La Fabrica, ex sito industriale a Barcellona e la straordinaria opera di riconversione architettonica di cui è stata oggetto, realizzata dall’Architetto Bonfill, sono i protagonisti della nostra storia di oggi.
di Luigi Coluccia
Quella che vi raccontiamo oggi è l’incredibile storia che vede protagonisti un architetto spagnolo e un ex cementificio. Ricardo Bofill, questo il suo nome, è l’artefice di una riconversione architettonica a dir poco incredibile. Nel 1973, l’architetto rimane affascinato da una vecchia fabbrica ormai in stato di abbandono sita nei pressi di Barcellona. Fin qui nulla di eccezionale, quanti di noi non hanno mai provato un’analoga sensazione? La cosa che rende questa storia straordinaria, è che l’architetto decide di acquistare l’intera struttura e di riconvertirne l’uso. L’ex fabbrica viene trasformata in un moderno ed elegante studio abitazione.
L’ex cementificio, questo infatti è la sua destinazione d’uso prima della cessazione delle sue attività, risaliva agli anni della Grande Guerra. E’ composto da oltre trenta silos, da enormi sale-macchina e tunnel sotterranei che si sviluppano per quattro chilometri. “I primi lavori sono cominciati con parziali abbattimenti per dare luce a forme nascoste e recuperare alcuni spazi“, ha dichiarato Bofill. A distanza di quarantaquattro anni, tanto infatti sono durati i lavori di ristrutturazione, “La Fabrica”, nome con cui è conosciuta, è diventata quindi una magnifica opera architettonica riconvertita ad uso abitativo.
Adesso è la sede del suo studio professionale, il “Ricardo Bofill Taller de Architettura“. Lo studio nasce nel 1963, anno in cui l’architetto riesce a costruire intorno a sé una squadra di talenti provenienti da diverse discipline: architetti, ingegneri, pianificatori, urbanisti, grafici economisti, scrittori, cineasti e filosofi provenienti da tutto il mondo. L’ambizione è quella di realizzare spazi che sfidano le norme culturali, sociali e architetturali dell’epoca.
Attualmente vi sono dei silos adibiti ad uffici, sale riunioni ed archivi. Ci sono anche enormi sale per mostre, concerti e proiezioni. La ristrutturazione è tuttora in essere e costituisce un lavoro che sembra non finire mai. Forse questa è una volontà precisa dell’architetto 77enne, quella di trasformarli in una vera e propria ragione di vita. Uno stimolo a continuare in un’opera instancabile verso un futuro che continuamente tende a cambiare forma.
Un’oasi verde inoltre circonda “La Fabrica” che assume così le sembianze di un posto fiabesco in cui perdersi. Ci si trova di fronte ad un’opera architettonica imponente, caratterizzata da un alone di magia. Questa sembra essere presente in ogni angolo della struttura. Una riconversione che ha sostituito tonnellate di cemento con eucalipti, palme, ulivi e cipressi. Un po’ una rivisitazione al contrario della magnifica “I ragazzi della via Gluck” di Celentano.
Oasi verde all’esterno
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