27 Giugno 2018 By Giusy Baffi

GAE AULENTI – La Signora dell’Architettura – Prima Parte –

Gae Aulenti (1927-2012) fa il suo ingresso nel mondo dell’architettura negli anni ’50, in un periodo di grande cambiamento dove si passa da una concezione tradizionale dell’architettura a una corrente modernista e razionalista. In un continuo dialogo tra le arti, Gae Aulenti ha esteso il suo percorso professionale non solo come architetto ma anche come urbanista, designer e scenografa.

di Giusy Baffi

Gae Aulenti

Qui puoi leggere la seconda parte dell’articolo dedicato all’opera di Gae Aulenti.

Gae Aulenti, come Giò Ponti, opera in tutti i settori dell’architettura: dalla progettazione architettonica al design industriale e alla grafica, con un  rifiuto delle regole in un discorso sempre innovativo e in una continua  sperimentazione di nuovi linguaggi.

Il progetto architettonico non può fare a meno di misurarsi con la città e l’architettura è condizionata dal contesto in cui nasce – Gae Aulenti

Gae Aulenti, considera infatti l’architettura un’entità concreta e intoccabile che usa la città come generatore di forme. Vede l’architettura in termini di relazione con l’ambiente urbano. Nei suoi progetti, fonde il privato con il pubblico per generare forme architettoniche e relazioni spaziali.

Tra i suoi primi lavori è la ristrutturazione nel 1967 della show-room Olivetti a Parigi. Il progetto, impostato come open-space con forme fluide su diversi piani e l’utilizzo di materiali d’avanguardia, per l’epoca, come il laminato plastico e l’acciaio;  è una delle prime ad utilizzare un’illuminazione diffusa con faretti nascosti da un gioco di controsoffittature mentre i punti focali sono dati dalla sua lampada pipistrello, ancora in produzione, progettata in occasione di questo restyling. Il punto focale del negozio è un  grande totem rosso, ma numerosi sono gli elementi su cui ruota l’effetto scenografico del negozio: la scala che taglia tutte le linee orizzontali, il totem centrale rosso e una scultura tribale africana, il calao, emblema di una regione della Costa D’Avorio, elementi che interconnessi tra loro interpretano lo spazio  come una piazza virtuale.

Negozio Olivetti – Faubourg Saint Honoré – Parigi ©

Sempre nel tema degli elementi espositivi, nel 1972 viene incaricata dal MoMA (Museo Arte Moderna) di New York di allestire la mostra Italy New Domestic Landscape, mirata a celebrare e promuovere il design italiano con una serie di 180 pezzi che devono proporre nuovi modi di vivere e di fruire gli oggetti nella casa. Per valorizzare le opere dei più grandi designer italiani dell’epoca, Gae Aulenti utilizza una matrice architettonica, creando veri e propri ambienti spaziali ed inserendo gli oggetti da esporre in una scenografia di volumi elementari che richiamano l’idea della città. Scenografia giocata sul cromatismo dei grandi totem rossi, strutturati come edifici, che sono i supporti degli oggetti espositivi. L’esposizione vuole essere la metafora della città.

Progetto per allestimento Italy New Domestic Landscape presso il MoMA – New York ©

Allestimento Italy New Domestic Landscape presso il MoMA – New York ©

 

Cose minimali è molto difficile che ne faccia perchè io non ricerco il minimalismo, semmai la semplicità che è una cosa molto differente. Gae Aulenti

I musei sono il luogo della grande sperimentazione e del successo di Gae Aulenti, tesa alla conservazione, se non all’esaltazione degli elementi preesistenti.

Per il Museo d’Orsay che é un museo prevalentemente di impressionisti abbiamo discusso e deciso con i curatori che fosse ammissibile introdurre una variabilità luminosa legata alla metereologia; questo perché gli impressionisti sono in gran parte dei pittori “open air” all’aria aperta, pittori di paesaggi. Così i quadri cambiano a seconda di come è il cielo di Parigi che è un cielo di nuvole in movimento, di luci abbaglianti. Gae Aulenti

Negli anni 1980-1986 ristruttura il Museo d’Orsay, per allestire  l’esposizione dei massimi pittori espressionisti francesi riutilizza uno spazio destinato ai viaggi. La ristrutturazione consiste nel lasciare quasi inalterato l’ambiente della stazione e aggiungendo una serie di elementi scatolati dove sono esposti i quadri. Si viene così a ricreare una sorta di percorso urbano con una direttrice di visita, che suggerisce l’idea della strada.

Museo d’Orsay – Parigi ©

Tutta la sua architettura è caratterizzata da un senso di misura, di grande rispetto verso gli ambienti in cui interviene. I suoi interventi sulle strutture preesistenti sono caratterizzati da un impatto semplice e lineare.

Moltissimi sono stati i suoi progetti di riconversione di strutture in aree museali.

Palazzo Grassi a Venezia (1985-1986), dove lascia a vista i meravigliosi soffitti originali, le Scuderie del Quirinale a Roma (1999), dove inserisce altri marmi locali, il Museo Nazionale di Arte Catalana a Barcellona (1985-2000), dove mantiene la struttura eclettica e poi ancora lo Spazio Oberdan a Milano (1999) , il Museo d’arte Moderna al Pompidou di Parigi (1982-1985).

Palazzo Grassi – Venezia ©

Scuderie de Quirinale – Roma ©

Sala Ovale – Museo Nazionale di Arte Catalana – Barcellona ©

Modern Art Museum – Centre Pompidou – Parigi ©

 

Il suo ultimo lavoro museale, nel 2012, è stata la ristrutturazione di Palazzo Branciforte a Palermo. Il palazzo è caratterizzato da una notevole complessità di volumi, con un’articolazione molto marcata, quasi diviso da una sorta di strada che lo attraversa completamente.

Progetto ristrutturazione Palazzo Branciforte – Palermo ©

Gae Aulenti ha rispettato l’antica pianta intervenendo solo nelle salette laterali.

Di grande impatto visivo è la biblioteca, realizzata a doppia altezza. Il soffitto è affrescato dall’artista Ignazio Muncade.

Biblioteca Palazzo Branciforte – Palermo ©

Palazzo Branciforte – Palermo

 

-Fine prima parte-

 


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@Giusy Baffi 2018

Per maggiori approfondimenti:

 

Gae Aulenti – le opere e i progetti più belli

Gae Aulenti – Biografia


Note biografiche sull’autrice:

Giusy Baffi si occupa di antiquariato con la qualifica di perito d’arte nell’ambito di arredi antichi, ha collaborato con diverse testate di settore scrivendo numerosi articoli inerenti l’antiquariato e con una sua rubrica mensile dal titolo “L’esperto risponde”. Ha al suo attivo la pubblicazione di due libri.
La sua passione è la fotografia, vincendo il concorso fotografico Unicredit/Corriere della Sera 2013 e con pubblicazioni di sue foto su prestigiose riviste e quotidiani anche internazionali, sul libro “E poi la luce” edizioni Fioranna, su calendari animalistici e su alcuni siti professionali. Ha partecipato a diverse mostre fotografiche collettive sia nazionali che internazionali ed una personale.