10 Novembre 2016 By Ale Bettoni

Sui grattaceli più alti al mondo, con la testa fra le nuvole

Continuando il nostro viaggio alla scoperta dei grattacieli più alti al mondo, futuristici edifici che hanno modificato lo skyline delle moderne metropoli americane ed asiatiche, faremo anche un appassionante “salto” nel futuro che per noi ha in serbo strabilianti strutture dal vertiginoso andamento all’infinito, verso l’alto.  Buona lettura.

di Alessandra Bettoni

Per risalire alle origini del grattacielo, questa costruzione architettonica spregiudicata, elegante ma allo stesso tempo imponente, abbiamo acceso i riflettori sull’America dei decenni intercorsi fra la fine dell’800 e l’inizio del secolo successivo. Abbiamo osservato come i futuristici giganti di cemento abbiano gradualmente modificato la morfologia urbana di Chicago e New York, eterne antagoniste nella corsa verso l’alto. A spasso “Con la testa tra le nuvole” oggi, scopriamo invece come questa pacifica rivalità abbia prodotto i suoi effetti anche nel secondo dopoguerra e nella seconda metà del ‘900 e di come abbia ceduto poi il primato, a cavallo tra 20° e 21° secolo, ai paesi emergenti dell’Estremo Oriente.

La città senza fine (Endless City) è il nome di un grattacielo concettuale, progettato per ospitare un’intera città che si sviluppa verticalmente. Firmato dallo studio cinese SURE Architecture è stato il vincitore del Super SkyScrapers Awards tenutosi a Londra nel 2014. Si tratta di un grattacielo futuristico, potenzialmente in grado di fornire le stesse funzionalità di una moderna metropoli. Da capogiro lo strabiliante andamento a spirale ripetuto “all’infinito” verso l’alto.

Endless City – Rendering

Il futuro quindi è nelle città verticali?

Fino agli anni Sessanta l’architettura verticale è stata profondamente influenzata dal razionalismo europeo. Il Seagram Building di New York, progettato dall’affermato architetto tedesco Ludwig Mies van der Rohe nel 1958, ne è stato l’esempio più eclatante: un parallelepipedo di 156,9 metri e 38 piani, concepito con una struttura portante a scheletro in acciaio, alla quale sono agganciati i pannelli in vetro a chiusura esterna (curtain wall). Il tocco innovativo e di stile è qui rappresentato dall’utilizzo di travi non strutturali in bronzo invece che in normale calcestruzzo, a rivestimento esterno della facciata in conformità alle regole antincendio americane che prevedevano che la copertura delle strutture in acciaio fosse realizzata con materiali ignifughi.

Seagram Building – New York

La produzione di acciai ad alta resistenza sul finire degli anni ‘60 dà nuovo stimolo alla costruzione di edifici sempre più alti e riaccende la competizione fra Chicago e New York.

John Hancock Center – Chicago

Nel 1969 si inaugura a Chicago il John Hancock Center, una torre di 100 piani e 344 m di altezza, costruita con una particolare struttura a X, che ha una duplice funzione: è visibile all’esterno quale elemento decorativo ma è in realtà parte integrante della struttura portante, consentendo infatti di raggiungere in sicurezza altezze sempre più vertiginose. Questa icona dell’architettura è ancora il più alto grattacielo del mondo a destinazione mista, uffici, abitazioni, alberghi, negozi, palestre, una piscina al 44° piano e l’osservatorio al 94°.

Torri Gemelle – New York

Nel 1973 sono le Torri Gemelle del World Trade Center di New York a strappare il primato all’altrettanto newyorkese Empire State Building che lo deteneva dal 1931. Ai 417 metri delle tristemente note Twin Towers, Chicago risponde nel 1974 con la Sears Tower, che con i suoi 443 metri mantiene il primato fino al 1996.

Con l’avvento del Nuovo Millennio l’arena competitiva si sposta nei paesi emergenti d’Oriente: Cina, Indonesia, Corea e l’area mediorientale si contendono i primati in altezza e si predispongono anche a superarli con i grattacieli del futuro.

Inaugurate nel 1996 le Petronas Towers si stagliano nel cielo di Kuala Lumpur in Malesia per ben 452 metri. Le torri progettate dall’architetto argentino Cesar Pelli sfruttano le più moderne tecnologie di costruzione grazie alle quali si è resa possibile la realizzazione dello Skybridge, un ponte pedonale posto a 171 metri di altezza che consente di muoversi da un edificio all’altro in totale sicurezza e senza dover ricorrere agli ascensori. Alle Petronas Towers viene attribuito un potente significato simbolico, al contempo espressione del progresso economico malese e del radicamento nella tradizione dell’architettura islamica riflessa nello schema geometrico della pianta di ogni torre, rappresentato da due quadrati sovrapposti e ruotati a formare una stella iscritta in un cerchio, un simbolo ricorrente nell’iconografia islamica.

Taipei 101

Nel 2004 viene inaugurato il grattacielo Taipei 101, il primo a superare i 500 metri d’altezza. Progettato dallo studio C.Y.Lee & Partners sotto la guida dell’architetto Chung Ping Wang, questo futuristico edificio dalla caratteristica forma a bambù si innalza per ben 101 piani, da cui ne deriva appunto il nome. La struttura costituita da 8 colonne di acciaio riempite con un particolare cemento è stata concepita secondo le tecniche costruttive più all’avanguardia ed è in grado di resistere ai forti venti in quota ed anche ai terremoti. La terrazza panoramica all’89° piano è raggiungibile con gli ascensori in soli 39 secondi.

Il grattacielo Taipei 101 perde il proprio primato in altezza nel 2010 all’apertura al pubblico del Burj Khalifa di Dubai che con i suoi 636 metri (829 includendo l’antenna) diventa il più alto grattacielo al mondo.

La torre è stata progettata dagli architetti Skidmore, Owings, & Merrill, già ideatori della Sears Tower di Chicago e della Freedom Tower di New York che con i suoi 541 metri è il quarto più alto grattacielo al mondo. Il Burj Khalifa è circondato da strutture minori e la sua forma ricorda un fiore di Hymenocallis. L’edificio ospita appartamenti, uffici, una piscina e un osservatorio panoramico. Gli arredi interni sono firmati dallo stilista italiano Giorgio Armani il cui Hotel occupa il 37° piano. Un grattacielo di 1000 metri sembra quindi non essere un’utopia. Già nel 1956 l’architetto Wright progettava il grattacielo alto un miglio; la Millennium Tower di Tokyo progettata dall’architetto inglese Norman Foster si prospetta come una vera e propria città verticale, completamente autosufficiente, abitata da 50.000 persone in un solo edificio alto 840 metri.

Kingdom Tower, rendering e Mile High Illinois, rendering tratto dal disegno originale dell’architetto Wright

Ma sarà l’Arabia Saudita ad ospitare il grattacielo di un chilometro, un edificio alto come 20 piscine olimpioniche o quattro treni Freccia Rossa uno dietro l’altro. La Kingdom Tower, l’edificio più alto del mondo – nell’immagine quella di sinistra – mostra punti in comune con il Mile High Illinois – nell’immagine a destra – il già citato grattacielo lungo un miglio progettato da Frank Lloyd Wright nel 1956 e mai realizzato. La Kingdom Tower sorgerà invece a Jeddah, lungo le coste del Mar Rosso. E questo ci riconduce alla domanda iniziale alla quale rispondiamo sì, il futuro è nelle città verticali.