Luigi Ghirri e Lucio Dalla – Un incontro fortunato
Le libere divagazioni proseguono oggi con il racconto dell’incontro tra il fotografo Luigi Ghirri ed il cantante Lucio Dalla. Un incontro fortunato che ha influenzato l’opera di entrambi.
Di Luca Tizzi
Qualche giorno fa abbiamo accennato all’arte fotografica di Luigi Ghirri e alla sua scelta artistica di collaborare alle copertine di alcuni album di Lucio Dalla e di altri cantautori emiliani. Se ve lo siete perso Vi metto il link così non ci sono scuse.

Luigi Ghirri
La fama di Ghirri diventa planetaria quando, verso la metà degli anni 70, la rivista Life gli dedica un portfolio, scrive così, di otto pagine e lo annuncia come “Scoperta dell’Anno”. Le sue immagini, i suoi paesaggi colpiscono gli occhi degli editori statunitensi e lanciano il fotografo emiliano nel gotha della fotografia mondiale.
Questo fatto, ma soprattutto l’aver condiviso con Lucio Dalla l’anno di nascita, e quella porzione di territorio chiamata Emilia, portarono il cantautore bolognese a chiedere al fotografo reggiano una serie di ritratti da utilizzare in un suo lavoro discografico.

Fotografia di Luigi Ghirri
Il 1983 è l’anno in cui inizia la collaborazione tra i due artisti e che segna l’inizio della loro amicizia, così profonda che durerà fino alla morte di Luigi e li vedrà assieme in molte tournée.
Dalla era convinto che il fotografo fosse nato con la musica dentro le ossa.
Nel 1986 Il cantautore invita Ghirri e la moglie Paola a seguirlo a New York per documentare il suo tour, è l’inizio di una serie di viaggi, Parigi, Boston, Mosca, che consolidano l’amicizia ed il sodalizio artistico tra i due stando sempre con le orecchie aperte e la macchina fotografica in mano.
Dalla era affascinato dall’accessibilità dei suoi scatti come si capisce da una breve conversazione tra i due.
Al di là di motivi banali, come la professionalità, il modo di inquadrare il soggetto, delle tue fotografie quello che rimane, e che colpisce, è che diventano un prodotto fruibile. In questo senso mi sento vicino al tuo lavoro, perché anch’io sono vicino al pubblico che mi ascolta come tu sei vicino al pubblico che guarda le tue fotografie.
Il grande amore per la musica di Ghirri, che andava pazzo per Bob Dylan ed il melodramma verdiano, gli permettono di accedere alla più intima dimensione degli musicisti ritratti e a trasmetterla agli osservatori dei suoi scatti. E’ così che le sue immagini accompagnano i dischi non solo di Dalla ma anche di Ron, di Pino Daniele, Luca Carboni, Gianni Morandi e gli Stadio.

Fotografia di Luigi Ghirri per un album degli Stadio, 1989
Oltre ai bravi cantanti e autori emiliani il suo lavoro accompagnerà anche molte copertine di dischi di musica classica, prodotti dalla RCA Italia, con opere di Vivaldi, Chopin e dell’amato Bach.
La sua bravura riuscì a scalfire la ritrosia di Dalla nel lasciarsi fotografare e lo spiegò bene in una delle tante loro conversazioni.
Sono anni che non voglio e detesto farmi fotografare, non per odio nei confronti del fotografo, ma perché è come un gioco che mi ha un po’ annoiato. Con te, mi diverto ancora, mi piace ad esempio osservare il tuo imbarazzo nel prendere le fotografie, […]. Ho osservato molte volte come prendi le fotografie: sitemi la macchina sul cavalletto, esegui tutte le operazioni, e poi al momento dello scatto ti allontani e sembra che tu osservi il mondo con già dentro la fotografia e tu che stai fotografando.
La sua attività – di Ghirri intendo – di studio del paesaggio continua arrivando alla pubblicazione di vari volumi e allo sviluppo di vari progetti che lo porteranno, tra l’altro, a dedicarsi agli scatti in collaborazione con molte case discografiche. Nascono così i lavori con i teatri di Reggio Emilia, dove fotograferà Pavarotti ed il violinista Uto Ughi, farà il fotografo di scena per la Turandot di Puccini ed il Rinaldo di Händel fotografando, durante gli anni ’80 e ’90 del secolo scorso, i più diversi luoghi dove la musica prende vita, sia dentro i conservatori che fuori, nelle piazze, durante le sagre paesane.
Nel 1990 vinse la paura di incontrare i CCCP e fu così che all’interno di Villa Pirondini nacque il servizio per il doppio LP del gruppo quel “Epica Etica Etnica Pathos” che portò il fotografo ad avere un esperienza di impatto emotivo molto forte.

fotografia di Luigi Ghirri per l’album Epica Etica Etnica Pathos dei CCCP Fedeli alla Linea
Nel 1992 un infarto lo porta via lasciando un enorme patrimonio fotografico, decine di migliaia di scatti, diecimila solo a Dalla, e un modo diverso di vedere, intendere la fotografia, avvicinandosi ai soggetti, paesaggi o persone che siano, con quella leggerezza, timidezza e umiltà che nasconderanno la prevaricazione, quella sottile forma violenza che è tipica di ogni fotografia che porta ad invadere la dimensione, lo spazio del soggetto fotografato.
Il secondo capitolo termina qui, nel terzo, vi parlerò di come Lucio Dalla ha tradotto in musica la sensibilità di Luigi Ghirri.
Grazie.
Note biografiche sull’autore
Florentini natione non moribus – Luca Tizzi nasce a Firenze nel 1961, la abbandona dopo 30 anni e si trasferisce nel paese di origine dei genitori, sull’Appennino Tosco-Romagnolo in provincia di Forlì-Cesena. Percorso di studi arruffato, bancario per motivazioni alimentari ma senza convinzione, si interessa di Cinema, Musica, Fotografia, Arte, Fumetti e molto altro. Gli piace scrivere anche se dice di non esserne capace, gli piace fotografare perché non sa disegnare, ma anche in questo dice di riuscire poco bene. Sogno nel cassetto, diventare ricco scrivendo cose orribili che leggono in molti. libere Divagazioni è la rubrica di intrattenimento da lui condotta, nella quale scrive di musica e canzoni, ma anche di arte e libri e molto altro, con la spiccata caratteristica che lo contraddistingue di saper ricercare l’aspetto meno noto, la curiosità più stuzzicante, per regalarvi delle chicche molto appetitose.