Le mostre al tempo del Covid-19, Raffaello a Roma alle Scuderie del Quirinale
Andar per mostre al tempo del Covid-19, un articolo di Luca Tizzi che racconta, come una specie di diario di viaggio, la visita alla mostra di Raffaello alle Scuderie del Quirinale. Raffaello Sanzio muore a Roma 500 anni fa, la città gli dedica una mostra con duecento opere tra dipinti, disegni e altro, molto altro.
Uno dei pochi piaceri che mi sono rimasti, dato che l’età non aiuta a concedersene altri, è andare in giro per mostre di arte, di fotografie o altro non ha molta importanza. Tutto cominciò quando un insegnante di lettere, in prima o seconda superiore, prese la scolaresca tutta e la portò in Palazzo Vecchio dove c’era una mostra delle opere di David Alfaro Siqueiros. Da quel momento è stato per me un crescendo di visite con una particolare preferenza per quelle di pittura.
All’inizio dell’anno solitamente frugo su internet e scrivo su un bigliettino, che poi tengo in tasca, tutte le esposizioni che mi piacerebbe visitare. Quest’anno ne avevo messe tre in calendario imperdibili. Georges de La Tour a Milano in Palazzo Reale, Banksy al Palazzo dei Diamanti di Ferrara e naturalmente l’immenso Raffaello alle Scuderie del Quirinale. Poi la pandemia di Covid-19 ha lasciato tutto in sospeso. Per contrastare l’epidemia, come sapete benissimo, è stata sospesa la libertà di spostamento delle persone e con quella anche la possibilità di visita alle mostre d’arte. Più per fortuna che per bravura all’inizio di giugno di questo anno, essendo migliorato il livello di contagiati nel nostro paese, si è potuto allentare questo divieto che da marzo ha bloccato il paese, le visite alle mostre d’arte, pur con precise limitazioni, sono per fortuna riprese.
Non appena è stato possibile ho chiesto un giorno di ferie al lavoro, perché anche se Milo Manara non ha celebrato i bancari come eroi della pandemia con le sue vignette noi siamo comunque andati a lavorare, e ho effettuato la prenotazione della visita sul sito delle Scuderie del Quirinale per vedere le opere del grande urbinate. Assieme alla prenotazione della visita, e alla prevendita del biglietto, il sito forniva, e fornisce, tutte le informazioni su come si sarebbe svolta la visita.
– Prenotazione obbligatoria
– Obbligo di rispettare il giorno e l’orario di ingresso scelto
– Accesso consentito a 6 persone ogni 5 minuti
Sinceramente un po’ di ansia l’ho avuta fino al giorno destinato, mi preoccupava il viaggio in auto per Roma, che resta sempre un’incognita per i tempi di percorrenza, mi preoccupava la cronica disorganizzazione della nostra capitale che, anche se le aggiunge fascino, non è certo un pregiudizio.
Partenza da casa, autostrada con pochissimo traffico, uscita Roma Nord, GRA fino a Settebagni e da lì percorro la Salaria fino a Villa Borghese, dove lascio l’auto al parcheggio Saba, prendo l’accesso alla metropolitana e in pochi minuti sono in piazza di Spagna. Poi Via Condotti, il Corso, Fontana di Trevi e da lì al Quirinale sono due passi. Tutto perfetto, pochissimo traffico, cosa al limite dell’incredibile, così che mi sono pure permesso di attraversare Roma con calma insolita.
Arrivato davanti alla sede della mostra ho dovuto aspettare una ventina di minuti per rispettare l’orario di ingresso prenotato e, giunta l’ora, mi sono avvicinato all’ingresso presidiato di un paio da steward. Uno di loro, o meglio una perché era femmina, mi si avvicina, mi chiede l’orario della visita, mi fa entrare nell’atrio del palazzo; postazione per la misurazione della temperatura corporea, superata con non poca preoccupazione, disinfezione delle mani con gel a base alcolica, mascherina obbligatoria e mi fanno accomodare, insieme agli altri 5 sconosciuti compagni di visita, davanti alla libreria opportunamente distanziati. Sto attendendo che inizi il nostro turno di visita. Un suono che imparerò subito a riconoscere dice che il percorso può iniziare, salgo le scale che ci portano alla prima sala, e da lì inizia il percorso dove, sempre accompagnati dalla stewardess, potremo vedere le opere del grande manierista rinascimentale.















Ho cinque minuti di tempo per osservare ogni sala, dopodiché scorrerò, sempre accompagnato dai compagni di visita, nella sala successiva mentre i visitatori con l’orario precedente al mio si sposteranno di una sala in avanti e quelli con l’orario successivo entreranno in quella cha ho appena visitato. Altro che disorganizzazione capitolina, per tutta la durata della visita, circa un’ ora, mi è sembrato di essere a Zurigo (anche perché le finestre erano oscurate e non si poteva vedere il panorama). Tantissimi complimenti per l’organizzazione, perfetta; mi hanno accompagnato con cortesia, senza quell’oppressione e invadenza che la particolarità della situazione avrebbe comunque giustificato.
Non avendo sufficiente cultura per descrivere le opere in mostra, probabilmente altri autori di questo blog ne parleranno con maggiore competenza, vi descriverò le sensazioni che ho provato guadando alcuni quadri, solo alcuni non abbiate timore, del sublime Raffaello Sanzio da Urbino.
