REM KOOLHAAS, UNA PERSONALITA’ POLIEDRICA – Terza parte
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Nel 2012 viene inaugurata la nuova sede della CCTV (China Central Television) a Pechino, il progetto è iniziato nel 2002 ma sono occorsi 10 anni tra la progettazione e la fine della costruzione.
Con le facciate vetrate, la costruzione è formata da due grattacieli che sorgono sugli angoli opposti di un quadrato immaginario; alla base salgono obliqui l’uno verso l’altro e si congiungono sorprendentemente all’altezza di 161 metri, connessi da un volume orizzontale a sbalzo per 75 metri.
Con l’alternarsi continuo di sezioni orizzontali e verticali collegate tra loro, la costruzione si trasforma in una imponente ed innovativa scultura urbana.
L’edificio comprende, oltre alla nuova sede della China Central Television, un centro dedicato alla cultura televisiva e un parco pubblico per il tempo libero con aree per riprese all’esterno e studi di produzione.
Nel 2015 insieme a Ekaterina Golovatyuk progetta il Garage Museum of Contemporary Art di Gorky Park a Mosca, costruito su un vecchio edificio in abbandono degli anni ’60.
Poiché le facciate dell’ edificio originario erano ormai distrutte, il primo elemento concepito da Koolhaas è stato un nuovo involucro, in gran parte realizzato con pannelli in policarbonato alveolare.
Oltre a costituire la pelle esterna dell’edificio, il sistema di facciata ospita anche l’impianto di ventilazione e le scale di sicurezza; inoltre, i suoi pannelli translucidi possono essere usati come schermi da retroproiezione, trasformando così l’intero involucro in un gigantesco apparato di comunicazione multimediale che trasferisce informazioni dall’interno del museo allo spazio urbano circostante.
La hall è formata da uno spazio alto 10 metri ed un particolare sistema di pareti mobili permette di realizzare sale espositive estemporanee, tramite la rotazione di una serie di elementi divisori leggeri posizionati parallelamente al soffitto delle gallerie.
Nel restauro, gli architetti hanno preservato elementi sovietici originali, tra cui una parete a mosaico, piastrelle e mattoni, incorporandoli in una gamma di prodotti e dispositivi architettonici innovativi.
E’ del 1999 la progettazione della Seattle Central Library a Seattle.
Inaugurata nel 2003 è una struttura totalmente asimmetrica di 12 piani, a superfici inclinate e angoli geometrici drammatici, rivestita in vetro e acciaio con griglia a losanghe, un edificio trasparente che sembra galleggiare senza apparenti mezzi di supporto nel quale Koolhaas ridefinisce l’idea di biblioteca, non più un luogo di puro studio ma, attraverso gli spazi creati dalle varie piattaforme trasparenti che si interfacciano, un luogo di scambio culturale dove l’interazione fra le conoscenze gioca un ruolo primario.

Seattle Central Library – Seattle – Rem Koolhaas OMA 2003 ©Philippe Ruault
Posto tra l’intersezione tra Gramercy Park e Madison Square a New York, il 121 East 22nd Street è un complesso residenziale a forma di L a cavallo tra i due quartieri.
Inaugurato nel 2019 è costituito da due strutture residenziali, la torre nord di 18 piani e la torre sud di 13 piani; realizzato attraverso due piani ad incastro che si uniscono alla 23esima Strada e alla Lexington Avenue in modo da formare un angolo tridimensionale prismatico che introduce una nuova identità nel quartiere, mentre la facciata rimane contestuale alle costruzioni vicine; l’angolo è scolpito verso l’interno, un gesto che allarga il marciapiede e stabilisce un chiaro punto di accesso ai punti vendita al piano terra.

121 East 22nd Street – New York – Rem Koolhaas OMA – 2019 © Lurian Ghinitoiu
Edificato su due edifici storici ristrutturati con l’aggiunta di nuovi volumi, il New Museum for Western Australia a Perth è un luogo in cui la comunità locale e i visitatori globali si potranno riunire per condividere la loro comprensione del passato, i pensieri del momento e le ambizioni per il futuro.
Frutto della collaborazione dello Studio Hassel e di OMA, è stato inaugurato nel novembre 2020 ed è concepito con due circuiti di circolazione che si intersecano, uno verticale e uno orizzontale, collegando i diversi settori del complesso.
Un nuovo volume a sbalzo di oltre 1000 metri quadrati ospita la City Room, una piazza pubblica coperta destinata a manifestazioni culturali.

