Messico 1970: Italia Germania 4-3, la partita del secolo
Storie di fotografie oggi ci ricorda la “partita del secolo”, Italia Germania dei mondiali del Messico del 1970, finita 4-3 per gli azzurri. La partita si giocò il 17 giugno allo stadio Azteca di Città del Messico e tenne con il fiato sospeso un’intera nazione. Perfino chi non era ancora nato tende ad illudersi di esserci stato. Una partita epica, vinta grazie ad un carattere che tutti vorrebbero avere nei momenti difficili
In questa rubrica di ArteVitae, Edmondo Di Loreto ogni settimana ci propone una fotografia. Di questa, ci racconta la storia che in essa vive per sempre, con la spiccata sagacia che lo contraddistingue. Lo fa raccontando le particolari situazioni ed i fortuiti eventi che l’hanno generata. Analizza cosa ha indotto il fotografo ad immortalare quel momento unico ed irripetibile, rendendolo cosi immortale. La rubrica prende spunto dall’attualità, da particolari ricorrenze, ma anche da circostanze curiose piuttosto che eventi storici.
E’ il Giugno del 1970, precisamente il 17. Sono passati 47 anni, una mezza vita. I mondiali di calcio in Messico piombano nelle notti estive degli italiani. Per il fuso orario le partite, quelle che contano davvero, da noi si vedono oltre la mezzanotte. La tv diventa una sorta di altare domestico, un oggetto di culto attorno al quale si raduna mezza Italia: in casa, sui balconi, nei bar, mica c’erano i maxi schermi. E’ tutto un fiorire di postazioni televisive più o meno improvvisate. Un nebuloso bianco e nero e la voce lontana di Nando Martellini tengono svegli i tifosi, tra una birra e un panino, un gelato, un ventaglio, una canotta sbrindellata, una bandiera riesumata dalla soffitta. Ve lo ricordate Mexico 70? Avevo 14 anni, la scuola finita e tutta l’estate ancora davanti. La Nazionale in semifinale contro i panzer teutonici. Una sfida improponibile: Davide contro Golia.
La notte del 17 giugno c’è “Italiagermaniaquattroatre” ed anche io sono stato testimone della partita del secolo, la partita delle partite. Io c’ero! Si, su un balcone davanti al cubo televisivo girato verso l’esterno, in calzoncini e sandaletti. Testimone di una partita “da infarto”. Era Italia-Germania gente! Si, proprio quella lì! Con Albertosi e Giggiriva, Beckenbauer e Gherd Muller dalle gambe a ics. Burnich, Facchetti e Boninsegna e una voce filtrata che si sovrappone al concitato ed incredulo racconto televisivo di Martellini: “vinciamo…vinciamo…”!!! Poi, a notte fonda, una festa incontrollabile, un delirio collettivo. Forse una delle prime “baldorie di piazza” legate al pallone. Era solo un gioco.
4 giorni dopo: il 21 di giugno, quel che restava di una Nazionale barcollante e sfinita, prendeva 4 sberle sonore e ineluttabili dal Magno Brasile di quel mondiale. Il Brasile più forte di sempre: quello con Pelè, Tostao, Rivellino e compagnia giocante. Lo sapevamo tutti che avremmo perso. Ma non fa niente. Siamo secondi e abbiamo visto “Italiagermaniaquattroatre”. E tanto è un gioco. Già, era solo un gioco, nel 1970 in Messico.
Edmondo Di Loreto è nato a Roma nel 1956 e vive tra Puglia e Abruzzo. Fotografa, con passione ondivaga, dall’età di 7 anni. Ha viaggiato in tutto il mondo ed ha realizzato numerosi reportage. Nel 1994 ha vinto il concorso nazionale di foto-reportage Petrus World Report. Nel 2004 ha ricevuto il gran premio della giuria al concorso del Touring Club Italiano sulle case rurali “Alta Definizione della campagna Italiana”. Nel 2006 è stato uno dei 5 autori selezionati per il Premio Chatwin: Camminando per il mondo con due video, un racconto ed un portfolio fotografico sui popoli del fiume Omo in Etiopia, esposto a Genova presso il Museo del Castello d’Albertis.
E’depositario e curatore dell’archivio storico fotografico familiare che comprende oltre 10.000 immagini in lastra e negativi ed ha donato parte di tale materiale al Museo del Territorio di Foggia che lo espone in pianta stabile. E’ socio del FotocineClub Foggia BFI EFI del quale è stato anche vicepresidente e con cui ha allestito varie mostre personali e numerose collettive. Con Elio Carrozza e Giovanni Torre ha promosso il progetto Anime Salve legato alla questione delle migrazioni che, con una mostra e due volumi fotografici, sta girando l’Italia. Ogni volta che può, promuove la fotografia in ogni sua forma e significato.