Luigi Ghirri e Lucio Dalla, un incontro fortunato – Musica e immagini
L’ultima parte delle Libere Divagazioni di Luca Tizzi, una breve analisi, irrispettosa, dell’amicizia tra i due maestri emiliani, Luigi Ghirri e Lucio Dalla, immagini e testi a confronto.
di Luca Tizzi

Lucio Dalla fotografato da Luigi Ghirri
Quando mi è stato suggerito di parlare dell’incontro tra Luigi Ghirri e Lucio Dalla sapevo chi fosse sia l’uno che l’altro ma non avevo idea si conoscessero. Non sapevo che i due fossero amici e nemmeno che avessero collaborato professionalmente così a lungo o che il fotografo reggiano avesse tra i suoi lavori molteplici copertine dei dischi di svariati artisti italiani.
Quando le cose non si sanno o si scrivono frasi a caso giocando sulla fortuna o sull’altrui ignoranza oppure si studia, si cerca di imparare spesso non riuscendoci o facendolo solo in parte.

Lucio Dalla
Quello che ho cercato di capire dell’incontro tra i due amici è quanta assonanza ci sia tra le immagini di Ghirri e i testi di Lucio Dalla. Ho scoperto che il cantautore bolognese ha di fatto due vite come artista, la prima come compositore e la seconda come cantautore. Fin verso la metà degli anni ’70 Dalla cantava testi spesso scritti da Roberto Roversi, con l’album “Come è profondo il mare” inizia a proporre musiche e testi, è da questo lavoro che, se vogliamo, dobbiamo iniziare a confrontare musica e immagini.

La copertina di “Come è profondo il mare”
Non conoscendo tutta la discografia di Dalla, né tutte le immagini di Ghirri, prendete quanto segue come considerazioni personali ben lontane dall’essere vere, magari condivisibili ma non vere.
E’ praticamente impossibile analizzare e confrontare immagini e testi dei due artisti, una produzione smisurata che ci porterebbe a dire tutto e il contrario di tutto, cercherò quindi di parlare di quelle sensazioni che provo guardando certi scatti o ascoltando certe canzoni che, per l’affinità elettiva fra i due, dovrebbero essere simili.

Cervia vista da Ghirri
Quello che provo guardando le fotografie, i paesaggi di Luigi Ghirri è un senso di solitudine, non è una sensazione negativa ma riflessiva, dalle sue immagini traspare il vero aspetto dei luoghi che si trasformano quando la presenza delle persone li animano e ritornano statici quando queste scompaiono. Possiamo comprendere la vera natura di un luogo, o di un non luogo, quando ci troviamo soli davanti a questo, non più distratti dalla presenza umana riusciamo a vederne la vera natura e a coglierne l’anima; torniamo noi stessi, non più bisognosi di celarsi o di adeguarsi a un qualche interlocutore torniamo nudi, sinceri come bambini bisognosi di capire.

Scandiano
Non riesco a trovare questo senso comune nei testi di Lucio Dalla perché, secondo me, racconta la solitudine delle persone e non dei luoghi, è una solitudine descrittiva e non riflessiva come quella di Ghirri. Sempre di solitudine si tratta, sentimento che riguarda esclusivamente le persone, ma diversa.
Quella narrata da Lucio Dalla vale per ogni luogo in cui ci troviamo, è quasi universale e indipendente dalla folla che ci circonda; in quella fotografata da Luigi Ghirri si può essere soli solamente lì, in quel posto, in quell’unico posto.
Quando Dalla descrive “Corso Buenos Aires” non parla del luogo ma delle persone che lo frequentano, che lo vivono, sole in mezzo alla gente, persone non più pure e nude ma vestite per quel ruolo che hanno scelto o che la vita ha scelto per loro. Così in “Disperato erotico stop” non racconta la piazza dove incontra la puttana ottimista e di sinistra o il tale di Berlino che si era perduto nel centro di Bologna. Il luogo perde la sua importanza, potremmo essere ad Asti o a Parigi, non cambierebbe niente.
Pur non avendo mai collaborato con lui, salvo errori ovviamente, trovo molta più attinenza tra le immagini di Ghirri ed i testi di Francesco Guccini, per il maestrone modenese i luoghi sono importanti, fondamentali, in “Metropolis” parla soltanto delle città e della loro anima, in “Autogrill” la solitudine pervade il narratore per il luogo stesso e sparisce non appena riprende il suo viaggio e così la spiaggia di Rimini non sarebbe “Inutile” se non fossimo a marzo. Ma del modo di Guccini di fare canzoni e poesia parleremo un altra volta, se me lo permetterete e me lo permetteranno, perché il discorso sarebbe lungo.
L’amicizia tra le persone nasce per i più svariati motivi, a volte per una certa sintonia di pensieri e di ideali, altre volte proprio per il motivo opposto. Altre volte ancora nasce per caso e forse sono le amicizie più belle.
Grazie.
Note biografiche sull’autore
Florentini natione non moribus – Luca Tizzi nasce a Firenze nel 1961, la abbandona dopo 30 anni e si trasferisce nel paese di origine dei genitori, sull’Appennino Tosco-Romagnolo in provincia di Forlì-Cesena. Percorso di studi arruffato, bancario per motivazioni alimentari ma senza convinzione, si interessa di Cinema, Musica, Fotografia, Arte, Fumetti e molto altro. Gli piace scrivere anche se dice di non esserne capace, gli piace fotografare perché non sa disegnare, ma anche in questo dice di riuscire poco bene. Sogno nel cassetto, diventare ricco scrivendo cose orribili che leggono in molti. libere Divagazioni è la rubrica di intrattenimento da lui condotta, nella quale scrive di musica e canzoni, ma anche di arte e libri e molto altro, con la spiccata caratteristica che lo contraddistingue di saper ricercare l’aspetto meno noto, la curiosità più stuzzicante, per regalarvi delle chicche molto appetitose.