Storie di Fotografie e di Libri fotografici – seconda parte.
Storie di Fotografie propone oggi la seconda parte di quella che vuole essere una guida alternativa dedicata ai libri fotografici pubblicati nel 2018, libri che non dovrebbero mancare negli scaffali di coloro che si interessano di fotografia a tutto tondo.
di Edmondo Di Loreto
Lo scopo di questa Piccola Guida, sempre sufficientemente alternativa, è anche in questa sua seconda parte quello di tentare di consigliarvi alcuni tra i migliori libri fotografici pubblicati nel 2018 (qui puoi leggere la prima parte della guida). Anche in questo secondo atto, che resta sempre un compito arduo, la proposta rimane assolutamente non convenzionale, motivo per il quale tralascio volutamente autori e fotografi noti e arcinoti e dei quali spesso vengono riproposte sempre le stesse fotografie, anche se in veste grafica diversa.
In questa operazione niente affatto facile mi viene in aiuto l’ottima rivista Internazionale, che spesso ospita una mini rubrica sulla fotografia curata dal francese Christian Caujolle, uno che le cose le dice in maniera semplice, diretta, breve e lapidaria. Mi affido a Caujolle quindi, che certo non vi consiglierà l’ennesimo volume di McCurry o l’immancabile tomo su Cartier Bresson e la storia della fotografia, perché alla sua stessa stregua ritengo che andando oltre il già visto, sia salutare per chi si interessa di fotografia a tutto tondo.
Come per la prima puntata, anche in questo secondo appuntamento vi propongo un volume di fotografia assolutamente italiano, il che non guasta mai.
A box of ten photographs
Diane Arbus – (Aperture foundation)
Un libro importante, accompagnato da un’ampia analisi e da una prospettiva storica, che riproduce l’unico portfolio che Diane Arbus ha pubblicato e stampato mentre era in vita. Questo cofanetto di dieci immagini, diventate oggi delle icone, doveva essere pubblicato in cinquanta esemplari, ma solo quattro furono stampati prima della morte di Arbus. Due sono stati acquistati da Richard Avedon (il primo per se stesso, il secondo come regalo per il suo amico Mike Nichols), uno da Jasper Johns e il quarto da Bea Feitler, direttrice artistica di Harper’s Bazaar. La Arbus ha firmato le stampe in tutti e quattro i set; ogni stampa era accompagnata da un foglio divisorio in pergamena con una didascalia scritta. Per Feitler, la fotografa aggiunse un’undicesima fotografia. Acquisito dallo Smithsonian American Art Museum di Washington nel 1986, è l’unico dei quattro completato e venduto dalla Arbus.
Quel portfolio è stato oggetto di una mostra nel 2018. Questo eccezionale volume replica la natura dell’oggetto originale, e ora leggendario, di Diane Arbus. Il curatore dello Smithsonian: John P. Jacob, che ha portato alla luce una miniera di nuove informazioni nella preparazione del libro e della mostra, intreccia un affascinante racconto della creazione, della produzione e delle continue ripercussioni di questo lavoro fondamentale.
Diane Arbus (nata e morta a New York, 1923-1971) è una delle figure più imponenti dell’arte del XX secolo.
Un act d’une violence indicible
Matthias Bruggmann – (Editions Xavier Barral)
Dal 2012, per cinque anni, il fotografo è stato uno dei pochi a coprire il conflitto siriano. Lo ha fatto con una scrittura serrata, esigente, non cedendo mai alle convezioni delle foto di news e cercando di andare sempre oltre le immagini fattuali per seguire lo sviluppo profondo e tragico, del conflitto. Cambiando i punti di vista e passando da un gruppo di combattenti all’altro in tutto il paese, il suo lavoro, che gli ha fatto vincere il prestigioso Prix Elysée, si colloca al centro del dibattito sulla violenza nelle immagini.
Le fotografie di Matthias Bruggmann gettano uno sguardo critico sulla rappresentazione degli orrori della guerra .Offrono al pubblico occidentale un’idea più sfumata dell’esperienza dei conflitti armati e cancella i confini tra fotogiornalismo e fotografia artistica contemporanea. Questo progetto ci immerge nella complessità del conflitto siriano .Le fotografie scelte, che coprono un’area geografica più ampia della Siria, mettono in discussione i nostri presupposti morali e creano una migliore comprensione della violenza.
