8 Giugno 2020 By Giusy Baffi

EDUCATION CITY a DOHA, quando l’architettura si fonde con la conoscenza – Seconda parte –

Education City di Doha è un centro d’eccellenza per la cultura,un campus di 12 chilometri quadrati nel hanno sede le filiali di alcune tra le più prestigiose  università straniere, centri di ricerca, centri congressi, biblioteche, una moschea e  ospedali d’avanguardia.

I CENTRI CONGRESSI

Numerosi sono in centri congressi di Education City, i più importanti sono il Qatar Foundation Head Quarter di Rem Koolhaas e Qatar National Convention Center (QNCC) di Arata Isozaky.

Il QATAR FOUNDATION HEAD QUARTER  è visivamente un volume cubico forato tutto in cemento bianco che si presenta come una griglia di piccole finestre, anche in questo caso la forma esterna lineare e rigorosa, nasconde un’articolazione interna estremamente complessa, con volume caratterizzato da tagli che gli conferiscono dinamismo.

Su tre lati è un volume geometrico ed essenziale mentre un lato si apre con tagli irregolari che lasciano intravedere la complessità dell’interno, la suddivisione dello spazio è realizzato con un unico invaso e le varie zone sono raggiungibili attraverso un sistema complesso di passerelle. Il taglio è costituito da un terrazzo che domina il paesaggio di Education City.

 

Il QATAR NATIONAL CONVENTION CENTER (QNCC), realizzato da Arata Isozaky è una costruzione composta da diversi spazi per sale espositive, auditorium, teatro.

Tutta la facciata è costituita da due grandi alberi di sidra che fungono da sostegno della copertura.

Qatar National Convention Center – arch. Arata Isozaky – Doha

Tecnologicamente geniale, ha pannelli solari installati su un’area del tetto, il risparmio delle risorse includono apparecchi ad alta efficienza idrica, sensori di presenza, monitor per anidride carbonica, illuminazione a LED e sistemi di volume d’aria sostenibili.

L’interno è impostato sulla massima trasparenza; il collegamento con i vari piani è dato da una scala in acciaio e da attrezzature verticali contenute nel rivestimento a mosaico.

Lo spettacolare auditorium principale è concepito come una scatola isolata formata da una platea con elementi esposti sia in sospensione che radialmente con la capacità di 3200 persone.

*per approfondimento si rimanda a questo articolo: https://www.giusybaffi.com/lultimo-isozaki-larchitettura-organica/ 

GLI OSPEDALI

Il Sidra Medical and Research Center (2018) dello studio Pelli Clarke Pelli Architects è un’eccellenza che offre servizi clinici e ricerca biomedica all’avanguardia.

La costruzione è caratterizzata dalla facciata divisa da tre elementi ellissoidi verticali che articolano lo spazio e ne interrompono la linearità. Gli elementi verticali il cui andamento plastico ha quasi un effetto catarifrangente, sono formati da pannelli di metallo e vetro con funzione di alta coibenza  per le radiazioni solari.

Sidra Medical and Research Center – arch. Pelli – Doha

 

Gli ambienti interni sono costituiti da atri molto luminosi ad unico invaso che, con i rivestimenti tradizionali come il legno e il granito contribuiscono a creare un’atmosfera luminosa, calda ed accogliente.

All’esterno sono state messe 14 sculture  monumentali in bronzo di Damien Hirst dal titolo The Miraculous Journey (2005 – 2013) – Il viaggio miracoloso, che narrano la gestazione di un feto all’interno di un utero femminile fino alla nascita. 

 

Il Weill Cornell Medical College (2001) è una realizzazione di Arata Isozaky in cui i due elementi principali sono le sale conferenze e l’auditorium. Sono concepiti come due elementi ovoidali e due elementi a icosaedro mentre il resto dell’università è in blocchi semplici che fungono da ali.

*per approfondimento si rimanda a questo articolo:  https://www.giusybaffi.com/lultimo-isozaki-larchitettura-organica/

LA MOSCHEA

Volendo fare del Qatar un  polo mondiale della cultura grazie a Sua Altezza la principessa Sheikha Moza Bint Nasser, questo edificio esprime la propria missione educativa già dalla struttura.

La grande moschea è l’edificio più iconico di Education City, l’elemento più spettacolare, concepito sia come moschea che come  facoltà di studi islamici, progettato dallo studio di architettura Mangera Yvars Architects meglio conosciuto come MYAA.

