Islanda, La danza dell’Aurora Boreale
Per la rubrica Viaggi Fotografici, curata da Stefano Degli Esposti, oggi torneremo in Islanda per lasciarci incantare dalla danza magica dell’ Aurora Boreale.
L’attesa
La cena ha appena alleggerito le fatiche di un viaggio di oltre seicento chilometri iniziato di mattina a Reykjavik. Siamo quasi pronti per tornare nelle nostre camere, col verde del muschio ancora fissato negli occhi. Dobbiamo assolutamente “ricaricare le pile” per la tappa del giorno dopo. Ma, da qualche minuto, dentro al ristorante si sta mormorando che sia la notte giusta, a dispetto delle previsioni (1). Si respira aria di grande attesa, che accomuna residenti e turisti. Infatti, si nascondeva sopra alle nuvole da ben tre settimane, ininterrottamente.
Allora puoi facilmente immaginare la forza della tempesta emotiva che si scatena dentro di noi, che avevamo posto l’aurora boreale in cima alla lista degli obiettivi di viaggio. Era Ottobre, il mese più piovoso dell’anno per l’Islanda. Quindi non era così scontato riuscire a vederla, avendo a disposizione pochi giorni, perché le condizioni ideali sono l’assenza di nuvole e di illuminazione artificiale.
Corriamo immediatamente verso il nostro residence. Recuperiamo l’attrezzatura fotografica, noncuranti della sabbia vulcanica uscita dagli scarponi, che ancora invadeva la moquette delle camere dal nostro arrivo. Indossiamo frettolosamente qualche indumento più resistente al freddo, per affrontare una notte di una durata impossibile da pronosticare. Subito in macchina, verso la Laguna Ghiacciata di Jökulsárlón, sulla costa meridionale, dove eravamo già stati nel pomeriggio. All’arrivo troviamo il parcheggio già affollato. Molti ci hanno preceduti, senza sorprenderci, perché questo è uno degli scenari più suggestivi per riprendere lo spettacolo.
Quindi capirai che non sia facile trovare la postazione giusta, poiché occorre spazio per appostare i cavalletti e la relativa attrezzatura per le riprese necessariamente in lunga esposizione. I tempi di preparazione si dilatano anche per cercare le impostazioni ideali di scatto.
L’apparizione
Qualche nuvola vaga nel cielo, lasciando ampi spazi alla scena punteggiata dalle stelle. Siamo già pronti, quando appaiono le prime scie verdi, salutate dal tripudio generale. Si inizia, quindi, a scattare per acquisire confidenza in un ambiente mai sperimentato prima. Ci scambiamo continuamente domande e consigli sulla lunghezza di focale, l’apertura del diaframma e il tempo di posa. Si mormora sottovoce per non rovinare l’atmosfera di contemplazione, che regna sovrana. L’arrivo improvviso di un’automobile spezza il silenzio col fragore dei pneumatici sul terreno sconnesso e illumina il buio coi fari abbaglianti.
Non ti sarà difficile immaginare la preoccupazione (e l’incazzatura) di chi si è preparato a lungo per fotografare in assenza di luci, per il timore di sovraesporre le immagini. Considerando anche la premura nell’uso della luce tenue dei cellulari per non disturbare le riprese.
I blocchi di ghiaccio improvvisamente si illuminano e la laguna si trasforma in uno studio fotografico, lasciandoci in bilico fra la finzione e la realtà. La scena diviene ancor più surreale con la comparsa di una coppia di sposi, che scende dall’automobile. Entrambi sono vestiti con l’abito leggero del matrimonio, noncuranti della temperatura, per essere immortalati nelle foto ricordo come se si trovassero in spiaggia ai Caraibi. Questa imprevedibile condizione offre a tutti l’opportunità di creare immagini con una luce, che nessuno avrebbe avuto modo nemmeno di pensare.
