Santiago Calatrava – La poetica del movimento – Parte terza: U.S.A. e il resto del mondo
ArchiStar del nostro tempo – Santiago Calatrava – Parte Terza. La continua ricerca di un’armonia artistica dei concetti di movimento e staticità, del controllo delle forze, delle forme del corpo umano traslate e prestate all’architettura.
di Giusy Baffi
Qui puoi leggere la prima parte dell’articolo dedicato all’opera di Santiago Calatrava.
Qui puoi leggere la seconda parte dell’articolo dedicato all’opera di Santiago Calatrava.
Il filo conduttore della pluralità di Calatrava, è la continua ricerca di un’armonia artistica dei concetti di movimento e staticità, del controllo delle forze, delle forme del corpo umano traslate e prestate all’architettura. Artefice di una architettura viva, dove la natura, l’anatomia e l’architettura sono oggetto di una fusione perfetta che generano strutture di una grande forza espressiva.

Santiago Calatrava (1951) ©la foto può essere soggetta a copyright
Le sue strutture sono rivolte al grande pubblico, sono pensate per stupire. Calatrava ha aperto la strada ad un nuovo modo di progettare, la sua grande capacità di interpretare il luogo trasformandolo in un’icona simbolo della città stessa è stupefacente.
Il Milwaukee Art Museum, realizzato tra il 1994 e il 2001, è un’operazione di inserimento moderno accanto a strutture storiche come il War Memorial Center (1957) progettato da Eero Saarinen e il Kahler Building (1975) disegnato da David Kahler. Calatrava concepisce un edificio biomorfo, un padiglione che si specchia direttamente sul lago Michigan, ottenendo così il doppio risultato di non mettere in diretto rapporto il Padiglione con la massa possente, monocroma e implosa del Memorial, creando contemporaneamente un elemento cerniera tra il lago e la città.
Ho avuto un committente che voleva da me la migliore architettura possibile. L’obiettivo era di creare qualcosa di eccezionale per la comunità, grazie a tale libertà, il progetto è in sintonia con la cultura del lago: le barche a vela, il tempo, il senso di movimento e cambiamento – Santiago Calatrava
Suddiviso in più spazi, il Padiglione dispone di reception, auditorium, caffetteria, spazi commerciali e un’area espositiva flessibile di oltre 10.000 metri quadrati per mostre temporanee.

Milwaukee Art Museum – interno – Wisconsin -2001- Santiago Calatrava. ©la foto può essere soggetta a copyright
La costruzione è realizzata da nervature in acciaio, la parte superiore è costituita da uno schermo mobile posto in cima al Padiglione che può aprirsi fino a raggiungere l’ampiezza di 66 metri durante il giorno per poi richiudersi durante le ore notturne o in caso di cattivo tempo.

Milwaukee Art Museum – Wisconsin -2001- Santiago Calatrava. ©la foto può essere soggetta a copyright
La presenza zoomorfica dalla forma di scheletro di capodoglio, con i suoi enormi denti, è un valore aggiunto. Il progetto comprende anche un ponte pedonale sospeso di 76 metri che collega il museo e la riva del lago al centro della città.

Milwaukee Art Museum – Wisconsin -2001- Santiago Calatrava ©la foto può essere soggetta a copyright
Con l’obiettivo di voler riqualificare uno dei quartieri più degradati di Malmö in Svezia, trasformando un vecchio spazio industriale in un centro residenziale all’avanguardia, nel 2005 viene inaugurato il grattacielo Turning Torso.
Questo grattacielo è realizzato con una serie cubi sovrapposti gli uni agli altri, ciascuno in torsione e rotazione rispetto al precedente, uniti tra di loro da un traliccio metallico, una sorta di spina dorsale, nella quale sono contenuti elementi di servizio come ascensori ed altro.

Turning Torso – Malmö – 2005 – Santiago Calatrava foto ©Mlle. Diletta
Lo spunto è la postura di un torso umano in torsione come nei suoi disegni e nella sua scultura.
Il grattacielo è rivestito con 2800 pannelli in vetro e acciaio dai quali escono fasci di luce che illuminano le acque del porto.

Turning Torso – Malmö – 2005 – Santiago Calatrava. ©la foto può essere soggetta a copyright

Turning Torso – Malmö – 2005 – Santiago Calatrava
A fare da contraltare all’opera incompiuta della Città dello Sport di Tor Vergata a Roma è la ricostruzione dello Stadio Olimpico Spyros Louīs di Atene realizzato nel 2004.