Esclusivamente dedicato al mondo musulmano, il progetto offre parità di studenti e studentesse fornendo uno spazio co-educativo e non gerarchico in cui uomini e donne hanno pari considerazione. La composizione architettonica prevede il grande volume della moschea da una parte, con la biblioteca, le aule e gli uffici di facoltà nel mezzo, il tutto culmina in due spettacolari moderni minareti alti 90 metri, diventati iconici perché inclinati, in una nuova interpretazione del concetto classico del minareto.

Moschea – minareti – Doha – Mangera Yvars Architects

Moschea – minareti – Doha – Mangera Yvars Architects

Il Qatar Faculty of Islamic Studies (QFIS) ovvero la Facoltà di Studi Islamici del Qatar  è un innovativo centro universitario, che fonde fede, conoscenza e modernità. Questa architettura è diventata rapidamente un punto focale non solo per gli studenti ma per la comunità intera di Education City. L’edificio si basa sul “Kulliyya” islamico,  implicando il concetto che la conoscenza e la fede sono totalmente intrecciate e che tutta la conoscenza alla fine proviene dalla fede.

Questa relazione è realizzata nel QFIS attraverso l’infinito piano di costruzioni a spirale e i molteplici passaggi che legano la facoltà alla moschea. La facoltà è simbolicamente separata dalla moschea da una cascata di abluzioni a quattro piani avvolta attorno a una scala ondulata che funge da punto di calma meditativa prima di entrare nello spazio della moschea.

La moschea vera e propria è sostenuta da cinque colonne strutturali che simboleggiano i “cinque pilastri dell’Islam”, è rivestita in ceramica ed è decorata con le iscrizioni dei versi coranici che si riferiscono a Hajj: digiuno, carità, preghiera e credenza; le colonne forniscono un bel sottopassaggio ombroso che porta all’ingresso degli studenti.

Moschea – Doha – Basamento – arch. Mangera Yvars Architects

L’edificio, ad andamento frammentario, è un insieme di linee bianche e fluide con elementi in vetro che producono tagli suggestivi all’interno della moschea.

Moschea – Doha – Mangera Yvars Architects

Si ricava in questo modo un grande invaso da cui emergono i minareti senza soluzione di continuità in forme che si prolungano una nell’altra con evidenziata la massa plastica del volume. Le altezze incorporano una facciata a due strati che cambia attorno agli edifici per mitigare la radiazione solare.

All’interno l’illuminazione è modulata dal  passaggio di luce dovuto ai tagli orizzontali che creano uno spazio suggestivo e inedito.

 

La facoltà studi islamici  è collegata alla moschea mediante un percorso sinuoso con lo stesso tipo di rivestimento, le cui linee del prospetto sono ripetute nel giardino, elemento basilare nella tradizione islamica dove vanno a confluire le linee ellissoidali nell’elemento delle vasche interne. Il giardino islamico crea microclimi che consentono l’apprendimento all’aria aperta per circa 5 mesi in un anno.

Tutto il complesso rispecchia un’architettura islamica tradotta in un linguaggio avveniristico e moderno pur riflettendone i canoni classici.

 

©Giusy Baffi 2020

L’articolo completo al sito https://www.giusybaffi.com/

© Le foto sono state reperite in rete e possono essere soggetti a copyright . Le foto  sono state inserite puramente a scopo esplicativo. L’intento di questo blog è solo didattico e informativo.

Note biografiche sull’autrice:

Giusy Baffi si occupa di antiquariato con la qualifica di perito d’arte nell’ambito di arredi antichi, ha collaborato con diverse testate di settore scrivendo numerosi articoli inerenti l’antiquariato e con una sua rubrica mensile dal titolo “L’esperto risponde”. Il suo interesse è l’Arte a tutto tondo. Ha al suo attivo la pubblicazione di due libri.
La sua passione è la fotografia, ha vinto il concorso fotografico Unicredit/Corriere della Sera 2013, le sue foto sono state pubblicate su prestigiose riviste e quotidiani anche internazionali, sul libro “E poi la luce” edizioni Fioranna, su calendari animalisti e su alcuni siti professionali. Le sue foto sono state presentate ad una mostra personale e a diverse mostre fotografiche collettive nazionali, alla mostra itinerante “Come look my town” organizzata dal gruppo Archiminimal  che in 10 mesi ha toccato le più prestigiose piazze italiane, a mostre internazionali ad Amsterdam, Copenhagen, Berlino, Barcellona, Atene, Vienna, Belgrado, Lisbona, al MIA Photo Fair di Milano 2018 e al  MIA Photo Fair di MIlano 2019, MIA Photo Fair 2020 (attualmente sospesa). Sempre nel 2020 una sua foto è stata selezionata per la mostra Humans in Architecture del gruppo  Archiminimal a Roma e Milano, è risultata finalista al Concorso Siena International Photo Awards 2020.