21 Novembre 2017 By artevitae

Storie di Fotografie: Il ragno d’amore, di Henri Cartier-Bresson

Storie di fotografie oggi ci propone uno dei più controversi  fotogrammi di Henri Cartier-Bresson. Un’immagine molto particolare, scattata durante il periodo messicano, di cui forse non tutti conoscono la storia.

di Edmondo Di Loreto

L’immagine che ho scelto per la Storia di Fotografia di oggi, appartiene al grande Henri Cartier-Bresson, autore amatissimo da tutti gli appassionati di fotografia. Ma la fotografia scelta, non è probabilmente una fra le più conosciute.

Il ragno d’amore, di Henri Cartier-Bresson

E’ nota come “il ragno d’amore” ed è stata scattata nel puro stile istintivo di Cartier-Bresson.  Appartiene al periodo “messicano” dell’autore ed è un’immagine fra le più controverse e meno conosciute della sua vastissima  produzione fotografica.

Le fotografie di questo periodo infatti, ci offrono un nuovo punto di vista sull’autore e ci confermano la grandezza della sua capacità espressiva ed il valore morale.

Ne sono esempio i ritratti di una madre indio con in braccio il proprio piccolo di fronte a un Cristo disteso, le immagini di uomini che vivono e lavorano in condizioni disperate, la foto di una miniera a cielo aperto anticipa lo sguardo sulle celebri immagini di denuncia di Salgado dedicate alla Sierra Pelada in Brasile.

Sono le foto degli ultimi, di donne, uomini e bambini contrapposte a quelle di un elegante ricevimento con uomini in smoking o di una tomba dimenticata nel deserto. È il racconto etico sulla realtà. Ma ogni cosa è vista sempre con sguardo lieve, ironico, sarcastico, struggente, anche sensuale: come l’ombra di una donna in un patio assolato che disegna una figura piena di carnalità e passione.

Ma è lo stesso Cartier-Bresson a raccontarci la genesi di questa fotografia: “…Fu nel 1934 in Messico, dove mi trovavo da un anno al seguito di una missione etnografica che non approdò a nulla. Un amico artista aveva arredato l’appartamento di un ministro. Ero lì con altre persone e tutti bevevano tequila, tranne me. Allora con il mio amico Tonio Salazar cominciammo a vagare esplorando la casa”. 

“Ad un tratto, al piano di sopra, sentimmo un suono confuso: Aprimmo la porta di una stanza, portavo sempre una Leica con me. Tonio aveva una pila, un click, ed era fatta! Scattai altre due o tre foto, ma ormai era troppo tardi: il momento era passato. La foto non lo dice ma dopo, sai,  il mio amico si unì alle ragazze. Io invece stavo molto male. Poi tornammo tutti e quattro di sotto come se niente fosse successo.” H. Cartier-Bresson

E ancora. C’è un testo, scritto a mano in fondo a una stampa dall’elegante cornice. E’ firmato dallo scrittore André-Pieyre de Mandiargues, amico di Cartier-Bresson per oltre mezzo secolo e che amava molto questa foto. Recita: “…questa foto deliziosa io la chiamo il ragno d’amore. Mostra due graziose lesbiche messicane sorprese, credo inconsapevolmente, usando il metodo HCB basato sull’estro del momento, cogliere l’attimo”.  

“Qui tutto è nascosto tranne l’essenziale. La decenza viene preservata in mezzo al massimo dell’erotismo. L’occhio è appagato in modo del tutto innocente. Che eleganza, quale discrezione.” André-Pieyre de Mandiargues

Il Ragno d’amore resta una delle fotografie più controverse e celebri di Henri Cartier-Bresson.

Photogallery di Henri Cartier-Bresson del periodo messicano


Note biografiche sull’autore

Edmondo Di Loreto è nato a Roma nel 1956 e vive tra Puglia e Abruzzo. Fotografa, con passione ondivaga, dall’età di 7 anni. Ha viaggiato in tutto il mondo ed ha realizzato numerosi reportage. Nel 1994 ha vinto il concorso nazionale di foto-reportage Petrus World Report.  Nel 2004 ha ricevuto il gran premio della giuria al concorso del Touring Club Italiano sulle case rurali “Alta Definizione della campagna Italiana”.

Nel 2006 è stato uno dei 5 autori selezionati per il Premio Chatwin: Camminando per il mondo con due video, un racconto ed un portfolio fotografico sui popoli del fiume Omo in Etiopia, esposto a Genova presso il Museo del Castello d’Albertis. Con Elio Carrozza e Giovanni Torre ha promosso il progetto Anime Salve legato alla questione delle migrazioni che, con una mostra e due volumi fotografici, sta girando l’Italia. Ogni volta che può, promuove la fotografia in  ogni sua forma e significato.