La ballerina del cielo intanto si muove con la sua danza improvvisata, affascinante quanto inafferrabile. La lunghezza di esposizione degli scatti permette di seguirla nelle volte che sa disegnare con eleganza, mentre la laguna si tinge del suo verde. Le stelle, a loro volta, solcano lievemente i fotogrammi coi loro spostamenti impercettibili all’occhio. Le scie luminose aumentano di volume e intensità, si allargano fino a fondersi in un ventaglio verde, che occupa quasi completamente il cielo, ora sgombero da nuvole. Dopo poco la ballerina esce di scena, lasciando tutto lo spazio alle stelle che brillano magicamente nel buio della notte.
Il ritorno
La temperatura, appena sotto allo zero grazie all’influenza della Corrente del Golfo, rende l’attesa meno difficile del previsto. Ecco che ritorna. Compone forme bizzarre, ora allungandosi in verticale, ora estendendosi in orizzontale, colorando le nuvole sopraggiunte a guardare. Mentre cerchiamo di catturarla, lei si muove come una preda in fuga, che cambia continuamente direzione, fino a scomparire di nuovo, ma più lentamente. Data l’ora, decidiamo di rientrare.
- Stefano Degli Esposti ©
- Stefano Degli Esposti ©
Prova adesso a calcolare la fatica accumulata dopo una sosta di ore in piedi, che si somma a quella di una intera giornata in viaggio. Fortunatamente l’adrenalina è il miglior supporto nei viaggi fisicamente più impegnativi e ti consente di tenere ancora gli occhi ben aperti e l’attenzione viva.
La danza con la luna
Nonostante la stanchezza e la sensazione di appagamento, lungo la strada del ritorno i nostri occhi non si lasciano sfuggire una macchia bianca nel cielo appena sopra l’orizzonte. Arrivati al residence, ci ritroviamo la luna che risplende sull’oceano, mentre sta per sorgere in un cielo di nuovo verdeggiante. Si, è ancora lei. La ballerina è tornata, inaspettatamente. Quindi non ci resta che riattrezzarci per le nuove riprese, mentre lei forma un vortice con la sua consueta eleganza, come una diva che saluta il suo amato pubblico regalandogli il bis.
Quando provi emozioni di questa intensità, oltre all’indelebile ricordo, ti resta il bisogno di riviverle. Quel saluto non è stato un addio, ma un lungo arrivederci, avveratosi a distanza di pochi giorni a Hellnar nella penisola di Snæfellsnes a nord-ovest. Da allora permane in noi il desiderio di potere rivivere quei momenti di grande emotività.
(1) Il sito web ufficiale del meteo islandese dedica una pagina alle previsioni dell’aurora boreale che vengono aggiornate in tempo reale https://en.vedur.is/weather/forecasts/aurora/
Note biografiche sull’autore

Stefano Degli Esposti
“Carpe noctem”, quando il “carpe diem” non basta. Stefano Degli Esposti nasce nel 1958 a Casalecchio di Reno (BO), che resta la sua città di riferimento, nonostante il trasferimento sulle colline di Sasso Marconi. La formazione scolastica di indirizzo commerciale caratterizza il suo percorso professionale fino alla direzione di aziende di contesto multinazionale. Si diverte in cucina, si rilassa con la musica Rock e Jazz ed è appassionato di fotografia. Fotografa tutto ciò che lo emoziona, con una spiccata predilezione per l’astrattismo, specie in contesti urbani. Espone i suoi lavori a mostre collettive e personali dal 2015. Il MIA Photo Fair nel 2017 ed il Photofestival nel 2018, su tutte, entrambe a Milano. Ama la natura e gli animali. Sa cogliere gli aspetti positivi di ogni situazione.
Per ArteVitae cura la Sezione Viaggi Fotografici. Racconta le sue esperienze di viaggio, riportando alla memoria le emozioni che gli hanno lasciato segni indelebili, accompagnate dalle sue fotografie. Lo scopo ambizioso è di farle rivivere ai suoi lettori, scatenando in loro il desiderio di visitare quei luoghi.
[Ndr]: Tutte le immagini contenute in questo articolo sono coperte dal diritto d’autore e sono state gentilmente concesse da Stefano Degli Esposti © ad ArteVitae per la realizzazione di quest’articolo.