L’avvelenata, una canzone che non doveva essere pubblicata.
L’avvelenata, di Francesco Guccini, è una canzone nata per caso che è diventata simbolo di una generazione; Luca Tizzi ci racconta la breve storia di questo pezzo e dei colpi di penna tra il maestrone e il critico musicale Riccardo Bertoncelli.
Pochi giorni dopo l’entrata in guerra dell’Italia, si parla della seconda guerra mondiale, nasce a Modena Francesco Guccini. Maestro elementare, giornalista, scrittore, musicista, autore, cantautore, poeta. Inizia a scrivere canzoni già nel 1959, non ancora ventenne, per i Nomadi soprattutto ma anche per Caterina Caselli. Ospite di una trasmissione televisiva propone al pubblico “Aushwitz”, nello stesso anno, il 1967, furono i Nomadi a portare al successo un altro brano di Francesco Guccini, quel “Dio è Morto” che sarà censurato per blasfemia ma verrà trasmesso dalla radio Vaticana, sembra che a SS Paolo VI piacesse molto.
Sempre in quell’anno uscì il primo disco di Guccini “Folk Beat n.”, un album praticamente ignorato, seguiranno “Due Anni Dopo”, “L’Isola Non Trovata” e “Radici”, quest’ultimo lavoro rappresenta il vero salto artistico dell’autore e contiene alcune delle canzoni più belle del cantautore, “La Locomotiva” su tutte. Giorgio Gaber ebbe a dire di Guccini : Uno che scrive tredici strofe su una locomotiva può scrivere veramente di tutto.
Nel 1974 esce “Stanze di Vita Quotidiana”, un disco difficile e complesso di ispirazione Leopardiana che nel tempo sarà rivalutato e porterà il testo di “Canzone per Piero” tra le fonti dell’esame di stato del 2004.
Nel 1952 nasce a Novara Riccardo Bertoncelli, appassionato di musica rock fondò alcune fanzine che si occupavano di questo genere musicale fin quando, sempre nel 1974, fondò la rivista “Gong”, punto di riferimento dell’epoca per gli appassionati di musica di oltremanica e di oltreoceano. Sempre in quell’anno il giovane critico musicale ebbe a recensire l’ultimo album di Guccini, definendo l’artista come ormai sgonfio e senza più niente da raccontare.

Francesco Guccini incontra Riccardo Bertoncelli
Un periodo forse difficile per l’artista e la stroncatura di Bertoncelli portarono il cantautore modenese a scrivere “L’Avvelenata”, in quel brano di rabbia, riflessione e delusione citò esplicitamente il giovane critico musicale accusandolo di sparare cazzate.
Quando il giornalista venne a conoscenza che era citato in un testo di Guccini, lo contattò e i due si incontrano a casa del maestro a Bologna, in Via Paolo Fabbri al 43.
L’incontro servì a modificare l’opinione che uno aveva dell’altro e al termine della serata Francesco prese la chitarra e cantò la canzone per il suo nuovo amico. Gli disse che la canzone non sarebbe mai stata pubblicata e che, se voleva, avrebbe tolto il suo nome dal testo. Bertoncelli rifiutò e il suo nome è rimasto come scolpito in quel testo.
L’enorme successo che il brano aveva durante i concerti quasi costrinse l’autore ad inserirlo nell’album successivo a quella diatriba, quel “Via Paolo Fabbri 43” che resta uno dei più belli dell’artista modenese.
Ps: Nella canzone, pur non essendo riportato in copertina, si sente il suono di un trombone, sembra che fosse lo stesso Bertoncelli a suonare lo strumento. Quello che la musica può fare.
Note biografiche sull’autore
Florentini natione non moribus – Luca Tizzi nasce a Firenze nel 1961, la abbandona dopo 30 anni e si trasferisce nel paese di origine dei genitori, sull’Appennino Tosco-Romagnolo in provincia di Forlì-Cesena. Percorso di studi arruffato, bancario per motivazioni alimentari ma senza convinzione, si interessa di Cinema, Musica, Fotografia, Arte, Fumetti e molto altro. Gli piace scrivere anche se dice di non esserne capace, gli piace fotografare perché non sa disegnare, ma anche in questo dice di riuscire poco bene. Sogno nel cassetto, diventare ricco scrivendo cose orribili che leggono in molti. libere Divagazioni è la rubrica di intrattenimento da lui condotta, nella quale scrive di musica e canzoni, ma anche di arte e libri e molto altro, con la spiccata caratteristica che lo contraddistingue di saper ricercare l’aspetto meno noto, la curiosità più stuzzicante, per regalarvi delle chicche molto appetitose.
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