Le freak, c’est chic.
Un film non certo a tema natalizio ci riporta a quello spirito di bontà, di buoni sentimenti e di accoglienza che dovrebbe andare oltre questo periodo. Un film contestato e controverso mostra come la diversità che ci spaventa sia migliore della normalità che ci rassicura. Di Luca Tizzi.
Natale è il periodo dei buoni sentimenti, dovrebbero esserlo tutto l’anno ma non è così. Celebra la nascita di Gesù Bambino e quello dovrebbe essere; aiutato da alcune tradizioni popolari come quella di Santa Lucia, dispensatrice di doni e festeggiata sempre a fine dicembre, e di San Nicola, prototipo di Babbo Natale, ha trasformato l’evento religioso in un affare commerciale.
Ad aiutare il tutto, dagli Stati uniti una celebre industria di bevande gassate, che ha creato l’immagine universalmente conosciuta, e la loro abitudine a praticare sconti nei negozi subito dopo la festa del Ringraziamento, l’ormai universale Black Friday, hanno creato un orgia consumistica che, dalla fine di novembre alla metà di gennaio, non ci dimentichiamo dell’Epifania, sconvolge il mondo conosciuto.
La festa coincide approssimativamente con il solstizio d’inverno, il giorno più corto dell’anno, almeno nel nostro emisfero. Nonostante si entri nei mesi più freddi le giornate iniziano ad allungarsi, si entra in un nuovo anno e in una nuova vita. La festività ha anche contribuito alla produzione di una miriade di film a tema con il ripetersi incessante di Babbo Natale smemorati, storie di amore che sbocciano nella semplicità e desideri che si avverano, come doni natalizi, e che sconvolgono la vita dei protagonisti facendoli ricredere sulle loro azioni e sui loro veri sentimenti. Non lo dite a nessuno ma a me piacciono.
in Italia negli anni ’70 si iniziò ad usare il termine “Freak” per indicare quei gruppi di giovani che si distanziavano dal comportamento comune, la sua accezione negativa era blanda, indicava solamente un modo di vestire, di vivere diverso da quel comune senso dell’estetica e dell’educazione che ingessava le persone in atteggiamenti spesso non sinceri. In Inglese, mi si contraddica se sbaglio, il termine significa “Diverso”, Mostro” ed il suo significato è decisamente negativo.
A raccontare la storia di alcuni Freaks, fu il regista Tod Browning con l’omonimo film del 1932. Il film a causa delle sue burrascose vicende non è molto conosciuto, la Germania nazista lo vietò leggendovi forse la denigrazione della razza ariana, in Inghilterra venne pubblicato nel 1964 ed in Italia non arrivò mai nelle sale e fu trasmesso in televisione solo nel 1983. Il pubblico Statunitense lo rifiutò a tal punto che è l’unico film della MGM ad essere stato ritirato dalle sale.
La storia narra di un gruppo di esseri deformi, ma dai buoni sentimenti, che lavorano in un circo, uno di questi esseri si innamora della bella trapezista Cleopatra, amante di Ercole, l’uomo forzuto dello spettacolo. Il piccolo mostro Hans, fidanzato con Frida ed affetto da acondroplasia (nanismo per capirci) come lei, nonostante gli avvertimenti degli altri diversi del circo sposa la bella che, dopo le nozze, continuerà ad essere l’amante di ercole e cercherà di avvelenarlo per ereditare le considerevoli ricchezze di Hans. In una notte di pioggia i freaks attaccano i due amanti uccidendo Ercole e mutilando Cleopatra che sarà poi esposta nel circo come “La Donna Gallina”.
Il film, appartenente al genere horror, presenta scene molto forti e si è conquistato recensioni del seguente tenore:
– Chiunque possa considerare intrattenimento questo, dovrebbe essere internato nel reparto psichiatrico di qualche ospedale.
– Non ci sono scuse per questo film. C’è voluta una mente perversa per produrlo e ci vuole stomaco per guardarlo.
il film è nella classifica tra i 50 migliori cult movie prodotti ed è conservato nel National Film Registry della biblioteca del congresso di Washington. E’ un opera che esalta la diversità come valore aggiunto condannando la presunta normalità ad essere la unica vera mostruosità. Guardatelo se vi capita o riesce.
Dovremmo abituarci a considerare il diverso, lo straniero come qualcosa da accogliere ed integrare nella nostra vita prendendo quello che di buono e bello ci possono portare e donando loro il buono e il bello che abbiamo, come vorrebbe lo spirito natalizio e la civile convivenza.
Buone feste a tutti.
Note biografiche sull’autore
Florentini natione non moribus – Luca Tizzi nasce a Firenze nel 1961, la abbandona dopo 30 anni e si trasferisce nel paese di origine dei genitori, sull’Appennino Tosco-Romagnolo in provincia di Forlì-Cesena. Percorso di studi arruffato, bancario per motivazioni alimentari ma senza convinzione, si interessa di Cinema, Musica, Fotografia, Arte, Fumetti e molto altro. Gli piace scrivere anche se dice di non esserne capace, gli piace fotografare perché non sa disegnare, ma anche in questo dice di riuscire poco bene. Sogno nel cassetto, diventare ricco scrivendo cose orribili che leggono in molti. libere Divagazioni è la rubrica di intrattenimento da lui condotta, nella quale scrive di musica e canzoni, ma anche di arte e libri e molto altro, con la spiccata caratteristica che lo contraddistingue di saper ricercare l’aspetto meno noto, la curiosità più stuzzicante, per regalarvi delle chicche molto appetitose.
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