Inchino a Venezia, il nuovo lavoro fotografico di Alessandro Malinverni e Paola Magnifico
Inchino a Venezia è il recente reportage fotografico sulle grandi navi da crociera di Alessandro Malinverni e Paola Magnifico di cui vi parla oggi ArteVitae. Ritratti in bianco e nero, questi colossi del mare non fanno mistero della loro ingombrante presenza. Alti come grattacieli sembra quasi vogliano ingoiare la città, mentre le navigano accanto ammirandola presuntuosi.
di Alessandra Bettoni Luigi Coluccia
Conosciamo Alessandro e Paola da diverso tempo, ne ammiriamo la sensibilità artistica e quell’incredibile facilità del racconto fotografico che sempre caratterizza i loro lavori. L’esigenza di raccontare una storia per immagini per loro significativa, probabilmente la complicità dell’amore più volte dichiarato per la fotografia di Gianni Berengo Gardin, sono stati inevitabilmente la spinta necessaria alla realizzazione di questo viaggio sulle tracce del loro Maestro con la volontà di toccare con mano.
Il solito, magistrale bianco e nero, le inquadrature riempite da questi grandi colossi del mare che saturano con la loro sagoma tutto il fotogramma, evidenziando tutta la loro imponenza di fronte alla città che inerme, li accoglie inquieta. Alti come grattacieli sembrano infatti in procinto di ingoiare la città, mentre si muovono lenti ed altezzosi, scivolandole ai fianchi.
Si tratta di Venezia, l’incantevole città lagunare che aspira a diventare Patrimonio dell’Unesco e delle grandi navi da crociera che attraversano quotidianamente il Canale della Giudecca e il Bacino di San Marco, facendo rotta sulle più disparate mete turistiche del Mediterraneo.
Alessandro e Paola raccontano così l’ispirazione avuta che li ha portati alla realizzazione del loro ultimo lavoro di documentazione fotografica.
“Dopo la tragedia della Costa Concordia all’Isola del Giglio nel 2012 e l’incidente della Jolly Nero a Genova nel 2013, il problema del transito delle grandi navi nel cuore della già fragile e vulnerabile Venezia è diventato di grande attualità. Le foto realizzate da Gianni Berengo Gardin, profondamente legato alla sua città, tra il 2012 e il 2014 per documentare l’incessante passaggio di questi palazzi galleggianti nel Canale della Giudecca hanno suscitato reazioni diverse nell’opinione pubblica: da una parte coloro i quali pensano che le grandi navi con il loro carico di turisti siano necessarie all’economia cittadina; dall’altra quelli assolutamente contrari, riuniti nei i comitati “no grandi navi”, che sostengono siano solo un pericolo per la struttura stessa della città e per il delicato ecosistema della laguna.”
La mostra di Berengo Gardin, ampiamente contrastata dall’amministrazione pubblica locale che ha posto il suo divieto all’esposizione delle foto a Palazzo Ducale, è stata invece sostenuta dal FAI che alla fine ha esposto le 30 immagini nello storico Negozio Olivetti in Piazza San Marco.
“Dopo aver visitato la mostra – continuano gli autori – che ha suscitato in noi molteplici emozioni, è nata l’esigenza di andare a vedere con i nostri occhi, per “toccare con mano” il problema. E’ nato così il progetto Inchino a Venezia, con l’intento di mantenere viva l’attenzione per sensibilizzare il nostro pubblico sull’argomento.”
Le immagini di Alessandro e Paola parlano da sé e danno evidenza dell’enorme sproporzione fra il contesto urbano e le navi che lo attraversano. Come accadeva in una vecchia pubblicità, la sensazione è quella di un gigante che con un solo passo possa schiacciare l’intera città. Nella pubblicità il gigante era buono, nella realtà ci rimane quanto meno il dubbio.
“Sarebbe stupido non ammettere che vedere da vicino il passaggio di una nave da crociera nello scenario meraviglioso di Venezia attira l’attenzione e suscita stupore – dicono infatti gli autori. Tutti corrono a fotografarla e guardano a bocca aperta e con gli occhi estasiati questo colosso che passa a pochi metri di distanza, spesso con musiche romantiche diffuse a bordo per rendere il tutto ancora più suggestivo, con tutti i passeggeri accalcati sui ponti che salutano la città e gli improvvisati spettatori a terra. Passato il primo momento di emozione e stupore, non si può però non interrogarsi sull’impatto che tutto questo ha sulla città e la sua laguna, sul prezzo che Venezia dovrà pagare se questa situazione continuerà negli anni a venire, con navi che diventano sempre più grandi e inevitabilmente inquinanti. Non vogliamo però esprimere giudizi, desiderando lasciare alla sensibilità dello spettatore ogni valutazione. Buona visione.”
Un imponente lavoro di documentazione fotografica quindi che gli autori hanno voluto tributare alla città di Venezia e al grande fotografo Gianni Berengo Gardin, che a proposito della mostra ha dichiarato:
“Vorrei sottolineare il fatto che ho addirittura dovuto utilizzare dei grandangoli, perché le navi erano così grandi che non entravano nel mirino della macchina” – Gianni Berengo Gardin
La serie include 24 immagini tutte rigorosamente prodotte con un bianco e nero solido, molto contrastato ed evocativo, scattate in diversi momenti e sfruttando diversi punti di ripresa, con l’intento di evidenziare la contrapposizione fra le morbide e preziose architetture cittadine e le mastodontiche forme e dimensioni di queste moderne cattedrali semoventi.