Raoul Coutard era un genio, un personaggio in grado di arrivare al pubblico e di fare della fotografia una vera e propria arte all’interno del suo cinema.
Chi era? Difficile dirlo in poche parole, ma si tratta sicuramente di un personaggio di uno spessore intellettuale davvero invidiabile.
Nato a Parigi il 16 settembre del 1924 è morto a Labenne l’8 novembre del 2016 e oltre a essere stato direttore della fotografia è stato anche regista anche se senza farsi conoscere soprattutto per questo nonostante i premi vinti.
Tutti lo ricordano soprattutto per aver lavorato al fianco di Jean-Luc Godard il padre della Nouvelle Vague che aveva aiutato con le sue decontestualizzazioni grazie a delle luci irripetibili e in grado di arrivare al punto. Proprio Godard è riuscito a trarre dal lui le migliori immagini possibili, in grado di portare a uno studio minuzioso di una fotografia che decontestualizzasse e che inoltre permettesse di uscire dalla realtà in quella dissimulata finzione dei film del maestre francese.
Curò ogni film della carriera di Godard da Fino all’ultimo respiro, film d’esordio, a Weekend un uomo e una donna dal sabato alla domenica con eccezion fatta ne Il maschio e la femmina. Ma lavorò anche con altri grandi registi come Francois Truffaut e Costa-Gabras. Tornò poi da Godard per lavorare a Passion e Prenom Carmen.
Cosa sappiamo del Raoul Cotard regista? Il suo primo e più noto film è sicuramente Sciuscià nel Vietnam che è una doppia citazione a Vittorio De Sica e a un certo cinema molto estremo. Uscito nel 1970 gli valse il premio di migliore opera al 23esimo Festival di Cannes e il Premio Jean Vigo.
Riuscì anche a raggiungere la nomination per l’Oscar al miglior film straniero senza però riuscirlo a vincere. Quell’anno la statuetta andò a un italiano, precisamente Elio Petri per Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto. C’erano in gara anche Tristana dello spagnolo Luis Bunuel, ma anche Pace nei campi del belga Jacques Boigelot e infine Primo amore dello svizzero Maximilian Schell.
I suoi altri due film per la regia però passarono quasi nell’anonimato. Nel 1980 uscì Commado d’assalto e poi nel 1983 SAS a San Salvador. Nel 1968 poi aveva diretto un documentario che aveva anche montato dal titolo Singal, l’antilope sacree. Proprio di questo e del film del 1970 era stato anche sceneggiatore.
Un uomo che avrebbero dovuto clonare per la sua bravura e per il suo modo di imporsi all’attenzione del pubblico.
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