Le architetture del vino
Architettura del vino o wine architecture, un mondo che unisce la passione per l’architettura, il territorio e la produzione dei vini. Solo per intenditori.
di Alessandra Bettoni

aerial green ©Jenna Decker
La pandemia sembra finalmente rallentare la sua morsa e mentre il mondo accenna a tornare alla normalità ed a ripartire, con l’approssimarsi dell’estate si fa prorompente la voglia di evasione – anche in senso letterale! Sarà un’estate anomala, andremo in spiaggia forse, ma avvolti nel plexiglass, non potremo prendere aerei per mete esotiche, i più fortunati raggiungeranno le case di vacanza. In questo momento di incertezza di sicuro sappiamo che non è vietato viaggiare con la fantasia e così, pensando a cosa poter fare, con l’aiuto di Internet e della professoressa di architettura di mia figlia, ho esplorato il mondo della “wine architetcure”, nel quale la passione per l’architettura si unisce a quella della produzione dei vini.
Cosa c’è di meglio di un buon bicchiere di vino in compagnia? Il piacere di degustare questa antica bevanda ed il senso di convivialità che questa suscita sono rimasti immutati nei secoli, mentre oggi i luoghi in cui si produce e si degusta il vino sono molto cambiati.
Negli ultimi quindici anni l’attenzione dell’architettura nostrana ma anche internazionale si è posata sul design delle cantine vinicole. Alcune fra le grandi firme della progettazione architettonica hanno dato vita ad alcune fra le più suggestive progettazioni di questo genere.
A Elciego in Spagna, le Cantine Marques de Riscal hanno incaricato Frank O. Gehry di progettare l’edificio principale della nuova “Città del Vino”, lo spettacolare Hotel Marques de Riscal. Inconfondibile il tocco del decostruttivista Gehry che appare ancora più marcato con queste volute di titanio dai colori cangianti che svettano sull’estensione dei vigneti circostanti. Si ha infatti l’impressione che le fondamenta siano nel vigneto. In realtà le colonne poggiano a 8 metri di profondità dal livello della hall, mentre il vigneto si sviluppa al di sopra di un ambiente interrato.

Marqués de Riscal – Progetto di Frank O. Gehry – da Web

Marqués de Riscal – Progetto di Frank O. Gehry – da Web
Sempre nella regione della Rioja in Spagna, un’altro grande architetto firma il progetto per le cantine Bodegas Ysios sito di produzione vinicola vicino alla città di Laguardia. La griffe di Santiago Calatrava è inconfondibile ed a tratti ci ricorda l’italiana Stazione Mediopadana. Il tetto è costituito da travi in legno, disposte a formare una superficie ondulata. Le travi sono dotate di un rivestimento esterno in alluminio. Questa copertura a forma di onda sembra riprendere il movimento delle vigne circostanti. Lo stesso motivo è ripreso all’interno nella sala di invecchiamento dove centinaia di barrique sono disposte in posizione semicircolare nell’enorme ambiente a clima controllato.

Architectour.net International Contemporary Architecture Database
Architectour.net – Bodega Ysios

Architectour.net International Contemporary Architecture Database
Architectour.net – Bodega Ysios

56Lab – Laboratorio di Architettura e Design
Venendo alle perle nazionali, certamente l’Italia non è rimasta indietro. Molti sono gli esempi di architettura del vino firmate da alcuni grandi architetti italiani. Ne ho scelte tre, tutte in Toscana e tutte visitabili (quando potremo finalmente ritornare a viaggiare!).
La Cantina Petra situata nella Val di Cornia in Toscana è stata progettata dall’architetto Mario Botta. La struttura è “scavata” nella collina e sembra farne parte da sempre. La luce naturale filtra in tutti gli ambienti di questo edificio dalla forma circolare, rivestito in pietra di Prun e si diffonde in tutti gli spazi lavorativi. La maestosa scalinata che caratterizza l’opera architettonica conduce ad un poggiolo da cui è possibile ammirare il Mar Tirreno e le sue isole.

Cantina Petra – Progetto di Carlo Botta

Cantina Petra – Progetto di Carlo Botta
Sempre in Toscana, una nota di merito va alla Nuova Cantina Marchesi Antinori a San Casciano Val di Pesa ideata da Marco Casamonti, uno splendido esempio di architettura ipogea. Si tratta di una struttura progettata per integrarsi in modo armonioso con il territorio circostante. La cantina infatti si sviluppa su cinque piani interrati, lasciando emergere in superficie solamente i due tagli laterali sui fianchi della collina, completamente ricoperta di vigneti. Il tratto distintivo della cantina è la meravigliosa scala elicoidale in corten che collega i piani dell’edificio.

Cantina Antinori – Progetto di Marco Casamonti da Web

Cantina Antinori – Progetto di Marco Casamonti – da Web
Nel cuore della Maremma è possibile ammirare la cantina Rocca di Frassinello firmata dall’architetto Renzo Piano. Si tratta di un progetto caratterizzato dall’estrema essenzialità nelle forme che pone al centro la funzionalità della cantina, intesa come un vero e proprio stabilimento di produzione. Invece di assecondare il tradizionale ordine della filiera produttiva, Piano pone al centro del suo disegno la barriccaia, opportunamente interrata per mantenere stabili umidità e temperatura. La cantina appare come un grande quadrato di 40 metri per 40 con un immenso solaio, intorno al quale in una cornice larga 20 metri sono disposte tutte le altre funzioni del ciclo produttivo: su due lati sono distribuiti i tini in acciaio, sopra i quali attraverso un chiusino accessibile dal tetto sovrastante nel periodo di vendemmia, l’uva scende per caduta.

Rocca di Frassinello – Progetto di Renzo Piano – da Web

Rocca di Frassinello – Progetto di Renzo Piano – da Web
Per approfondire, oltre che le achitetture, anche la superlativa produzione vinicola vi consiglio i seguenti link:
Nuova Cantina Marchesi Antinori
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Note biografiche sull’autrice di questo articolo

Alessandra Bettoni
Alessandra nasce nel 1966 e si sente ancora in quella fase della vita in cui non vuole cedere alla civetteria di omettere questo dato dalla sua biografia. Vive a Milano, la città che l’ha adottata e nella quale si sente a proprio agio. Di mestiere insegna: tiene corsi privati di lingua inglese, ma fino a qualche anno fa si occupava di marketing e vendite per le aziende e viaggiava spesso per lavoro, anche all’estero. La sua vita l’ha sempre portata a contatto con le persone, ciò nonostante si ritiene abbastanza “orso” per apprezzare una serata a casa da sola, ma non abbastanza per apprezzare un pasto al ristorante consumato senza compagnia. Apprezza qualsiasi forma di espressione artistica. Ama in particolare l’architettura e la fotografia. Fotografa da pochi anni, il digitale è l’unico universo che conosce. E’ una delle ideatrici e fondatrici di ArteVitae Blog, ne cura l’editing, la promozione e a volte scrive.