Libere divagazioni – E l’ultimo chiuda la porta!
Un breve percorso musicale sulle porte che si chiudono definitivamente dietro di noi. A volte ci portano verso una vita migliore, altre volte no. Quattro canzoni che raccontano storie diverse con un unico denominatore comune. Queste le libere divagazioni di Luca Tizzi
di Luca Tizzi

Bonvi, Nick Carter e l’ultimo chiuda la porta
Un anno è appena terminato, quello nuovo tarda a venire. La date si aggiornano ma la vita delle persone cambia di poco almeno fino a quando non chiudiamo una porta dietro di noi per l’ultima volta. Le porte delle case vengono aperte e chiuse migliaia di volte nel corso della vita di ognuno di noi, un giorno però sarà l’ultima volta che lo faremo. Senza tirare in ballo situazioni estreme lo faremo a causa di un trasloco, del nostro matrimonio o per motivi di studio, torneremo ad aprirla, forse, ma allora saremo noi ad essere diversi e quella porta non sarà più la stessa.
Tantissimi romanzi e film narrano quell’ultimo gesto, di canzoni invece a me ne vengono in mente quattro, ognuna narra un motivo diverso aprendo un portone sulla speranza.
Nel 1967 esce Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band dei Beatles, un disco diventato un culto, tra le tante canzoni ne contiene una cha parla di una ragazza che di notte lascia la casa dei genitori. Il brano fu ispirato da un articolo del Daily Mirror. Melanie Cole, una ragazza di 17 anni, scappò di casa un pomeriggio per fuggire con il suo amore, un croupier; fu ritrovata una decina di giorni dopo perché si era lasciata sfuggire dove lavorasse l’uomo.
Una decina di anni dopo Francesco Guccini pubblica Amerigo, il suo ottavo album, il titolo è dedicato al navigatore Amerigo Vespucci e l’omonimo brano racconta di un suo prozio, Francesco anche lui, che una mattina all’alba chiuse dietro di se la porta verde della casa di Pavana per emigrare in America. Dopo anni di lavoro in miniera tornerà tra le sue montagne con il fisico segnato dal duro lavoro. Non scappa da casa, qualcuno si era alzato assieme a lui per preparargli l’ultimo caffè d’orzo, la madre forse o una sorella chissà, un gesto cortese per accompagnarlo lontano dalla miseria, in cerca di una vita che gli offrisse più di una polenta di castagne.
Per tantissime persone il dolore dell’abbandono è meno forte della pur fievole speranza di una vita migliore.
I Bronski Beat a metà degli anni ottanta cantano Smalltown Boy. Un ragazzo lascia una piccola città della provincia inglese dove vive per andare a Londra; la sua omosessualità non è tollerata in provincia mentre nella grande metropoli spera di poter vivere liberamente il suo modo “diverso” di amare.
Non è così, verrà picchiato da una banda di motociclisti omofobi ma non demorderà, tornerà ancora a Londra accompagnato dai suoi vecchi amici perché in fondo l’unione dona sempre maggiore forza.
Essere forte significa anche vivere apertamente la nostra vita pretendendo quel rispetto che ogni individuo merita.
Il rap italiano non mi piace molto anche se devo ammettere che qualche canzone bella ogni tanto viene fuori, Mary, dei Gemelli Diversi,, è più che bella, la definirei un piccolo capolavoro. La canzone parla di una ragazza figlia di un padre “esigente” le cui attenzioni superano l’amore filiale. Scapperà di casa trovandosi a vivere tra quella umanità non convenzionale che popola le nostre città. Troverà l’amore, quello vero, avrà un bambino e tornerà a casa quando il padre, ormai morto, non potrà più “amarla”.
Il motivo per cui chiudiamo, per l’ultima volta, una porta alle nostre spalle è sempre la speranza di trovare un futuro migliore o anche solo meno doloroso. Ricordiamocelo ogni volta che apriamo un giornale o guardiamo un telegiornale.
Note biografiche sull’autore
Florentini natione non moribus – Luca Tizzi nasce a Firenze nel 1961, la abbandona dopo 30 anni e si trasferisce nel paese di origine dei genitori, sull’Appennino Tosco-Romagnolo in provincia di Forlì-Cesena. Percorso di studi arruffato, bancario per motivazioni alimentari ma senza convinzione, si interessa di Cinema, Musica, Fotografia, Arte, Fumetti e molto altro. Gli piace scrivere anche se dice di non esserne capace, gli piace fotografare perché non sa disegnare, ma anche in questo dice di riuscire poco bene. Sogno nel cassetto, diventare ricco scrivendo cose orribili che leggono in molti. libere Divagazioni è la rubrica di intrattenimento da lui condotta, nella quale scrive di musica e canzoni, ma anche di arte e libri e molto altro, con la spiccata caratteristica che lo contraddistingue di saper ricercare l’aspetto meno noto, la curiosità più stuzzicante, per regalarvi delle chicche molto appetitose.
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