6 Ottobre 2017 By Daniela Bonalume

Il damerino. Racconto breve di Daniela Bonalume

Il damerino è il nuovo racconto breve scritto da Daniela Bonalume per la raccolta “Suggestive Evasioni”. Una lettura veloce, intensa e dal finale bruciante, quello che non ti aspetti e ti sorprende sempre. Una storia bonsai che concentra la trama in pochi, avvincenti paragrafi. Da leggere in un respiro.

di Daniela Luisa Bonalume

Fellini e Manara – La Dolce Vita

Eccolo lì, Aloisio. Davanti allo specchio, tutto pulito e profumato di dopobarba, tirato a lucido come un damerino.

Un po’ di gel sui capelli, scuri ed ondulati, pettinati all’indietro.

Un vero dongiovanni.

Abito blu con panciotto e cravatta regimental a righe blu e oro annodata sotto il colletto di una camicia bianca. Sembrava pronto per il proprio matrimonio. Alto e magro, abbondantemente alto e troppo magro, Aloisio si sentiva irresistibile. Questo appuntamento lo metteva in un delirio di onnipotenza.

Il capodanno con Natalina non se lo aspettava proprio. Lei era davvero molto graziosa. Lui l’aveva notata sulla spiaggia cinque mesi prima, mentre giocava a palla con le amiche. La “neo-Nausìca” gli aveva lanciato uno sguardo interlocutorio, che Aloisio aveva scambiato per uno sguardo di consenso.

In quell’occasione si fece coraggio e si inserì nel cerchio guadagnandosi il diritto di palleggio. “E’ davvero bella, e anche simpatica” pensò Aloisio, “se non fosse fidanzata le chiederei un appuntamento”. Ignorando tale eventualità, per la serata stessa propose un gelato al bar accanto alla chiesa. Un punto strategico, per capire se la ragazza fosse timorosa di mostrarsi in pubblico con lui.

Infatti la bella Natalina rifiutò l’invito.

Ogni giorno di vacanza, da allora, la neoNausica riceveva i complimenti e il solito invito da parte del ragazzo. Lei non se la sentiva di archiviare quella noiosissima pratica in quanto, è abbastanza risaputo, la vanità spesso predispone a comportamenti ambigui.

C’è da dire che Aloisio era tenace e molto garbato, un vero gentiluomo ed un astuto corteggiatore. Ricevere le sue attenzioni era molto lusinghiero, anche se il gioco non valeva la candela. Natalina calibrava molto bene bastone e carota ed Aloisio le era sempre intorno come un’ape su un fiore in primavera. Pronto a succhiare il nettare più dolce, anche se era chiaro che lei favoriva altri tipi di insetto.

Comunque non lo scoraggiò definitivamente e, quando le vacanze scolastiche terminarono, ognuno tornò ai propri impegni intellettuali non prima del rituale scambio di numeri telefonici. Avendo poi raggiunto la maggiore età, per Aloisio sarebbe stato auspicabile il conseguimento della patente di guida. Avrebbe potuto così effettuare, nei pomeriggi liberi dallo studio,  le consegne ai clienti del negozio di alimentari gestito dal padre.

Questa licenza acquisita modificò radicalmente il punto di vista dell’universo femminile che lo circondava. Avere un corteggiatore automunito e non vecchio, e per vecchio si intendeva sui vent’anni, era una garanzia. Ai vecchi si imputavano dei comportamenti un po’ “smanaccioni”. Quando Aloisio entrò in possesso del librettino rosa non ci pensò due volte, chiamò la bella Natalina.

– Ciao! Da oggi guido sul suolo pubblico, quindi ti potrei venire a prendere una sera di queste per una pizza – disse lui con fare tronfio e quasi certo dell’accoglimento dell’invito.

– Ciao Aloisio, che piacere sentirti. Certo che ci potremmo vedere, magari anche domani, se vuoi – rispose lei.

– Se hai un amico – continuò – potremmo uscire in quattro. Potrei portare un’amica, per esempio Alice, che è molto carina e simpatica – concluse.

– D’accordo – confermò il ragazzo. Si accordarono su luogo ed ora e si salutarono.