New Museum for Western Australia a Perth -2020 Courtesy of Hassell + OMA © photo by Peter Bennett
Il titolo di World Building of the Year 2015 è andato al progetto The Interlace realizzato dallo studio OMA di Rem Koolhaas e da Buro Ole Scheeren, a Singapore.
Si tratta di un enorme conglomerato urbano sviluppato in verticale e costituito di 1040 unità abitative, disposte su piani sfalsati. Secondo il parere della giuria, l’opera si è distinta per la capacità di rispondere alle necessità della vita contemporanea, in termini spaziali e ambientali.
Il progetto di Interlace trasforma l’isolamento verticale in connessioni orizzontali e ripristina il concetto di comunità come una questione fondamentale per la società contemporanea.
31 blocchi residenziali, ciascuno alto sei piani, sono impilati secondo una disposizione esagonale intorno a otto grandi cortili. Così interconnessi formano una topografia di giardini terrazzati che attraversano i volumi sovrapposti e sfalsati. In parte appoggiati gli uni agli altri, in parte sospesi, questi volumi si intrecciano per disegnare uno spazio fortemente caratterizzato che collega le residenze private agli spazi comunitari, accessibili e inclusivi.

The Interlace – Singapore – studio OMA di Rem Koolhaas e Buro Ole Scheeren
“La bellezza è una cerbiatta timida. Nasce più per caso che per volere proprio.” Rem Koolhaas
Nel 2014 Rem Koolhaas è stato direttore della XIV Biennale di architettura di Venezia dal titolo Towards a New Avant Garde.
Rem Koolhaas trattiene tuttora uno stretto rapporto di lavoro con Mariuccia Prada per la quale ha progettato non solo i suoi nuovi negozi negli Stati Uniti, ma, con uno splendido recupero degli edifici industriali esistenti e reintegrati con nuovi volumi, anche la sede della Fondazione Prada a Milano.
Molti altri sono i lavori di Rem Koolhaas tra questi la ristrutturazione a Venezia del Fondaco dei Tedeschi nel 2016, antichissima struttura risalente al 1228; la Nuova Ambasciata olandese a Berlino nel 2001; nel quartiere di Education City a Doha nel Qatar, ha costruito il Qatar Foundation Headquarters e la National Library (https://www.giusybaffi.com/education-city-a-doha-quando-larchitettura-si-fonde-con-la-conoscenza/
Rif.: www.archdaily.com www.theguardian.com
Bibliografia:
Rem Koolhaas, Elements of Architecture – Taschen
Rem Koolhaas and Bruce Mau, S, M, L, XL – The Monacelli Press
Roberto Gargiani, REM KOOLHAAS/OMA – Editore Laterza
A.A.AV.V. Editoriale Domus
©Giusy Baffi 2021 – https://www.giusybaffi.com/
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Note biografiche sull’autrice:
Giusy Baffi si occupa di antiquariato con la qualifica di perito d’arte nell’ambito di arredi antichi, ha collaborato con diverse testate di settore scrivendo numerosi articoli inerenti l’antiquariato e con una sua rubrica mensile dal titolo “L’esperto risponde”. Il suo interesse è l’Arte a tutto tondo. Ha al suo attivo la pubblicazione di due libri.
La sua passione è la fotografia, ha vinto il concorso fotografico Unicredit/Corriere della Sera 2013, le sue foto sono state pubblicate su prestigiose riviste e quotidiani anche internazionali, sul libro “E poi la luce” edizioni Fioranna, su calendari animalisti e su alcuni siti professionali. Le sue foto sono state presentate ad una mostra personale e a diverse mostre fotografiche collettive nazionali, alla mostra itinerante “Come look my town” organizzata dal gruppo Archiminimal che in 10 mesi ha toccato le più prestigiose piazze italiane, a mostre internazionali ad Amsterdam, Copenhagen, Berlino, Barcellona, Atene, Vienna, Belgrado, Lisbona, al MIA Photo Fair di Milano 2018 e al MIA Photo Fair di MIlano 2019, MIA Photo Fair 2020 (attualmente sospesa). Sempre nel 2020 una sua foto è stata selezionata per la mostra Humans in Architecture del gruppo Archiminimal a Roma è risultata finalista al Concorso Siena International Photo Awards 2020, terza classificata al Prix de la Photographie Paris 2020.