19 Luglio 2018 By artevitae

Da “Lo spirituale nell’arte all’astrattismo in fotografia”

Artevitae pubblica oggi questo interessante contributo di Raffaella Matocci per Diatomea.net, sul tema delle assonanze tra arte e fotografia, uno spunto di riflessione per i nostri lettori.

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di Raffaella Matocci

Pur non entrando nel merito di una disputa ancora attuale – la fotografia come espressione artistica – pubblichiamo questo interessante contributo di Raffaella Matocci per Diatomea.net, poiché si riscontrano assonanze tra arte e fotografia sulle quali è utile riflettere, ai fini di una possibile evoluzione della fotografia da semplice riproduzione descrittiva della realtà, al suo superamento nel segno di un’apparente astrazione che, di fatto, è proiezione di un’interiorità. Sarà l’osservatore colui che decide se riconoscersi o meno nel gioco delle forme e dei colori. Di segni la nostra vita si nutre, senza segni non si dà vita; questa è la chiave di lettura più impegnativa che l’astrattismo richiede, in sostituzione dell’immagine più intelligibile  dell’arte figurativa e della fotografia che ne trae origine.

© MjZ

L’Astrattismo in pittura nasce nei primi decenni del ‘900 e darà vita ad un processo di interiorizzazione della composizione pittorica intesa come espressione della “necessità interiore”, principio alla base della ricerca di uno dei fondatori di questo movimento, Vasilij Kandinskij.
Un percorso, questo, che porterà alla negazione stessa dell’opera d’arte così come tradizionalmente intesa in favore di una composizione in cui il linguaggio delle forme e dei colori diventa un mezzo per influenzare direttamente l’anima.

Composizione VIII Vasilij Kandinskij

Questi sono anni in cui la trasposizione fedele del mondo, della sua quotidianità e della sua oggettività è ceduta alla fotografia, mentre la pittura si svincola del tutto dalla rappresentazione ed inizia a costruire immagini basate sul segno, sulla geometria, sulla superficie, sulle linee, sulle macchie di colore, sulla materia.

Per giungere ad una composizione puramente pittorica i mezzi sono due: Il Colore e La Forma. Questa inevitabile relazione fra colore e forma ci fa notare gli effetti della forma sul colore. La forma, anche se è completamente astratta e assomiglia ad una figura geometrica, ha un suono interiore: è un essere spirituale che ha le qualità di quella figura.  Vasilij Kandinskij, Lo spirituale nell’Arte

Ma la fotografia è davvero così avulsa da questa nuova logica di rappresentazione? Il processo di interiorizzazione cominciato da Kandinskij e le esperienze astrattiste che hanno ritrovato nuova vitalità nel secondo dopoguerra, dando luogo a diverse correnti, quali l’Action Painting, l’Informale, il Concettuale, l’Optical art sono rimaste circoscritte al mondo dell’arte? La ricerca estetica che mira a provocare effetti fisici e psichici in chi la guarda, interessa solo la pittura?
La risposta è no.

L’input: è un fermento culturale che eredita concetti dalle avanguardie anteguerra e che rappresenterà il punto di riferimento fondamentale per tutti i movimenti d’innovazione nel campo del design e dell’architettura, della fotografia e della grafica, della scultura, delle arti applicate e del teatro: la Bauhaus, all’interno della quale, e non solo, ad esempio, Moholy-Nagy, pittore e fotografo ungherese, svolse esperienze sulla luce e sul colore applicandole sia alla pittura sia alla fotografia.

“Approfondendo le ricerche visuali del periodo del Bauhaus elaborerà direttamente diverse tecniche come il taglio dell’immagine, allora inconsueto, e l’impressione di lastre senza l’ausilio della macchina fotografica al fine di concretizzare l’espressione di una visualità astratta”.
Ne seguirà una ricerca sempre più spinta al di là dei confini fino ad ora dettati in cui il soggetto che si fotografa, sia esso materiale, immateriale o fisico, perde la propria identità.

Sottrazione del contesto
attraverso il taglio dell’inquadratura

Avvicinamento
fino ad ottenere una visione incombente

Ingrandimento
snaturando la visualità naturale

 

Nascerà un nuovo genere fotografico, l’Astrattismo, rilettura di un linguaggio in cui lo scatto fotografico assumerà una valenza simile alla pittura.

Il colore è un mezzo per influenzare direttamente l’anima. La forma ha un contenuto interiore. La forma dunque è l’espressione del contenuto interiore, l’artista è la mano che, toccando questo o quel tasto, fa vibrare l’anima. Vasilij Kandinskij – Lo spirituale nell’Arte

http://www.diatomea.net/arte-in-mostra/sezione-arte

Note biografiche sull’autrice
Raffaella Matocci, architetta, laureata presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, svolge la sua attività professionale da oltre quindici anni, dapprima come Responsabile di Cantiere, poi, dopo aver fondato lo Studio di Architettura ed Ingegneria con la sorella ingegnere, come Progettista architettonico e Direttrice Lavori all’interno dei piani di lottizzazione attuati nella Capitale. Come architetta, partecipa anche a diversi concorsi nazionali; svolge, parallelamente, l’attività di comunicazione attraverso lo studio della parte visuale, grafica ed editoriale di progetti fotografici in qualità di Art Director, e quella di docente di Grafica presso il Ministero della Difesa – Scuola di formazione e perfezionamento del personale civile e militare. Socialmente impegnata ed attiva nelle zone terremotate del Centro Italia e nel territorio, divulga progetti scrivendo articoli, interventi e notizie sull’architettura, l’arte e la fotografia. Co-fondatrice di Diatomea.net divulga progetti svolti singolarmente e collettivamente sulla piattaforma web.
Per Diatomea.net scrive nella sezione ARTE e nella sezione ARCHITETTURA.


Diatomea – Quaderno di Arte, Architettura, Fotografia, Cinema, Musica, Letteratura

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