4 Luglio 2018 By Giusy Baffi

GAE AULENTI – La Signora dell’Architettura – Seconda Parte –

Gae Aulenti, architetto, urbanista, designer e scenografa, artista a 360°, è la prima donna italiana diventata una famosa archistar nel panorama internazionale. #artevitae

Mi fa imbestialire la ghettizzazione in genere. A cominciare da chi dice: come architetto ho preso una donna. Gae Aulenti

L’architettura è un mestiere da uomini, ma ho sempre fatto finta di nulla Gae Aulenti

di Giusy Baffi

Gae Aulenti

Qui puoi leggere la prima parte dell’articolo dedicato all’opera di Gae Aulenti.

Gae Aulenti ha progettato non solo ristrutturazioni museali, ma ha realizzato interventi di riqualificazione anche in ambito pubblico.

Gli edifici non sono intelligenti, sono progettati intelligentemente. Gae Aulenti

A Torino, per le Olimpiadi Invernali del 2006,  ristruttura e reinterpreta il Palavela, una vecchia struttura progettata nel 1960 dall’architetto  Nervi per l’Esposizione Italiana del 1961. Gae Aulenti mantiene la grande vela in cemento armato come elemento a sé stante, sotto l’immensa volta inserisce degli edifici indipendenti e funzionali alla nuova destinazione sportiva. Il nuovo intervento è evidenziato con il colore rosso ed è variamente articolato in base alle necessità sportive.

Palavela – Torino ©foto di Roland Halbe

 

Nel 2000 viene incaricata della riqualificazione  dell’arredo urbano di Piazzale  Cadorna e della facciata delle Ferrovie Nord a Milano.

Progetto riqualificazione Piazza Cadorna © archivio Aulenti

In contrapposizione con le facciate dei palazzi della piazza in stile ottocentesco, il suo intervento ha una funzione di restyling urbano definito su tre elementi principali: il ridisegno della facciata delle Ferrorie Nord,  l’inserimento di pensiline con pilastri in metallo rosso e la creazione di una grande vasca nella quale insiste il punto focale della piazza: una scultura di Claes Oldenburg “Ago, filo nodo” , una celebrazione della città della moda, dell’industria milanese, dell’enfatizzazione del il lavoro artigianale dei milanesi. La scelta coloristica sia della struttura che della scultura è il richiamo dei colori delle tre metropolitane allora esistenti: gialla, rossa, verde.

Piazzale Cadorna – Milano

 

Tra il 1998 e il 2002 le viene commissionata, dal Comune di Napoli, la progettazione di due delle sei stazioni dell’arte della metropolitana, le stazioni Cavour e Dante. Un luogo pubblico, uno spazio frequentato da migliaia di persone che l’amministrazione voleva elevare a livello estetico e culturale portando l’arte all’interno della funzione pubblica.

Piazza Cavour è una piazza connotata da una serie di edifici tra il 1800 e il 1900, la stazione della metropolitana ha la funzione di raccordo stilistico della piazza, progettata in calcestruzzo dal colore rosso pompeiano e vetri, utilizza all’interno materiali di laminato translucidi chiarissimi e riflettenti dove è inserita la copia dell’Ercole Farnese, degna anticamera all’attiguo Museo Archeologico.

Stazione Museo – Napoli

Stazione Museo – Interno – Copia Ercole Farnese – Napoli ©

Piazza Dante è una piazza realizzata a metà del 1700 nella quale è protagonista un grande edificio del Vanvitelli, in questo caso Gae Aulenti si limita a lastricare uniformemente  il selciato in pietra lavica in modo da valorizzare l’architettura vanvitelliana. Anche in questo caso trasforma l’interno della stazione museale con installazioni di luce e opere contemporanee come i tubolari al neon di Joseph Kosuth, un’installazione di Pistoletto e un mosaico colorato di De Maria.

Stazione Dante – Mosaico di De Maria – Napoli ©giusybaffi

Stazione Dante – Tubolari di Joseph Kosuth – Napoli ©giusybaffi

 

Tra il 1998 e il 2000 termina l’Istituto Italiano di Cultura a Tokyo un edificio articolato su 12 livelli a destinazione polivalente.

L’edificio, sia alla base che alla sommità ha un’inclinazione che fa riferimento, in chiave moderna, all’antica architettura militare delle fortezze dei samurai giapponesi; a spezzare la monotonia della facciata è stata creata una partitura di quadrati realizzati da travi ortogonali in lamiera rossa, ottenendo così un forte contrasto cromatico.

