e lo porta a Parigi. Non vincerà nulla.

Stuart Franklin


Fortissime le polemiche da parte della Magnum Photo! In realtà Franklin è lì per conto di Time Magazine, che si serve dell’agenzia Black Star, quindi per realizzare un lavoro su commissione. Pensate che uno dei proprietari è Howard Chepnick presidente di giuria al WPP che tuttavia fa il suo dovere di giudice imparziale, senza favoritismi. L’anno dopo però, nel 1990, Franklin riceverà il terzo premio categoria spot news al WPP.

Una foto icona. Anzi tre.

Da rimarcare infine, che la maggior parte dei fotoreporter, compresi quelli francesi ed italiani, non si trovano in quell’albergo, posizionato a due passi dalla piazza, ma in un altro distante 4 km, semplicemente perché lì si mangiava meglio. Ci vuole intuito per scattare la foto della vita!

 

Edmondo Di Loreto

Edmondo Di Loreto è nato a Roma nel 1956 e vive tra Puglia e Abruzzo. Fotografa, con passione ondivaga, dall’età di 7 anni. Ha viaggiato in tutto il mondo ed ha realizzato numerosi reportage. Nel 1994 ha vinto il concorso nazionale di foto-reportage Petrus World Report.  Nel 2004 ha ricevuto il gran premio della giuria al concorso del Touring Club Italiano sulle case rurali “Alta Definizione della campagna Italiana”. Nel 2006 è stato uno dei 5 autori selezionati per il Premio Chatwin: Camminando per il mondo con due video, un racconto ed un portfolio fotografico sui popoli del fiume Omo in Etiopia, esposto a Genova presso il Museo del Castello d’Albertis.

 

E’depositario e curatore dell’archivio storico fotografico familiare che comprende oltre 10.000 immagini in lastra e negativi ed ha donato parte di tale materiale al Museo del Territorio di Foggia che lo espone in pianta stabile. E’ socio del FotocineClub Foggia BFI EFI  del quale è stato anche vicepresidente e con cui ha allestito varie mostre personali e numerose collettive. Con Elio Carrozza e Giovanni Torre ha promosso il progetto Anime Salve legato alla questione delle migrazioni che, con una mostra e due volumi fotografici, sta girando l’Italia. Ogni volta che può, promuove la fotografia in  ogni sua forma e significato.