12 Novembre 2018 By Cristiana Zamboni

Gian Lorenzo Bernini: Firenze nel sangue e Roma nelle mani

Giovan Lorenzo Bernini con la sua arte rese grande Roma e la Cristianità. Fu genio indiscusso fin dall’adolescenza e padre del Barocco italiano. La sua arte, attraverso il movimento scenografico di un semplice pezzo di marmo, raccontò Ovidio e le sue morali novelle. Intinse il suo talento nelle parole proibite scritte dagli antichi per mostrare al mondo la bellezza della reale natura umana.

Di Cristiana Zamboni

Il movimento teatrale e danzante, tipico del genio artistico di Giovan Lorenzo Bernini, ancora oggi fluttua tra le sale di Galleria Borghese a Roma. Ponendo l’attenzione sulla biblica bellezza delle passioni umane. Perennemente in  bilico tra fede e potere, tra amore  e possesso e tra quiete ed eccesso.

C’è tra la danza e la scultura antica una correlazione così stretta che si può affermare che la scultura fissa diversi momenti danzati.

Serge Lifar

Particolare di Apollo e Dafne Gian Lorenzo Bernini 1622-1625

Gian Lorenzo Bernini nasce a Napoli il 7 Dicembre del 1598. Suo padre, Pietro, era uno scultore fiorentino, dislocatosi nella città partenopea all’età di ventidue anni per lavoro. A Firenze le committenze scarseggiano e l’arte sembra non trovare più spazio tra le sale dei palazzi del potere fiorentino.

Autoritratto giovanile Gian Lorenzo Bernini 1623 ca

Secondo alcuni storici dell’arte, a soli otto anni, Gian Lorenzo è già capace di scolpire figure complesse e lavora al fianco del padre.

Madonna col Bambino e san Giovannino Pietro Bernini Museo San Martino Napoli

Un esempio è l’ultima Madonna scolpita da Pietro per la Certosa di San Martino in cui, sembra, vi  siano le mani di entrambi.

Nel 1606 Pietro decide di trasferirsi a Roma per partecipare al progetto di Papa Paolo V per rendere grande Città del Vaticano.

Da qui inizia la lunga ascesa del giovane Bernini. L’artista che più di tutti nella storia dell’arte, creò al servizio  di un susseguirsi indomito di papi. A soli sedici anni è uno scultore abilissimo ed un esperto eclettico delle arti. Studia architettura, dipinge e la sua scultura non ha pari nella crescita e nell’evoluzione dello stile.

Di quel periodo è l’ambizioso ma perfettamente riuscito Il martirio di San Lorenzo. Una scultura in cui il marmo si trasforma in carne ed il volto del santo è vivo e sofferente. Sotto  il suo scalpello, la pietra esprime la psicologia umana con i suoi turbamenti, le sue emozioni e le sue debolezze. Cosa che solo il Caravaggio, prima di lui, seppe fare con la pittura.

Il martirio di San Lorenzo Gian Lorenzo Bernini 1617

La bellezza, secondo Bernini, è in tutte le cose che la realtà mostra. Nel gradevole e nel disdicevole, in egual misura. Non è un mero fattore di estetica, bensì di verità. L’uomo, nel momento in cui acquisisce la capacità di mostrare la sua vera natura, mostra la sua bellezza. Infatti, il Bernini ritrattista, è noto per lasciar i suoi modelli liberi di muoversi e di parlare durante la preparazione per i ritratti. Osserva a lungo i loro gesti e le loro espressioni, così da carpirne le caratteristiche uniche e psicologiche da imprimere nell’opera.

La bellezza sarà in tutte le cose, in tutti l’animali, in tutti li huomini di tutti li generi, e di professioni di vita, come nei servi, nelli schiavi, anzi nelli stroppiati, anzi nelle cose horribili istesse.

Giulio Mancini

Bernini cresce. La sua arte si evolve e la sua consapevolezza stilistica è ciò che più attira i papi che si susseguono sotto il suo creare. La prima delle sue grandi opere che segna il suo esser all’avanguardia e animoso guerriero del virtuosismo, è Enea, Anchise e Ascanio o Fuga da Troia. Una scultura apparentemente instabile che stravolge tutte le regole accademiche sull’equilibrio ma perfetta ed armonica nel suo insieme.

Enea Anchise e Ascanio detta anche Fuga da Troia Gian Lorenzo Bernini 1618-1619,

Acclamato e richiesto, Gian Lorenzo, crea opere che assomigliano, sempre più, a delle rappresentazioni teatrali. I protagonisti, da semplici pezzi di pietra, si trasformano in attori ricchi di vita e potenza espressiva.

A soli ventiquattro anni è talmente conscio della sua maestria che, alla prima committenza sacra, dona il suo volto al personaggio di Davide. Lo allontana dalla figura del riflessivo stratega di Michelangelo e lo trasporta nell’uomo che  combatte e smania la vittoria. Concentrato e  pronto a scagliare la pietra che schiaccerà definitivamente il gigante.

Davide Gian Lorenzo Bernini 1623-1624

Non ancora trentenne, l’ ideatore del Barocco italiano, sta cambiando il corso dell’arte. Le sue opere sono complesse e cariche di straordinario movimento. A tratti così spregiudicate che sembrano bramare vita e successo loro stesse.

