16 Luglio 2016 By artevitae

Franco Fontana e la potenza espressiva del colore

Franco Fontana e la potenza del colore nei ritratti urbani.

di Annalisa Albuzzi

Se le riprese in bianco e nero, fino alla metà del ‘900 opzione inevitabile, sono state spesso privilegiate per le fotografie d’architettura, dal momento che, neutralizzando qualsiasi deconcentrazione, enfatizzavano al meglio le strutture architettoniche e conferivano loro un’aura di atemporalità, non mancano (almeno per l’Italia a partire dagli anni ’60/’70) esempi di immagini a colori (indimenticabili, quelle di Ghirri, dalla palette di toni tenui e delicati, parte integrante della sua poetica).

E’ tuttavia solo con Franco Fontana che il colore irrompe in tutta la sua potenza nei ‘ritratti urbani’ e ne diventa l’assoluto protagonista. Piegando ai suoi intenti una luce inconfondibile (fosse quella americana della California, o quella italiana della Lucania e della Puglia) che accendeva le cromie e avvalendosi dello schiacciamento prospettico, Fontana – è questa l’intuizione che lo ha reso protagonista, degli ultimi decenni del XX secolo, ammirato e imitato come pochi – ha saputo re-inventare il paesaggio metropolitano (ma anche quello naturale), attraverso decise campiture di colori che sintetizzano la realtà in una visione originale, senz’altro minimale, astratta, silenziosa e spesso metafisica (ancora una volta si avvertono impalpabili le suggestioni di De Chirico, se non di Hopper).

Sottomarina di Chioggia © Franco Fontana

Non stupisce pertanto che “cancellare per evidenziare” sia un principio a cui si è quasi sempre ispirato, mentre la sua idea di fotografia creativa, tesa non ad illustrare o rappresentare, bensì ad esprimere, possa essere racchiusa nel celebre motto: “l’arte rende visibile l’invisibile”.

E’ tuttavia solo con Franco Fontana che il colore irrompe in tutta la sua potenza nei ‘ritratti urbani’ e ne diventa l’assoluto protagonista.


Despite black and white seems to be the only option to shoot Architecture until the mid ‘900 –  many photographers shot in BW to better emphasize the architectural elements, avoiding any kind of diversion from the subject and giving it an aura of timelessness – there are a few examples of colorful architecture images – in the 60s and 70s for example, those of the Italian photographer Luigi Ghirri with such soft and delicate tones, as integral part of his poetry, are unforgettable.

It is however only with Franco Fontana that colors become key and fundamental in the urbanscape compositions. The peculiar usage of light – no matter if the one in California or that of Basilicata and Apulia in Italy – making colors stand out powerfully, combined with the alignment of the perspective layers. These elements are the real intuition that made Franco Fontana a true protagonist of the last decades of the twentieth century.

Phoenix 1979 © Franco Fontana

Appreciated and even copied in his style, Franco Fontana has been able to re-invent the urban landscape (but also the natural one). Through the gorgeous interplay of abstract vivid colors and his own vibrant and original style, he shows a personal minimalistic, abstract and even metaphysical vision of reality – which bring us back once again to the influence of De Chirico and Hopper.

No wonder if the motto “delete to highlight” has inspired his idea of creative photography which is not meant to illustrate or represent reality as it is, but is actually “the art of making visible the invisible”.

Biografia

Colore e geometrie – Intervista

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