8 Aprile 2019 By Giusy Baffi

Mario Cucchi e il progetto Ozone al MIA Photo Fair 2019

Mario Cucchi:  un incontro al MIA Photo Fair 2019.

MIA PHOTO FAIR 2019 @Giusy Baffi

di Giusy Baffi

Come ogni anno, eccomi puntuale alla nuova edizione del MIA PHOTO FAIR 2019 di Milano, ormai un mio piacevole e consueto appuntamento.

Come sempre sono tante le proposte, parecchi galleristi, soprattutto stranieri, alcuni fotografi indipendenti e tanti amici ritrovati in una kermesse milanese irrinunciabile.

Come ogni anno al MIA cerco quel “quid” diverso, l’unicità che mi incuriosisce e che puntualmente trovo.

Serie OZONE – @Mario Cucchi

 

Quest’anno sono rimasta particolarmente affascinata da Ozone, un portfolio quanto mai interessante ed attuale: il buco dell’ozono e il relativo surriscaldamento globale.

OZONE ©Mario Cucchi

Sono foto delicate, in un raffinatissimo bianco e nero,  realizzate con una tecnica particolare e curiosa frutto della continua ricerca e sperimentazione dell’autore, Mario Cucchi.

Mario Cucchi portrait

“Ero stato a Lucca e avevo visto un lavoro sul cambiamento climatico, un progetto molto articolato, sono stato affascinato dalla dedizione a questo tema” mi spiega Mario Cucchi, “una delle cause del buco dell’ozono sono il gas contenuto nelle bombolette spray” prosegue, “volevo realizzare un tema sugli effetti climatici ma non sapevo esattamente come rendere coerente un concetto così forte con l’estetica fotografica”.

Inizia così la fase di sperimentazione, sente la necessità di interporre qualcosa tra l’oggetto da fotografare e la macchina. Curiosamente si rende conto che alcuni tappi semiopachi delle stesse bombolette spray si adattano perfettamente alla sua ottica. Sperimenta una bruciatura casuale e irregolare che rimanda al buco dell’ozono, realizzata con un semplice accendino sulla parte chiusa del tappo di plastica, un faro molto forte e l’obiettivo puntato sul soggetto. Solo, nel  suo studio, l’artista si rende conto che con questa tecnica, molto semplice, riesce ad ottenere delle magie.

Installazione realizzata con i tappi delle bombolette spray ©Mario Cucchi

La natura è l’elemento che soffre di più per questi effetti climatici, ma portare la natura in studio non era assolutamente quello che voleva Mario Cucchi.

Nato nel Parco del Ticino, la natura appartiene al suo DNA ed alla natura Mario è ritornato.

Un lavoro durato un anno, con qualunque tipo di tempo, dal pieno sole al cielo nuvoloso, dalla neve alla nebbia, ogni volta la luce cambiava e rendeva le immagini sempre diverse. Inizia la sua ricerca della flora spontanea del Parco del Ticino, quella che pochi vedono, che tanti calpestano perché piccola, che per molti è solo banale ma non certamente per l’occhio allenato e curioso di Mario Cucchi.

Ad ogni uscita fotografica corrispondeva un tappo diverso applicato all’obiettivo,  la bruciatura alla sommità, essendo naturale, non era mai uguale alla precedente.

Serie OZONE – @Mario Cucchi

“Il percorso fotografico è durato un anno, ho fotografato la natura nelle sue successioni delle stagioni, il tappo, in funzione della luce del momento, rifrange un’illuminazione totalmente imprevedibile; la foto non viene mai come uno la pensa e io cercavo l’inaspettato, perché cercare la poesia in qualcosa di estremamente piccolo, che spesso passa inosservato, non è  così semplice” afferma Cucchi.

“Quando un tema del genere te lo senti dentro e ci lavori, inizi un percorso formativo a doppia valenza, dove l’osservazione e la sperimentazione sono concatenate e la componente estetica deve comunque venire finalizzata al progetto” Mario Cucchi

L’utilizzo del tappo lo induce necessariamente alla ricerca della forma eliminando il colore, in un’esaltazione delle linee.

Serie OZONE – @Mario Cucchi

La post produzione è totalmente assente: bianco e nero, luminosità e contrasto sono i parametri settati direttamente in macchina.

Le immagini che ne escono sono poetiche, meditative.

Un papavero, privato del suo colore acceso, assume forme e linee inaspettate, una felce appare come un disegno a china, i fili d’erba, i minuti fiori selvatici, le piccole piante infestanti del riso sembrano uscire da una stampa  giapponese.

Con la luce che si rifrange dove meno te l’aspetti, proprio come attraverso il  buco dell’ozono, i piccoli soggetti vegetali sembrano danzare un’ultima danza della vita.

Al MIA 2019 Mario Cucchi ha vinto la terza edizione del prestigioso premio RaM Sarteano.

 

Per saperne di più: Mario Cucchi – Sito Web

 

Si ringrazia Mario Cucchi per aver concesso la pubblicazione delle sue foto. L’intento di questo blog è solo didattico e informativo.

© Giusy Baffi 2019

Note biografiche sull’autrice:

Giusy Baffi si occupa di antiquariato con la qualifica di perito d’arte nell’ambito di arredi antichi, ha collaborato con diverse testate di settore scrivendo numerosi articoli inerenti l’antiquariato e con una sua rubrica mensile dal titolo “L’esperto risponde”. Il suo interesse è l’Arte a tutto tondo. Ha al suo attivo la pubblicazione di due libri.
La sua passione è la fotografia, ha vinto il concorso fotografico Unicredit/Corriere della Sera 2013, le sue foto sono state pubblicate su prestigiose riviste e quotidiani anche internazionali, sul libro “E poi la luce” edizioni Fioranna, su calendari animalistici e su alcuni siti professionali. Le sue foto sono state presentate ad una mostra personale e a diverse mostre fotografiche collettive nazionali, alla mostra itinerante “Come look my town” organizzata dal gruppo Archiminimal  che in 10 mesi ha toccato le più prestigiose piazze italiane, a mostre internazionali ad Amsterdam, Copenhagen, Berlino, Barcellona, Atene, Vienna, Belgrado, al MIA Photo Fair di Milano 2018 e al  MIA Photo Fair di MIlano 2019.