Il bacio del marinaio-Storie di fotografie
Il bacio del marinaio, di Alfred Eisenstaedt, è quell’immagine oramai iconografica che ritrae un marinaio e un’infermiera nel momento preciso in cui si scambiano forse il bacio più celebre della storia contemporanea. La scena viene immortalata in una Times Square affollata e festante per l’annuncio della vittoria sul Giappone e la fine della Seconda Guerra Mondiale. Storie di fotografie ci riporta dunque oggi a quel giorno di festa. Lo fa non tanto attraverso la lettura di quell’immagine, ma piuttosto mettendo in risalto una vera e propria curiosità circa lo scatto in questione. In questa rubrica di ArteVitae infatti, Edmondo Di Loreto ogni settimana ci propone una fotografia. Di questa, ci racconta la storia che in essa vive per sempre.
Storie di fotografie si propone di raccontare la storia celata dietro uno scatto fotografico. Lo fa raccontando le particolari situazioni ed i fortuiti eventi che l’hanno generato. Analizza cosa ha indotto il fotografo ad immortalare quel momento unico ed irripetibile, rendendolo cosi immortale. La rubrica prende spunto dall’attualità, da particolari ricorrenze, ma anche da circostanze curiose piuttosto che eventi storici. Sceglie una fotografia di un autore contemporaneo o del passato, per svelarne la storia con la spiccata sagacia che lo contraddistingue.
La scorsa settimana ho avuto modo di commentare l’articolo su una celeberrima fotografia di Doisneau: il famoso bacio parigino. Ne approfitto allora per proporvi oggi un altrettanto “bacio immortale” nella storia della fotografia. Questa volta però raccontandone un’aneddoto che forse non tutti conoscono. La curiosa storia della sfortuna di Victor Jorgensen e della fortuna di Alfred Eisenstaedt, entrambi autori di una fotografia che immortala questo “bacio”.
Erano le 17:51 precise del 14 agosto 1945 quando un marinaio e un’infermiera si scambiavamo forse il bacio più celebre della storia contemporanea, in una Times Square affollata e festante per l’annuncio della vittoria sul Giappone e la fine della Seconda Guerra Mondiale. L’identità dei due protagonisti è stata dibattuta per decenni. Nel 2012 poi, il mistero fu svelato. George Mendonsa e Greta Zimmer Friedman dichiararono di essersi baciati in quel luogo e in quel giorno subito dopo pranzo, travolti dall’euforia della festa.
Cosa rende quindi un fotografo famoso? Sicuramente il trovarsi al momento giusto nel posto giusto. Aggiungerei anche la capacità che deve necessariamente avere circa la padronanza del mezzo tecnico. Infine, la possibilità di avere una testata dove pubblicare il proprio lavoro. Ma tutto questo potrebbe ancora non bastare, come nel caso appunto, del semisconosciuto fotografo della U.S. Navy Victor Jorgensen.
La sua storia è strettamente legata a quella del famosissimo fotografo americano di origine tedesca Alfred Eisenstaedt. Entrambi infatti si trovavano in quel 14 agosto 1945 a Times Square mentre la gente si riversava in strada per festeggiare la resa del Giappone e quindi la fine effettiva della Seconda Guerra Mondiale. Entrambi notarono un marinaio che cercava di baciare ogni ragazza che gli capitasse a tiro. Entrambi lo immortalavano mentre baciava un’infermiera.
Alfred Eisenstaedt pubblicò quella foto sulle pagine di Life. La foto divenne automaticamente il simbolo della fine della Seconda Guerra Mondiale. Divenne una foto talmente iconografica, da essere tutt’oggi sulla copertina di pubblicazioni del tipo “Le 50 foto più famose della storia”. Divenne talmente famosa da far arrivare alle stelle la valutazione della Leica con la quale era stata scattata.
Cosa ne fu invece di Victor Jorgensen e della sua fotografia? Anche lui pubblicò la foto sulle pagine dell’altrettanto importante New York Times. Però questo uscì esattamente il giorno dopo della pubblicazione del numero di Life su cui era stampata la foto di Alfred Eisenstaedt. Morale della favola? L’aver avuto la propria immagine pubblicata per prima ha reso la foto del tedesco un’icona della fotografia. Quella dello statunitense invece, solo una curiosità da raccontare. In fotografia, come per tutto il resto, la buona stella fa sempre la differenza.
Note biografiche dell’autore.
Edmondo Di Loreto è nato a Roma nel 1956 e vive tra Puglia e Abruzzo. Fotografa, con passione ondivaga, dall’età di 7 anni. Ha viaggiato in tutto il mondo ed ha realizzato numerosi reportage. Nel 1994 ha vinto il concorso nazionale di foto-reportage Petrus World Report. Nel 2004 ha ricevuto il gran premio della giuria al concorso del Touring Club Italiano sulle case rurali “Alta Definizione della campagna Italiana”. Nel 2006 è stato uno dei 5 autori selezionati per il Premio Chatwin: Camminando per il mondo con due video, un racconto ed un portfolio fotografico sui popoli del fiume Omo in Etiopia, esposto a Genova presso il Museo del Castello d’Albertis.
E’depositario e curatore dell’archivio storico fotografico familiare che comprende oltre 10.000 immagini in lastra e negativi ed ha donato parte di tale materiale al Museo del Territorio di Foggia che lo espone in pianta stabile. E’ socio del FotocineClub Foggia BFI EFI del quale è stato anche vicepresidente e con cui ha allestito varie mostre personali e numerose collettive. Con Elio Carrozza e Giovanni Torre ha promosso il progetto Anime Salve legato alla questione delle migrazioni che, con una mostra e due volumi fotografici, sta girando l’Italia. Ogni volta che può, promuove la fotografia in ogni sua forma e significato.