Stadio Olimpico Spyros Louīs – Progetto -Atene -2004 Santiago Calatrava – ©la foto può essere soggetta a copyright

Stadio Olimpico Spyros Louīs – Atene – 2004 – Santiago Calatrava. ©la foto può essere soggetta a copyright
A Calatrava fu commissionata l’intera ristrutturazione dell’area: la pensilina d’ingresso, la copertura del velodromo, la creazione di una passeggiata panoramica dalla quale partono gli accessi per la parte principale, a conclusione dell’intera opera, una scultura centrale in tubolare d’acciaio che si muove con movimenti odulatori dal titolo suggestivo “Muro delle Nazioni”.

Stadio Olimpico Spyros Louīs – Murio delle Nazioni – Atene -2004 Santiago Calatrava – ©la foto può essere soggetta a copyright
La struttura più spettacolare è lo stadio olimpico vero e proprio, la cui copertura è data da due elementi sinusoidali sostenuti da una gigantesca capriata che regge l’elemento inferiore.

Stadio Olimpico Spyros Louīs – Progetto -Atene -2004 Santiago Calatrava – ©Santiago Calatrava

Stadio Olimpico Spyros Louīs – Atene -2004 Santiago Calatrava – ©la foto può essere soggetta a copyright
Il velodromo è coperto da un elemento curvo in tubolare d’acciaio che regge una travatura attraverso funi, a questo si aggiunge anche un elemento di distribuzione prospettante sull’acqua con un ingresso parabolico di grande impatto. La struttura è composta da nervature in acciaio e vetro.

Stadio Olimpico Spyros Louīs – Velodromo-Atene -2004 Santiago Calatrava – ©la foto può essere soggetta a copyright

Stadio Olimpico Spyros Louīs – Atene -2004 Santiago Calatrava – foto © marianna-a.
L’acqua con le sue mirabolanti strutture che vi si specchiano, è sempre stato il tema dominante di Calatrava ed anche il Florida Polytechnic University di Lakeland non fa eccezione.

Florida Polytechnic University – Disegno – 2014 – Santiago Calatrava. ©Santiago Calatrava
Inaugurata nel 2014, attualmente è l’università più recente degli Stati Uniti. La sua particolare forma ovoidale si specchia in un lungo corso d’acqua ed è collegata all’esterno da un circuito veicolare e all’interno da uno pedonale.

Florida Polytechnic University – 2014 – Santiago Calatrava. ©la foto può essere soggetta a copyright
Sono onorato di essere stato coinvolto in questo progetto dedicato allo studio di scienza, tecnologia, ingegneria e matematica, argomenti importanti per la nostra società e la nostra economia. Sono orgoglioso di quello che abbiamo raggiunto e spero che i giovani che studieranno qui saranno ispirati a essere creativi e a soddisfare le loro potenzialità. Santiago Calatrava

Florida Polytechnic University – 2014 – Santiago Calatrava. ©la foto può essere soggetta a copyright
La struttura è articolata in due parti con un elemento perimetrale semitrasparente formato da due corridoi sovrapposti sui quali insistono laboratori, aule, spazi comuni e un anfiteatro multifunzionale la cui copertura è realizzata da uno elemento apribile che fornisce illuminazione e ventilazione naturale.
Il Museo di Amanhã a Rio de Janeiro, realizzato nel 2015 è un auditorium la cui architettura si ispira alla tradizione brasiliana. L’enorme copertura a sbalzo alta 18 metri sembra galleggiare sul mare come una nave o un uccello.

Museu do Amanhã – 2014 – Rio de Janeiro – Santiago Calatrava. ©la foto può essere soggetta a copyright
Anche questo progetto si inserisce in un’operazione di riqualificazione di una parte dell’area portuale di Rio.

Museu do Amanhã – 2014 – Rio de Janeiro – Santiago Calatrava. ©la foto può essere soggetta a copyright
A questo proposito Calatrava ha dichiarato: “Vista la natura varia delle esposizioni, abbiamo introdotto una struttura archetipica all’interno dell’edificio. Questa semplicità permette un uso versatile e funzionale del museo, in grado di ospitare conferenze ma anche di proporsi come spazio di ricerca”

Museu do Amanhã – Interno 2014 – Rio de Janeiro – Santiago Calatrava. foto ©Thales Leite
Il capolavoro assoluto dell’architettura contemporanea, una spettacolare colomba bianca che sembra spiccare il volo dalle mani di un bambino, simbolo di pace e speranza, è il World Trade Center Transportation Hub, meglio conosciuto come Oculus a New York. La stazione connette i treni Path, 11 linee della metropolitana, le quattro torri del World Trade Center, la piazza del memoriale, la Brookfield Place (ex World Financial Center) e il terminal dei traghetti Battery Park City.

