23 Gennaio 2019 By Francesco Galletta

La ricerca non procede in linea retta

Si dice sempre: “chi cerca trova”, ma è vero, spesso, che alcune cose accadono senza che nessuno le abbia mai chiamate. Si parano davanti a noi, aspettando solo di essere raccolte. Chi vorrà cercare delle regole, però, non ne troverà. Perché l’unica certezza è che non ce ne sono.

di Francesco Galletta

 La ricerca non procede in linea retta. Può non avere fine, né mai principio. Non è per forza progressione: può essere ritorno, inflessione, esplorazione perimetrale. Può virare con brusche inversioni, valicare occasionali terre di confine e rientrare; può essere anche solo un pretesto. La ricerca è metodo, ma ognuno avrà il suo: il migliore possibile per le proprie capacità. All’inizio è solo pensiero; dopo dovrà farsi rete, sistema additivo di connessioni o blocco da scomporre per sottrazione.

La ricerca è un salto a ostacoli; a volte deriva dal caso o è un’invenzione del destino. È una porta che si apre senza che tu abbia bussato o che si chiude all’improvviso senza tocco. La ricerca è un’avventura che non vuole pregiudizi, un confronto onnivoro con l’intorno, uno scatto interiore. La ricerca viaggia libera e collegherà mondi lontani e persone diverse; idee a prima vista separate. Non ha paura di andare e tornare nel tempo, perché è connessione di emozioni, ma pure lucido distacco.

 

La ricerca dà peso al particolare come al generale; è frenesia, inquietudine visionaria, azzardo ma, soprattutto, è dubbio. Deve essere dubbio! Non c’è ricerca senza dubbio; è questa l’unica, vera, assurda, incrollabile certezza.

Scrisse Louis Kahn che «una buona domanda è più importante della più brillante risposta» e il fotogramma dal film di Federico Fellini, scelto per accompagnare questo testo – brevissimo come un respiro rotto – è il paradigma più opportuno per riassumere in un’immagine il senso ultimo di una ricerca: la ricerca in sé.

[La frase di Louis Kahn (architetto americano, 1901-1974), pubblicata in “The Voice of America” 1960, è ripresa da Christian Norberg-Schulz in: Louis Kahn, idea e immagine, Officina Edizioni, Roma 1980, pag. 69. L’immagine di Marcello Mastroianni è un fotogramma della sequenza iniziale del film del 1963, di Federico Fellini (regista italiano, 1920-1993), tre nomination più due premi Oscar (miglior film straniero e migliori costumi) nel 1964; l’elaborazione del colore è dell’autore.]

 

[Ndr] Tutte le foto e i video presenti in questo articolo sono stati reperiti in rete a puro titolo esplicativo e possono essere soggetti a copyright. L’intento di questo blog è solo didattico e informativo.

 


 

 Note biografiche sull’autore

Francesco Galletta (Messina, 1965), architetto, grafico. Titolare di Tecniche Grafiche alle scuole superiori; laureato con una tesi di restauro urbano, è stato assistente tutor alla facoltà di Architettura dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria per Storia dell’Urbanistica e Storia dell’Architettura Moderna. Dottore di Ricerca alla facoltà di Ingegneria di Messina, in rappresentazione, con una tesi dal titolo: “L’Immaginario pittorico di Antonello”. Con l’architetto Franco Sondrio ha rilevato, per la prima volta, la costruzione prospettica e la geometria modulare dell’Annunciazione di Antonello. La ricerca, presentata in convegni nazionali e internazionali, è pubblicata in libri di diversi autori, compresa la monografia sul restauro del dipinto. Sempre con Franco Sondrio ha studiato l’ordine architettonico dell’ex abbazia di San Placido Calonerò nell’ambito del restauro in corso e scoperto a Messina un complesso architettonico della metà del ‘500, collegato al viaggio in Sicilia del 1823 dell’architetto francese Jaques Ignace Hittorff.