Istituto Italiano di Cultura – Tokyo ©

Istituto Italiano di Cultura – Tokyo ©

 

Tra le sue ultime opere c’è la ristrutturazione e l’ampliamento  dell’aeroporto San Francesco a Perugia, per evitare un impatto visivo invadente nel paesaggio che lo circonda, Gae Aulenti risolve l’elemento funzionale attraverso piccole strutture collegate tra loro e la copertura in rame ossidato, progettata appositamente, si adegua all’ambiente.

Gli interni sono giocati con l’impatto del colore e con elementi piramidali o a diamante per le aree funzionali.

Aeroporto Internazionale San Francesco d’Assisi – Perugia ©

Aeroporto Internazionale San Francesco d’Assisi – Interno – Perugia ©

 

 

Noi lavoriamo con tre cose: gli spazi, la luce soprattutto diurna, ma anche notturna, e l’architettura; poi c’è la luce come disegno, come strumento di puntualizzazione architettonica e la luce come fatto funzionale integrato come nei musei, dove fa parte della progettazione, non solo del desiderio, ma della necessità. Gae Aulenti

Famosa anche come designer,  Gae Aulenti, negli anni ’80 è direttore artistico di Fontana Arte, per la quale crea oggetti diventati iconici ed esposti al MoMa di New York, progetta anche  per Poltronova, Tecno, Kartell, Artemide, Martinelli Luce, Bonacina tanto per citarne alcuni.

Tavolo con ruote – Fontana Arte – 1980 ©

Tavolo Tour – Fontana Arte – 1993 ©

Poltrona a dondolo Sgarsulv – Poltronova – 1962 ©

Poltrone 4794 – Kartell – 1974 ©

Mdo© poltroncina in rattan – Bonacina ©

 

Continuo a pensare che le nuove lampadine hanno anche deformato il discorso luminoso nelle case trasformandole in uno spazio con tanti punti di luce, che mi ricorda un pò le processioni, le madonne; tante luci diverse come se per ogni funzione ci debba essere la lampadina, mentre poi sappiamo che una stessa luce cambia a seconda di quello che gli mettiamo attorno. Per esempio io ho sempre odiato quei faretti tecnici americani direzionali, che illuminano per punti invece di diffondere; appunto il contrario di quello che fa l’architettura con la luce. Io sono contro l’abbagliamento e tanto più nella vita quotidiana mi sembra che certe nuove luci hanno trasformato nei salotti la conversazione in un interrogatorio.

Gae Aulenti

 

Lampada da tavolo Pipistrello – Martinelli Luce – 1965 ©

Lampada da terra Parola – Fontana Arte – 1980 Gae Aulenti e Piero Castiglioni ©

Lampada da tavolo Ruspa Martinelli Luce – 1968 ©

Non ultima, la sua lunga collaborazione come scenografa con registi del calibro di Luca Ronconi.

In fondo in architettura una porta è solo una porta, sulla scena è molto di più, è un limite o un confine.

Gae Aulenti (sulla collaborazione con Luca Ronconi a teatro)

Scenografia per “Lo stesso mare” 2011 ©

Scenografia per “Elettra” regia Luca Ronconi – 1994 ©

Scenografia per “La fiaba dello zar Saltan” regia di Luca Ronconi – 1988 © Foto Bozzetti

 

Principali riconoscimenti di Gae Aulenti nel corso della sua lunga carriera:

  • “Chevalier de la Legion d’Honneur” (Parigi, 1987);
  • Honorary Fellow of the American Institute of Architects, FAIA (1990);
  • Praemium Imperiale per l’Architettura (Tokyo, 1991);
  • “Cavaliere di Gran Croce” al merito della Repubblica Italiana (Roma, 1995);
  • Laurea ad honorem in Belle Arti dalla Rhode Island School of Design (Providence, USA 2001).

©Tutte le foto e i video sono stati presi, a titolo esplicativo,  da internet  e possono essere soggetti a copyright. L’intento di questo blog è solo didattico e informativo.

© Giusy Baffi 2018

 


Note biografiche sull’autrice:

Giusy Baffi si occupa di antiquariato con la qualifica di perito d’arte nell’ambito di arredi antichi, ha collaborato con diverse testate di settore scrivendo numerosi articoli inerenti l’antiquariato e con una sua rubrica mensile dal titolo “L’esperto risponde”. Ha al suo attivo la pubblicazione di due libri.
La sua passione è la fotografia, vincendo il concorso fotografico Unicredit/Corriere della Sera 2013 e con pubblicazioni di sue foto su prestigiose riviste e quotidiani anche internazionali, sul libro “E poi la luce” edizioni Fioranna, su calendari animalistici e su alcuni siti professionali. Ha partecipato a diverse mostre fotografiche collettive sia nazionali che internazionali ed una personale.