World Trade Center Transportation Hub – 2016 New York – Santiago Calatrava foto ©Tiago Ribeiro de Carvalho
Costruito intorno all’area del World Trade Center ed inaugurato nel 2016, questa straordinaria colomba in bianco acciaio e vetro, è un elemento posto in modo da attirare l’attenzione tra severe linee dei grattacieli del World Trade Center.

World Trade Center Transportation Hub – 2016 New York – Santiago Calatrava foto ©Tiago Ribeiro de Carvalho
La struttura si innalza a circa 50 metri da terra formando al centro una cupola ovale, la copertura centrale può essere aperta completamente verso il cielo, l’elemento strutturale è dato dalle due ali in acciaio.
L’interno è concepito come una immensa cattedrale con la pavimentazione in marmo bianco; la pianta libera da impedimenti visivi, le grandi dimensioni e il bianco assoluto danno la sensazione che tutto sia sospeso nel vuoto.

World Trade Center Transportation Hub – Oculus interno – 2016 New York – Santiago Calatrava foto © Alessandra Bettoni
Il centro del soffitto è diviso da una lunga finestratura che, oltre a dare una grande luminosità facendo filtrare la luce naturale, permette di intravedere l’One Trade Center, la grande torre che rappresenta il simbolo della ricostruzione.

World Trade Center Transportation Hub – Oculus interno – 2016 New York – Santiago Calatrava foto ©Tiago Ribeiro de Carvalho
Il nome Oculus deriva proprio dall’idea di un occhio socchiuso che guarda l’esterno. Una serie di negozi e un grande centro commerciale si trovano sui diversi livelli che circondano questo enorme salone.
Nelle vicinanze dell’Oculus sta per essere ultimata la chiesa St. Nicholas greco-ortodossa più importante di New York, rasa al suolo nell’attentato del 11 settembre 2001. Ispiratosi alla basilica di Santa Sofia di Costantinopoli, Calatrava la concepisce interamente a lastre sottili di marmo e pannelli in vetro stratificato retroilluminati in modo da ottenere un effetto translucido con aperture perimetrali che permettono alla luce di inondare tutto lo spazio. La cupola bianca durante il giorno restituirà il biancore naturale del marmo, di notte l’illuminazione interna la farà risplendere verso l’esterno.

St. Nicholas Church – New York – Rendering – Santiago Calatrava ©Santiago Calatrava
Penso sia arrivato il momento di fermarci qui, Calatrava ha realizzato moltissimi altri progetti e tanti sono in fase di ultimazione, ad esempio per Expo 2020 che si terrà negli Emirati Arabi, Calatrava ha progettato il padiglione degli Emirati, dalla forma di un falco pronto a spiccare il volo, un omaggio all’antica tradizione araba della falconeria.
Il disegno del padiglione nazionale degli Emirati Arabi Uniti per Expo 2020 è un progetto di grandissima importanza nazionale e globale. Sono profondamente onorato che il mio disegno sia stato scelto. Sono sicuro che il risultato sarà un símbolo dello spirito audace e glorioso degli Emirati Arabi Uniti, essendo uno dei punti cardine dell’Expo che si considera uno dei più grandi e globali della storia. Santiago Calatrava

Padiglione Emirati Expo 2020 – Rendering – Santiago Calatrava ©Santiago Calatrava
A Doha, nel Qatar, è in fase di costruzione il Sharq Crossing AlSharq Bridge, una serie di ponti sulla baia di Doha, che collegheranno il quartiere culturale della capitale del Qatar e il quartiere degli affari a West Bay. Sono tre ponti interconnessi e alternati sia all’aperto che con gallerie sottomarine, a volte trasparenti, per un totale di 10km.

Sharq Crossing AlSharq Bridge – Doha – rendering – Santiago Calatrava ©Santiago Calatrava
A Dubai Calatrava ha progettato la Tower Dubai Creek Harbor, una torre panoramica alta tra i 900 e i 1000 metri, che riprende la forma dei minareti e sarà dotata di terrazze girevoli per osservare il panorama e di giardini sospesi per rievocare quelli leggendari di Babilonia.

Tower Dubai Creek Harbor – rendering – Dubai – Santiago Calatrava – foto ©Courtesy Emaar Properties
Gallery:
© Si precisa che, dove non specificato, le foto e i video sono stati presi, a titolo esplicativo, da internet e possono essere soggetti a copyright. L’uso delle immagini è esclusivamente a scopo divulgativo. L’intento di questo blog è solo didattico e informativo.
ndr: un ringraziamento particolare ad Alessandra Bettoni e Tiago Ribeiro de Carvalho per la concessione delle loro foto.
© Giusy Baffi 2018