Il Cavalier Bernini, quel famosissimo scultore che ha fatto la statua del Papa e la Dafne […] ch’è il Michelangelo del nostro secolo [… e che] è un uomo da far impazzire le genti.

Fulvio Testi

Nel 1625 termina Apollo e Dafne raggiungendo l’acme della sua espressione tecnico – artistica. Un gruppo scultoreo commissionato da Scipione Caffarelli Borghese che si ispira alla omonima novella tratta dal poema epico e mitologico di Ovidio, Le Metamorfosi. Antico tomo ben noto e molto discusso tra i filosofi e gli intellettuali dell’epoca.

Apollo e Dafne Gian Lorenzo Bernini 1622-1625

La novella narra la storia di Apollo che, abile nell’uso dell’arco e delle frecce, riusci a battere Eros uccidendo il serpente Pitone.

Eros, offeso, decide di punire Apollo trafiggendolo con una freccia colma di passione per la ninfa prediletta dalla dea Diana, Dafne. A sua volta trafitta con una freccia imbevuta nel disprezzo, con  l’intento di non farla mai innamorare del mitico dio figlio di Zeus.

Apollo e Dafne particolare Gian Lorenzo Bernini 1622-1625

Apollo quando incontra la giovane donzella non può far altro che inseguirla implorando il suo amore e cercando di possederla a tutti i costi.

 

 

La ninfa non può innamorarsi di lui. Stanca ed angosciata dalla persecuzione dell’illuso trafitto, implora il padre, il dio Peneo, di trasformarla in una pianta di alloro.

Particolare di Apollo e Dafne Gian Lorenzo Bernini 1622-1625

Peneo acconsente e la trasformazione inizia proprio nel momento in cui Apollo raggiunge Dafne. Il dio l’afferra e la trattiene cercando di bloccare la metamorfosi. Ma il sofferente corpo della ninfa, trasformatosi in corteccia, gli scivola fra le braccia. I lunghi capelli si mutano in rami ricoperti di foglie ed i piedi in radici che cercano la terra.

Particolare di Apollo e Dafne Gian Lorenzo Bernini 1622-1625

 

Nessun piacere è di per se stesso un male: però i mezzi per procurarsi certi piaceri arrecano molti più tormenti che piaceri.

Epicuro

Apollo, triste e sconsolato, resterà per l’eternità seduto ai piedi del suo amore perduto.

Tenera e nuda il dio la piega, e sente ch’ella resiste come se combatta.
Tenera cede il seno; ma dal ventre in giuso, quasi fosse radicata, ella sta rigida ed immota in terra.

Gabriele D’Annunzio

Giovane, sensuale e promessa eroina di Diana, Dafne, sceglie di rinunciare alla sua vita pur di scappare dalla passione devastante che trascina nell’oblio del possesso. Diventando l’eterna protagonista femminile della rappresentazione simbolo del Barocco italiano.

Statua di San Longino Gian Lorenzo Bernini 1629-1638

Bernini è, oramai, il primo scultore italiano. Gli altari maggiori delle chiese di Roma diventano palco delle sue opere ed il colonnato di San Pietro si trasforma in un imponente ed infinito abbraccio della cristianità nei confronti dei suoi fedeli.

Il colonnato di San Pietro Città del Vaticano Gian Lorenzo Bernini 1656-1667

Essendo la Chiesa di San Pietro quasi matrice di tutte le altre doveva haver un Portico che per l’appunto dimostrasse di ricevere à braccia aperte maternamente i Cattolici per confermarli nella credenza, gl’Heretici per riunirli alla Chiesa, e gl’Infedeli per illuminarli alla vera fede.

Pier Filippo Bernini

Gli ultimi anni della sua vita, Bernini li trascorre a Roma. Papa Clemente IX gli commissiona la ristrutturazione del parapetto di Ponte Sant’Angelo e la creazione di dieci statue rappresentanti degli angeli dinamici sotto lo sguardo attento di San Michele.

Homo raro, ingegno sublime, e nato per disposizione divina, e per gloria di Roma a portar luce al secolo. Papa Urbano VIII

Angelo con la croce di Ponte Sant’Angelo disegno preparatorio Gian Lorenzo Bernini

L’arte di Gian Lorenzo Bernini avvolge lo spettatore che, attraverso l’espressività dei suoi protagonisti, si sente compreso ed amato proprio per il suo esser umano. Fragile, debole e portato alla tentazione. Lo accompagna tra le strade della città eterna mostrandogli che gli angeli esistono e vegliano sul suo passaggio. Gli mostra che, la vera fede, non è altro che due braccia aperte in cui rifugiarsi.



Note biografiche sull’autrice

Cristiana è nata a Milano il 25 giugno 1969, frequenta il liceo artistico di Bergamo, si diploma nel 1987, frequenta l’istituto d’arti grafiche e figurative San Calimero a Milano per la qualifica di Grafica pubblicitaria nel 1992. Contemporaneamente lavora come free-lance presso studi di grafica per progettazione cartelloni pubblicitari e libri per bambini. Collabora con diversi studi. Interior designer si specializza in Art – design. Collabora free-lance con studi di progettazione d’interni per la creazione di complementi d’arredo artistici e  per la creazione di quadri d’arredo, dipinge. Scrive articoli sulla storia dell’arte.

Per ArteVitae Cristiana scrive nella sezione ARTE 


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