E alla fine arriva Frine, nuova editor di ArteVitae
ArteVitae vi presenta oggi Frine Trovato nuova editor del blog che nel suo appuntamento mensile “L’inizio e la Frine” ci somministrerà pillole di vita quotidiana. Con ironia.
di Frine Trovato

Frine Trovato
Sono Frine.
E già scrivere o pronunciare correttamente il mio nome è un problema. Da qui in avanti la mia vita è stata invasa da inciampi su strade apparentemente sgombre. O forse erano libere davvero e io sono nata miope.
Si scriverebbe Phryne, ma ve la immaginate l’impiegata all’anagrafe di Cologno Monzese negli anni ‘80? Ecco.
Descriversi è un casino, io sono un casino. Nella vita ho fatto tutto al contrario, senza deludere le aspettative di nessuno. Nemmeno le mie, che ho imparato ad abbassare quando l’unica cosa che non potevo fare al contrario, era crescere anagraficamente.
Iscrivermi in università e laurearmi a 32 anni suonati dopo aver lavorato, vivere coi miei dopo aver convissuto, innamorarmi come una 15enne quando ormai ne avevo 35, decidere che l’uomo della mia vita non era poi davvero l’uomo della vita. Sono in ritardo su ogni tabella di marcia possibile che Trenitalia, spostati. Ad un certo punto ho anche corso per tenere il passo, e intendo proprio cose di scarpette ginniche fino ad affrontare una ed unica mezza maratona. Ho capito che la corsa vera, quella dove si usano i muscoli e le articolazioni non fa per me e ho cambiato sport. Uno sport acrobatico e pericoloso di cui parlerò più avanti, se ne avrete piacere. Pole dance, che non è la lap dance, smettetela subito!
Correvo quindi, dietro a uomini sbagliati, treni partiti e aerei decollati ma è spesso bastato cambiare biglietto quando non si trattava di un Ryanair, anzi ho anche fatto l’assistente di volo, ma mi svegliavo a Mombasa e avevo lasciato un ormone del mio bioritmo a New York… Questo per dire, comunque, senza creare sovrastrutture dal sapore new age, che non sono una che risorge da un passato difficile, tutti abbiamo un passato più o meno travagliato e a me fa schifo anche il passato di verdure, sono una persona normale…almeno temo.
Se mi fanno schifo gli spinaci passati al tritaverdure e ho il terrore dei corridoi degli alberghi senza sapere cosa sia Shining, c’è anche qualcosa che amo e io, quando amo, lo faccio completamente. Me lo ha insegnato l’Africa, dove sono partita volontaria millemila anni fa. Mi ha insegnato che i sentimenti si possono portare all’estremo come un’opera di architettura de-costruttivista, chiamata anche schizofrenia della forma.
Sono arrivata a scomporre, vivi-sezionare ogni lato del mio sentire, fino a sfruttare tutte le potenzialità di gioie e paure. Poi ad una certa ho pensato che era ora di farsi vedere da uno bravo… E’ per questo che scrivo, l’ho fatto in passato ed è meno costoso di uno psichiatra.
Sono stata in luoghi così insignificanti da cambiarmi la vita, negli angoli più remoti del mondo che mi riservo di non consigliare perché è roba mia, vita mia ed esperienza mia. Gnè gnè gnè.

Glam Frine Trovato
Parlavo di cose che amo…amo l’arte contemporanea, quella roba lì che “cos’è sta roba, cosa vuol dire, potevo farlo anche io”, sì, solo che a te non è venuto in mente. Amo viaggiare, lo faccio spesso anche da sola. Amo un po’ meno prendermi cura di me stessa, o non tanto quanto mi prendo cura degli altri. Amo danzare in camera mia, senza la pressione di essere giudicata.
Sono una cinica pessimista contraddittoria e sognatrice. Sono orrido e sublime nell’accezione più letteraria del temine. Sono una moderna Penelope 2.0 una che aspetta, ma non sa attaccare nemmeno un bottone, figuriamoci tessere una tela. In fondo ci credo davvero al principe azzurro, che poi l’azzurro non è nemmeno il mio colore preferito. Adesso, per dovere di inclusione sociale, per rispetto alle suffragette e i diritti pink dovrei dire che no, no, il principe azzurro a noi non serve. Invece se ce l’ha fatta quella granculo di Cenerentola, chi sono io, per contraddire miliardi di mamme che addormentano le proprie figlie ogni sera senza l’aiuto del prozac???
Aspetto, dunque.
Con calma, perché se tutti arrivano a destinazione nei tempi stabiliti, io mi godo il viaggio e alla fine… arriva Frine.
Note biografiche sull’autrice
Frine nasce nel 1982 e cresce nella periferia milanese, studia a Milano fin dalle scuole primarie perché la madre d’impostazione e provenienza tedesca le vieta la frequentazione di ambienti poco salubri negli anni ’80. Lavora nella vecchia compagnia aerea di bandiera, ma dopo la bancarotta decide di partire per lo Zambia per un progetto di volontariato con una ONG americana, torna confusa ma determinata a cambiare vita e a 30 anni si iscrive in università. Si laurea in Sociologia con una tesi sulla partecipazione sociale attiva nell’arte contemporanea volta ad estirpare la violenza di genere con chiari intenti di pubblica ed utile informazione. Lavora da tre anni in un’azienda di ingegneria di precisione meccanica tedesca e si occupa di marketing.
Perchè la vita è una splendida contraddizione e tu nei sei la quinta essenza. Stupendo.