Da un punto di vista strettamente documentaristico, questo pare sia l’unico lavoro di questo tipo realizzato all’interno della Siria da un singolo fotografo occidentale, grazie in gran parte all’aiuto e al lavoro di alcuni tra i migliori esperti indipendenti sul conflitto.
Pigalle people 1978-1979
Jane Evelyn Atwood – (Le bec en l’air)
Da poco arrivata a Parigi, la giovane americana cominciò a fotografare transessuali e travestiti che si prostituivano a Pigalle. Lo fece dieci anni dopo che il fotografo svedese Christer Strömholm aveva raccontato i suoi Amici di place Blanche con la stessa tenerezza, empatia e assenza di giudizio. Immagini puntuali di una Parigi scomparsa, senza alcuna nostalgia, di un’immensa umanità.
Masahisa Fukase
Masahisa Fukase – ( Xavier Barral)
Il lavoro e la vita del fotografo giapponese Masahisa Fukase, scomparso nel 2012, sono rimasti in gran parte inaccessibili per oltre 2 decenni, in seguito ad una tragica caduta che lasciò l’artista con danni cerebrali permanenti. Dopo la sua morte, gli archivi furono gradualmente scoperti, rivelando una ricchezza di materiale che non era mai stato mostrato prima. Fukase ha incorporato la sua lotta personale con la perdita e la depressione nel suo lavoro in modo sorprendentemente giocoso.
Certamentete Fukase occupa un posto di primordine nella fotografia giapponese. E si conosce ancora troppo poco. Anche gli specialisti conoscono quasi esclusivamente la sua opera sui corvi, che è diventata da collezione. Con questa monografia molto ampia, si scoprono dei lavori sorprendenti sulla sua sposa (sconvolgente), sulla famiglia (piena di umorismo) e sui suoi gatti che adorava (perfettamente delirante). Un libro che è un punto di riferimento.
Per strada
Guido Guidi – (Mack)
Per strada raccoglie insieme una serie di immagini scattate da Guido Guidi tra il 1980 e il 1994 lungo la via Emilia, l’antica strada romana che collega Milano al Mar Adriatico. Ancor’oggi questa strada famosissima rappresenta una sorta di colonna vertebrale del versante meridionale della Pianura Padana, attraversando Parma, Reggio, Modena, Bologna, Forlì, Rimini. Il fotografo è partito da Cesena, la sua città, e da lì ha dato inizio a una sofisticata ricerca sul paesaggio, concentrandosi sulle periferie, le campagne e inseguendo i segni lasciati dalle persone. Le immagini scattate in grande formato da Guidi tracciano un ricco palinsesto di segni nel paesaggio costruito da secoli di attività residenziali, agricole, industriali e commerciali.
L’edizione pubblicata da Mack è suddivisa in tre volumi ed alcune immagini erano già state parzialmente pubblicate in un libro fatto in collaborazione con Luigi Ghirri ed editato dallo stesso Guidi: Due fotografi per il Teatro Bonci ( 1983). Il lavoro continuò con progetti individuali e collettivi, includendo una famosa mostra del 1989 Esplorazioni sulla Via Emilia, curata dallo stesso Ghirri.
Fonti: Internet – rivista Internazionale
Note biografiche sull’autore

Edmondo Di Loreto
Edmondo Di Loreto è nato a Roma nel 1956 e vive tra Puglia e Abruzzo. Fotografa, con passione ondivaga, dall’età di 7 anni. Ha viaggiato in tutto il mondo ed ha realizzato numerosi reportage. Nel 1994 ha vinto il concorso nazionale di foto-reportage Petrus World Report. Nel 2004 ha ricevuto il gran premio della giuria al concorso del Touring Club Italiano sulle case rurali “Alta Definizione della campagna Italiana”.
Nel 2006 è stato uno dei 5 autori selezionati per il Premio Chatwin: Camminando per il mondo con due video, un racconto ed un portfolio fotografico sui popoli del fiume Omo in Etiopia, esposto a Genova presso il Museo del Castello d’Albertis. Con Elio Carrozza e Giovanni Torre ha promosso il progetto Anime Salve legato alla questione delle migrazioni che, con una mostra e due volumi fotografici, sta girando l’Italia. Ogni volta che può, promuove la fotografia in ogni sua forma e significato.
[Ndr] Tutte le foto e i video presenti in questo articolo sono stati reperiti in rete a puro titolo esplicativo e possono essere soggetti a copyright. L’intento di questo blog è solo didattico e informativo.