Nella prima sala è esposto un quadro di Pietro Vanni, “I funerali di Raffaello”, molto bello ma sinceramente cinque minuti di anticamera sono un po’ troppi per un quadro di pregio ma non eccelso. Fortunatamente il suono che indica il trascorrere dei cinque minuti di visita mi permette di entrare nel vivo della mostra.
Non vi aspettate di vedere né “la scuola di Atene” né “La Madonna del Cardellino”, sono inamovibili; il primo perché è un affresco visibile solo andando ai Musei Vaticani, il secondo perché fa parte di quella lista di quadri, ventotto per l’esattezza, che la sovrintendenza della Galleria degli Uffizi ritiene non prestabili. Cosa strana perché quella lista contiene anche il “Ritratto di Leone X” e quello alla mostra c’è. Boh!
Si può vedere “La Fornarina”, “Tommaso Inghirami”, “La Madonna della Rosa” e “Il Cristo Benedicente”; c’è “La Dama col Liocorno” e su questo vorrei soffermarmi un attimo. L’opera si ispira alla “Dama con l’Ermellino” di Leonardo, e raffigura una dama che tiene in braccio un Liocorno, in realtà all’inizio doveva essere un cagnolino trasformato poi in un Liocorno che rappresenta la purezza verginale, il mitico animale era infatti addomesticabile solo da una donna ancora vergine; Il cagnolino invece avrebbe rappresentato solo la fedeltà coniugale.
Il fatto che Raffaello si sia ispirato all’opera di Leonardo è dovuto alla sua scelta di trasferirsi a Firenze dove lavorava il genio di Vinci piuttosto che a Roma, dove avrebbe potuto imparare da Michelangelo. Scelse Firenze perché con Leonardo avrebbe appreso a donare espressività ai volti.
L’allievo imparò bene dal maestro senza però superarlo, Leonardo è inavvicinabile, e questo si nota particolarmente in uno dei quadri esposti, “La Madonna del Granduca”; il quadro estremamente delicato raffigura la Madonna che tiene in braccio il Bambin Gesù, moltissimi quadri di bravissimi artisti rappresentano questa scena, ma questo ha qualcosa in più, si percepisce un raro equilibrio tra divinità e umanità. Lo sguardo del Bambino è quello di un normalissimo fanciullo che in braccio alla madre osserva qualcosa o qualcuno, tutto è novità, tutto è curiosità, nel suo volto l’inconsapevolezza dell’essere colui che cambierà il destino dell’umanità. Il volto di Maria è quello di una madre tenera e amorosa che sembra conoscere il destino di sofferenza che attenderà il figlio e cerca di nasconderlo in un mezzo sorriso, per non turbarlo. Probabilmente, se avesse avuto scelta, avrebbe preferito per Gesù una vita normale e non quella predestinata di Salvatore dell’uomo.
La mostra prosegue con altri capolavori, “La Madonna dell’Impannata”, “La Madonna d’Alba”, “La Visione di Ezechiele”, “La Velata”, “la Visitazione” e tanto, tanto altro. Nell’ultima sala, quasi in contrasto con tanti capolavori, un piccolo quadro, uno schizzo, o meglio uno studio, raffigurante un volto e una mano. I due soggetti, in apparenza senza alcun nesso tra di loro, a me sono apparsi come complementari. Il volto sembra guardare la mano dell’artista senza la quale non avrebbe vita; la mano, quasi contorta, tende al volto come a indicarne non solo la proprietà della figura ma soprattutto lo sforzo che ha dovuto compiere per raggiungere tale perfezione ed espressività.
Si apre una porta, quella che mi fa uscire, assieme al gruppo visite delle dodici e trenta dalla mostra non più accompagnato dalla gentilissima hostess, una scala mi porterà prima alla libreria e subito dopo in strada, nella tiepida aria romana. Scendendo la scala sono abbagliato dalla luce della città, visibile dall’enorme vetrata che fa da parete, lo sguardo cade sulla cupola di San Pietro, sulla sagoma della macchina da scrivere dell’Altare della Patria e su altri monumenti che ci fanno capire di non essere a Zurigo. In fondo alla scala l’ultimo quadro, “Papa Leone X omaggia la salma di Raffaello”, opera di Pierre-Nolasque Bergeret.
Una piccola sosta al book store per l’acquisto del catalogo, poi di nuovo a casa, rivivendo nel calmo e senza traffico viaggio di ritorno tutta la bellezza che il maestro Raffaello Sanzio da Urbino ci ha lasciato.
Non perdetela.
Note biografiche sull’autore
Luca Tizzi nasce a Firenze nel 1961, la abbandona dopo 30 anni e si trasferisce nel paese di origine dei genitori, sull’Appennino Tosco-Romagnolo in provincia di Forlì-Cesena. Percorso di studi arruffato, bancario per motivazioni alimentari, ma senza convinzione, si interessa di Cinema, Musica, Fotografia, Arte, Fumetti e molto altro. Gli piace scrivere anche se dice di non esserne capace, gli piace fotografare perché non sa disegnare, ma anche in questo dice di riuscire poco bene. Sogno nel cassetto, diventare ricco scrivendo cose orribili che leggono in molti. Libere Divagazioni è la rubrica di intrattenimento da lui condotta, nella quale scrive di musica e canzoni, ma anche di arte e libri e molto altro, con la spiccata caratteristica che lo contraddistingue di saper ricercare l’aspetto meno noto, la curiosità più stuzzicante, per regalarvi delle chicche molto appetitose.
NB: Immagini e video inclusi in questo articolo sono stati reperiti in rete a puro titolo esplicativo e possono essere soggetti a copyright.L’intento di questo blog è solo didattico e informativo.