Il paradosso di Teseo: viaggio nel cambiamento
Attraverso il filosofico Paradosso di Teseo, oggi faremo un viaggio interiore e indirizzato al cambiamento nella rubrica “Sì, viaggiare” curata da Valentina Fenu per ArteVitae.
di Valentina Fenu

La nave di Teseo. O no?
Via gli specchi e i filtri,
via occhiali e convenevoli…
Oggi salpiamo per una traversata molto speciale, intima e profonda: quella con noi stessi e il cambiamento.
La vita è un viaggio meraviglioso, dove il tempo si rivela come un oceano da conquistare e il corpo e l’anima come nave per godere di acqua e brezza.
E noi conosciamo molto bene questa nave: ‘e già” – penserete – “che scontato! Siamo noi stessi!”; vero… Ma ora vi racconto una storia…
Teseo viaggiò con la sua ciurma da Creta sino ad Atene, a bordo di una robusta nave di legno. La rotta non era troppo lunga, ma quanto bastava per permettere ai pezzi di rovinarsi e di essere sostituiti, così da proseguire la navigazione sino alla meta.
Quando finalmente Teseo e i suoi giunsero vittoriosi ad Atene, loro e gli Ateniesi festeggiarono l’arrivo della nave – che bello! – nonostante, in realtà, quella grande barca fosse praticamente un’altra rispetto a quella della partenza; no… Non vi voglio confondere.
Era la nave di Teseo. Eccome! Ma i suoi componenti originari erano via via stati cambiati nella traversata; e quindi, non era la nave di Teseo.
Insomma, era o non era la nave di Teseo?

Il paradosso di Teseo
Questo è cio che la filosofia riconosce come il Paradosso di Teseo, che ha a che fare con il cambiare, appunto.
Ecco: il nostro viaggio è proprio questo, il cambiamento. Quante volte siamo davvero disposti a viaggiare dentro noi stessi e “sentirci”, accogliendo i nostri mutamenti? Ci riconosciamo come in evoluzione e cambiamento oppure ci convinciamo di essere noi, semplicemente, senza badare a ciò che avviene nel nostro corpo e nella nostra anima?
Certo, con il corpo il cambiamento è sicuramente piu chiaro e visibile: avanza l’età, variano i tratti, modifichiamo l’acconciatura…
Ma dentro? Avete mai pensato a quanti “pezzi” (di cuore, soprattutto) si sostituiscono o soltanto si accantonano, imparando a vivere senza? Dopo questi cambiamenti, siamo nuovi noi o dei noi diversi? Siamo sempre noi?
Il cambiamentoè una parte costante ed essenziale dell’esistenza, talvolta ne è il senso stesso; ma quante volte abbiamo la consapevolezza di ciò che ne consegue e, da questa, riusciamo a guardarci come dei noi stessi diversi? Oppure per noi, il cambiamento è così propedeutico alla vita stessa che lo consideriamo come un processo naturale e non uno stravolgimento della nostra “composizione”?
Tanti gli interrogativi di questo paradosso, che non è solo di Teseo ma un po’ di tutti noi.
E allora non ci resta che percepirci, nella nostra ancestrale essenza e comprenderci – da noi a noi – con consapevolezza; perché è proprio la consapevolezza la chiave della conoscenza, del cambiamento e pertanto della nostra identità nel qui e ora.
Buon viaggio!
Note biografiche sull’autrice
Valentina Fenu – Classe 1985, nata “in quel ramo del Lago di Como che volge a mezzogiorno” – ma con chiare origini sarde – ama da sempre arte e letteratura. Laureata in scienze della comunicazione, ha collaborato per passione con la webzine Lobodilattice – dopo diversi anni di carta stampata – e quotidianamente cura la sua pagina Facebook in cui parla di letteratura, vita e emozioni. “Due di uno” è il suo primo romanzo pubblicato da Edizioni del Faro nel 2014. Valentina Fenu – Facebook
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