Storie di Fotografie. Jean Marc Bouju e la fotografia di guerra.
Storie di Fotografie, grazie alla fotografia di Jean Marc Bouju, oggi si ci riporta prepotentemente alla seconda guerra del Golfo nella quale una coalizione guidata da forze statunitensi invade l’Iraq.
di Edmondo Di Loreto
Il mattino del 20 marzo 2003, due giorni dopo la richiesta rimasta ignorata del presidente George W.Bush a Saddam Hussein di arrendersi e lasciare l’Iraq, una coalizione guidata da forze statunitensi bombarda Baghdad. E’ l’inizio della seconda guerra del Golfo.
L’obiettivo principale dell’invasione è la deposizione di Saddam Hussein, già da tempo visto con ostilità dagli Stati Uniti per vari motivi: timori, poi rivelatisi infondati, su un suo ipotetico tentativo di dotarsi di armi di distruzione di massa, il suo presunto appoggio al terrorismo di matrice islamica, il volersi appropriare delle ricchezze petrolifere e l’oppressione dei cittadini iracheni attraverso una dittatura sanguinaria.
L’obiettivo di invadere l’Iraq è raggiunto rapidamente: il 15 aprile 2003 tutte le principali città erano nelle mani della coalizione, e il 1º maggio il presidente statunitense George W. Bush, proclama concluse le operazioni militari su larga scala. Tuttavia il conflitto si tramuta abbastanza presto in una resistenza e in una guerra di liberazione dalle truppe straniere, considerate invasori da molti gruppi armati arabi sunniti e sciiti, per sfociare infine in una guerra civile fra le varie fazioni, causata da una squilibrata gestione del potere, che agevolò le componenti sciite maggioritarie.
I costi umani della guerra non sono ben definibili, e sono spesso oggetto di dibattito. Più in generale, il bilancio dell’intera guerra risulta difficile in quanto, a fronte della deposizione di Saddam e dell’instaurazione di una democrazia formale, si è avuto un netto aumento delle violenze settarie in Iraq, una penetrazione di Al-Qāida nel Paese e, in generale, un calo della sicurezza dei cittadini.
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite il 22 maggio 2003 approvò la Risoluzione n. 1483 con la quale sollecitava la Comunità Internazionale a contribuire alla stabilità ed alla sicurezza del Paese iracheno.
Fin da prima dell’inizio della guerra, l’ipotesi di un’invasione dell’Iraq scatenò malumori in tutto il mondo, contrapponendo chi la riteneva necessaria e chi la considerava un crimine ingiustificabile. Oltre all’opinione pubblica, le polemiche si svilupparono anche sul piano internazionale: in Europa, la Francia e le Germania si opposero fin dall’inizio all’intervento, mentre Italia e Gran Bretagna offrirono, con modalità e tempistiche differenti, il loro supporto politico e militare. L’Italia dislocò i suoi reparti nel sud del Paese, con base principale a Nāṣiriya , sotto la guida inglese. Questa partecipazione suscitò forti polemiche interne.
La guerra è proseguita a fasi alterne durante l’occupazione e anche dopo il ritiro americano nel 2011 fino a culminare nel 2014 in una nuova guerra civile in Iraq, che ha portato alla creazione dello Stato Islamico dell’Iraq e del Levante.
Tra le fotografie a corredo di questa breve cronistoria ne ripropongo una particolarmente celebre. E’ quella del fotografo francese Jean-Marc Bouju che vinse il World Press Photo nel 2003 e che ritrae un prigioniero di guerra privato della sua dignità mentre conforta il figlio nella base della 101° divisione aerea, vicino ad An Najat.
Il fotografo francese Jean Marc Bouju, 42 anni, ha trascorso 9 settimane in Iraq tra marzo e maggio di quell’anno. Era aggregato appunto con la 101esima divisione aviotrasportata dell’esercito americano.
“La foto -racconta il fotografo- vuole mostrare uno dei rari momenti di umanità in una zona di guerra”.

© Jean Marc Bouju
Vedendo il padre incappucciato e ammanettato, il terrore aveva invaso il piccolo. Un soldato americano gli ha levato le manette di plastica così che l’uomo potesse confortare il figlio. Non si sa cosa sia successo in seguito al padre e al figlio. JMB
Fonti: Internet e WPedia – Foto: Getty Images, Alamy Stock Photo e JM Bouju
[Ndr] Tutte le foto e i video presenti in questo articolo sono stati reperiti in rete a puro titolo esplicativo e possono essere soggetti a copyright. L’intento di questo blog è solo didattico e informativo.
Note biografiche sull’autore

Edmondo Di Loreto
Edmondo Di Loreto è nato a Roma nel 1956 e vive tra Puglia e Abruzzo. Fotografa, con passione ondivaga, dall’età di 7 anni. Ha viaggiato in tutto il mondo ed ha realizzato numerosi reportage. Nel 1994 ha vinto il concorso nazionale di foto-reportage Petrus World Report. Nel 2004 ha ricevuto il gran premio della giuria al concorso del Touring Club Italiano sulle case rurali “Alta Definizione della campagna Italiana”.
Nel 2006 è stato uno dei 5 autori selezionati per il Premio Chatwin: Camminando per il mondo con due video, un racconto ed un portfolio fotografico sui popoli del fiume Omo in Etiopia, esposto a Genova presso il Museo del Castello d’Albertis. Con Elio Carrozza e Giovanni Torre ha promosso il progetto Anime Salve legato alla questione delle migrazioni che, con una mostra e due volumi fotografici, sta girando l’Italia. Ogni volta che può, promuove la fotografia in ogni sua forma e significato.