Felice come (un’isola di) Pasqua!
L’isola di Pasqua è la meta protagonista della rubrica “Sì, viaggiare”, curata da Valentina Fenu per ArteVitae.
di Valentina Fenu
Su Focus, vedi questi giganti di pietra e ti chiedi “Ma sarà vero?”, poi atterri e appena poggi piede su questa terra magica, il respiro diventa assente per un momento e qualcosa ti riempie d’un tratto i polmoni e scivola dagli occhi: lacrime – inspiegabili – salate come l’oceano Pacifico che abbraccia Rapa Nui.
Lacrime e mare, stessa cosa: l’infinito in te e tu parte dell’infinito. É la prima lezione che ti regala questo luogo.
L’isola di Pasqua è un puntino sull’atlante, distante ben 6 ore di volo da Santiago del Cile, e proprio del Cile è giurisdizione.
Un clima subtropicale ne garantisce umidità, pioggia, colline verdi e fiori d’ogni forma e colore e l’origine vulcanica crea quel resto di roccia, scuro e spigoloso che tanto s’intona all’Anima dell’isola: forte ma dolce.
I Moai esistono, eccome.
Sono più grandi e affascinanti visti da vicino.
Erano (sono) custodi dell’isola: danno le spalle all’oceano e ne filtrano la divinità sulla terra. Come angeli custodi, trovano spazio su diversi versanti dell’isola.
La parte nord è selvaggia e inaccessibile, mentre a sud è un piacere camminare tra le poche stradine di Hanga Roa, unica cittadina, e ancor di più nei sentieri sassosi del parco nazionale che portano a cuevas sotterranee a picco sull’oceano, agli altari dei Moai e a te stesso.
Già, perché da qui, non tornerai più com’eri prima.
Avvolto dai miti, dai misteri e dai culti, noterai che sul calar del sole ogni giorno qualcuno suona una chitarra al firmamento così come durante i tuoi passi, mucche, cavalli e cani sono liberi per le strade: “Pachamama“, madre terra; ogni creatura è in equilibrio.
Tutto in uno, uno in tutto. E tu, sei tutto questo.
Respira forte questa Energia perché è la Vita, quella vera, e scordati quando ti hanno detto che sono indietro di mille anni perché non sono tecnologici: sono umani e civili, esattamente tutto ciò che invece noi abbiamo perso, lontani dalle radici e vicini agli artifici che abbiamo creato per sentirci grandi.
Imperdibile un giro sul bordo del cratere di Rano Kau, vulcano spento, al cui interno si è sviluppato un microhabitat e a Rano Raraku cioè la famosa “culla” rocciosa dove venivano scolpito i Moai.
Portate cuore e mente, che per riempirle ci penserà Rapa Nui.
Note biografiche sull’autrice
Valentina Fenu – Classe 1985, nata “in quel ramo del Lago di Como che volge a mezzogiorno” – ma con chiare origini sarde – ama da sempre arte e letteratura. Laureata in scienze della comunicazione, ha collaborato per passione con la webzine Lobodilattice – dopo diversi anni di carta stampata – e quotidianamente cura la sua pagina Facebook in cui parla di letteratura, vita e emozioni. “Due di uno” è il suo primo romanzo pubblicato da Edizioni del Faro nel 2014. Valentina Fenu – Facebook
Tutte le immagini di questo articolo sono coperte dal diritto d’autore e sono state gentilmente concesse da Valentina Fenu© ad ArteVitae per la realizzazione di questo articolo.