Storie di Fotografie – Chernobyl
Storie di fotografie. E’ il 26 aprile 1986: Il reattore numero 4 della centrale nucleare di Chernobyl esplode. Un’enorme nuvola radioattiva si diffonde attraverso l’URSS, contaminando principalmente Ucraina e Bielorussia. Dopo due giorni di silenzio. Le autorità sovietiche evacuarono 350.000 persone.
di Edmondo Di Loreto
Questa è la storia di una tragedia dalle enormi proporzioni e di colui il quale, ce l’ha riportata fedelmente attraverso le sue fotografie, il fotografo Ucraino Igor Kostin.
Il 26 aprile del 1986 rimarrà una data scolpita nella memoria collettiva di un’intera generazione. Una tragedia occorsa ad un popolo a diverse migliaia di chilometri di distanza il cui eco è arrivato fino a noi, facendoci cambiare abitudini e modi di vivere per un po’.
Soprannominati i bonificatori, 600.000 soldati furono sacrificati per ripulire il luogo e coprire i resti del reattore con un “sarcofago” di cemento. Dopo oltre 30 anni non è ancora chiaro il numero delle vittime dirette di quella tragedia né delle persone contaminate nel corso degli anni.
Il fotografo dell’agenzia Novosti, IGOR KOSTIN, è stato il principale testimone fotografico dell’incidente a Chernobyl. Il suo motto era: “Io registro tutto. Poi spetta agli scienziati fare il resto”. Il suo reportage fotografico effettuato a più riprese ed in tempi molto blandis, gli è valso un World Press Photo e una serie di ricoveri ospedalieri per accertare lo stato della sua salute.
Nel luglio 1987 Kostin decide di accompagnare un gruppo di bonificatori sul tetto dell’unità 3, vicina al reattore squarciato dall’esplosione. Igor racconta: “ fatali ma invisibili radiazioni. Sul tetto gruppi di 8 bonificatori si davano il cambio ogni 40 secondi. Protetti da tute di piombo, gli uomini uscivano in fretta col badile in mano appena si sentiva il suono della sirena. Appena il tempo di gettare una badilata di scorie nucleari nel cratere creato dall’esplosione”.
Il fotografo tornò sul tetto cinque volte in una settimana per due o tre minuti alla volta. “Tutte le pellicole che avevo sviluppato erano nere. Allora ho protetto la mia Nikon con delle lastre di piombo e ho tagliato le pellicole in strisce di 20 cm variando il tempo di esposizione. Quattro delle mia macchine fotografiche giacciono seppellite nella discarica radioattiva. In molte foto si notano delle striature bianche. Sono correnti di radioattività. Il sacrificio di quegli uomini non dovrebbe mai essere dimenticato”
Igor Kostin scattò la sua prima foto del disastro diverse ore dopo l’esplosione. Volando sulle rovine del reattore aprì lo sportello dell’elicottero e letteralmente “arrostì” diverse fotografie.
Da allora Kostin ha fotografato di tutto, con occhio ossessionato dal dettaglio: puledri con otto gambe, alberi mutanti, bambini nati morti con dita palmate attaccate alle spalle o senza gambe e braccia. Bambini con cancro alla tiroide, migliaia i casi registrati, bonificatori malati di leucemia, circa 60.000 già morti.
“Registro tutto, poi spetta agli scienziati fare il resto”. Igor Kostin, l’uomo che fotografò Chernobyl, è scomparso nel 2015 in un incidente stradale.
Photogallery Igor Kostin
Note biografiche sull’autore
Edmondo Di Loreto è nato a Roma nel 1956 e vive tra Puglia e Abruzzo. Fotografa, con passione ondivaga, dall’età di 7 anni. Ha viaggiato in tutto il mondo ed ha realizzato numerosi reportage. Nel 1994 ha vinto il concorso nazionale di foto-reportage Petrus World Report. Nel 2004 ha ricevuto il gran premio della giuria al concorso del Touring Club Italiano sulle case rurali “Alta Definizione della campagna Italiana”.
Nel 2006 è stato uno dei 5 autori selezionati per il Premio Chatwin: Camminando per il mondo con due video, un racconto ed un portfolio fotografico sui popoli del fiume Omo in Etiopia, esposto a Genova presso il Museo del Castello d’Albertis. Con Elio Carrozza e Giovanni Torre ha promosso il progetto Anime Salve legato alla questione delle migrazioni che, con una mostra e due volumi fotografici, sta girando l’Italia. Ogni volta che può, promuove la fotografia in ogni sua forma e significato.