28 Febbraio 2019 By Frine Trovato

L’inverno. La misantropia. Le caviglie scoperte.

L’inizio e la Frine – Pillole di vita quotidiana. Ho tentato di tirare insieme le mie due anime: quella con un’indole leggermente sportiva e quella invidiosa delle fighe, si sono unite in un progetto che già da bambina prendeva forme rivoluzionarie e anarchiche.

di Frine Trovato

Piccola Frine tiranna

Mi piacerebbe raccontarvi che sono nata in una fresca sera d’estate mentre soffiava una leggera brezza estiva, mia mamma serena e sorridente, il papà accanto a lei… MA NO, io volevo già rompere i maroni prima di venire al mondo, di notte alle 3:00 con l’afa di luglio nel 1982 mentre l’Italia vinceva i mondiali, papà avrebbe preferito brindare con gli amici, invece di badare alle coliche renali di mia madre e divincolarsi nel traffico degli  strombazzamenti dei caroselli d’auto coi tricolori festanti per raggiungere l’ospedale. Bene, benvenuta.  La storia del mio nome è semplice, mia madre ripeteva il nome di mia nonna, urlando, in preda a deliri post parto. L’infermiere, allora, le chiese di ripetere il nome, mamma pensava a quello della nonna e lui lo scrisse sul braccialetto. Il mio. Così ora ho il nome di mia nonna. Perfetto. Tutto sbagliato. Meglio così, avrei potuto chiamarmi Betzabea…

Ed eccomi qui, rompiballe dall’82.

Sono nata d’estate e ci ho fatto il callo all’afa, all’appiccicaticcio, alla canicola, al buco nell’ozono. Più fa caldo, più sono serena, passano gli anni e il fatto di non lamentarmi come mia madre, mi fa intuire che non invecchierò mai. E’ rincuorante, nonostante gli acciacchi. Quando correvo uscivo il pomeriggio, ad agosto, contro il parere di tutti, una cretina più che una ribelle. Sono così, è DNA.

Ho 36 anni e non ho ancora imparato a sopperire alla mancanza di calore in inverno. E’ più forte di me, è trasversale,  si ramifica in ogni angolo della mente e del corpo.  Sembro Elsa di Frozen  – che sarà pure figa, ma secondo me è rifatta! Ho freddo, sonno, fame, sono triste e sono insindacabilmente brutta dentro e anche un po’ fuori, non come Elsa, insomma. La cosa che più mi fanno notare gli altri però, è che divento allergica alle persone, agli eventi, alle relazioni. Ci ho ragionato, tanto, troppo, ho rimuginato un inverno intero e… niente sono sempre stata così. L’inverno per me è la misantropia che sfocia anche nella misoginia.

Frine e l’inverno asociale

Le vedete anche voi  quelle donne sempre perfette? Le vedete in inverno sempre sorridenti e convinte che non esistano le mezze stagioni? Nemmeno le stagioni. Per loro “essere fighe” è auto-affermarsi nel mondo. Il loro posto nel pianeta, calate direttamente da Venere sulle passerelle di questo. E sono piene di vita, di sorrisi, con i loro sandali e le caviglie scoperte. Io credo stiano davvero bene, non è invidia (oh sì, invece sì).

Io in inverno odio tutti. Specialmente le fighe. Tiro dei pacchi allucinanti ad amiche e amici. Perché io in inverno  sono un orso in letargo. Ricarico le batterie.

Biasimatemi, potete odiarmi anche voi, perché coi tempi che corrono non si fa troppa fatica ad odiarsi e creare nuove e fantastiche occasioni per mangiarsi in testa l’uno con l’altro.

Io però, mi sono presentata come una Penelope 2.0 che aspetta. E che fa viaggi. Godendoseli. Forse è introspettivo, ma non si torna mai uguali da un viaggio.

Frine delle Nevi

Ho tentato di tirare insieme le mie due anime: quella con un’indole leggermente sportiva e quella invidiosa delle fighe, si sono unite in un progetto che già da bambina prendeva forme rivoluzionarie e anarchiche,  le emozioni e i sentimenti sono come i muscoli, necessitano di esercizio. Più li alleni, più otterrai risultati, ho dovuto traslare il chiacchiericcio interiore in qualcosa di concreto. Ho deciso che diventerò molto simile alle donne dalle caviglie scoperte, che non sono nient’altro che quelle che ci credono un po’ di più. Investirò il mio tempo a prendermi cura di me, l’inverno può essere misantropo, ma può essere anche preparazione all’estate, e tenere il cuore al caldo dentro una tuta da sci non è per niente male. Ci si può truccare, si può stare con le stesse persone con cui bevevi un EstaThe a luglio.

Una cosa è certa, il cuore freddo non è parte del mio DNA, è ora di tenerlo al caldo tutto l’anno. Uscite e scaldatevi che alla fine amici, muscoli, cervello e chiappe ve ne saranno grati tutto l’anno.

Perché alla fine arriva tutto, Frine, anche l’estate.

 


Note biografiche sull’autrice

Frine nasce nel 1982 e cresce nella periferia milanese, studia a Milano fin dalle scuole primarie perché la madre d’impostazione e provenienza tedesca le vieta la frequentazione di ambienti poco salubri negli anni ’80. Lavora nella vecchia compagnia aerea di bandiera, ma dopo la bancarotta decide di partire per lo Zambia per un progetto di volontariato con una ONG americana, torna confusa ma determinata a cambiare vita e a 30 anni si iscrive in università. Si laurea in Sociologia con una tesi sulla partecipazione sociale attiva nell’arte contemporanea volta ad estirpare la violenza di genere con chiari intenti di pubblica ed utile informazione. Lavora da tre anni in un’azienda di ingegneria di precisione meccanica tedesca e si occupa di marketing.

 


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