L’indomani arrivò troppo lentamente per lui e troppo velocemente per lei.

Aloisio coinvolse Marco, e Natalina si presentò accompagnata da Alice che, simpatica lo era sicuramente ma, in quanto all’essere carina, insomma…almeno poteva togliersi i baffi!

La serata si consumò troppo velocemente per lui e troppo lentamente per lei.

Comunque non ci fu quel bacio tanto atteso. Fu quasi impossibile, in seguito, riuscire a parlare con Natalina. Lei si rese disponibile solo poco prima di Natale. Si presentò davanti alla scuola di lui con un pensierino. Il bestseller del momento. Del quale non ricordava neppure il titolo, accompagnato da un biglietto di auguri. Aloisio, stordito dalla visione e dalla sorpresa, rimase inebetito davanti a lei che, per l’occasione, sfoggiava un cappottino molto “ino”.

– Non mi dai neppure un bacio? – chiese la ragazza, facendo bella mostra di almeno 18 denti e di occhi da cerbiatta con le pupille a forma di cuore.

– Ma grazie, grazie davvero. Mi confondi, Natalina -.

– Pensavo – incalzò lei – di proporti per capodanno una cena in quattro. Noi due con Alice ed un suo amico, – proseguì, facendo riferimento al fallimento dell’incontro precedente con Marco – lei è innamorata di questo tipo, facciamo un’opera buona e diamole questa possibilità -.

– Si, certo, ma dille di tagliarsi i baffi! – rimbeccò il ragazzo con una smorfia.

– Allora ti aspetto da me per le 20, organizzo tutto io. Elegante, per favore –.

Aloisio era in apnea. La sua felicità era palese e lei se ne rese conto pertanto, senza aspettare risposta, se ne andò lasciandolo con il regalino tra le mani.

Eccolo lì, Aloisio. Davanti allo specchio, tutto pulito e profumato di dopobarba, tirato a lucido come un damerino. Un po’ di gel sui capelli, scuri ed ondulati, pettinati all’indietro. Un vero dongiovanni.  Abito blu con panciotto e cravatta regimental a righe blu e oro annodata sotto il colletto di una camicia bianca. Sembrava pronto per il proprio matrimonio. Alto e magro, abbondantemente alto e troppo magro, Aloisio si sentiva irresistibile. Questo appuntamento lo metteva in un delirio di onnipotenza.

Alle 20 del 31 dicembre, puntualissimo, si trovò davanti al portone di Natalina con una confezione di vischio benaugurante, e gliene fece dono quando lei aprì la porta. I genitori della ragazza vedevano di buon occhio Aloisio. Rappresentava il genero perfetto: educato ed agiato, carino senza essere bello ma molto elegante nel portamento. Insomma, serio e studioso con un futuro brillante, sarebbe anche stato un uomo distinto, una volta invecchiato. Quando lei comunicò alla famiglia che avrebbe festeggiato l’arrivo del nuovo anno con il loro pupillo, sull’ora del rientro non fu posto alcun limite.

Natalina aveva messo molta cura nel preparare il suo out-fit e Aloisio le diede molta soddisfazione. Uscirono e lui le aprì la portiera della macchina per farla accomodare. Natalina rideva molto, era eccitata per la serata, e questo rendeva felice il suo compagno di ventura. Arrivati a destinazione, parcheggiarono ed entrarono nel ristorante. Alice ed il suo amico erano già lì, lei se lo mangiava con gli occhi. Quando lui le propose un capodanno insieme, Alice era completamente impazzita, e si vedeva benissimo. Dopo le presentazioni, iniziarono subito a cenare.

“Ma come stiamo correndo” pensò Aloisio  ”sono solo le 21.30 e già siamo al dolce”.

Tuttavia il clima era talmente allegro da indurre Aloisio ad alzare un pochino il gomito. Anche Alice, che per l’occasione si era privata dei baffi dietro invito di Natalina, era parecchio ridanciana.

“La capisco, poverina!“ pensava Aloisio “innamorata di quel tipo già un po’ vecchiotto! Ma quanti anni avrà?! 35? 40? Non è brutto per niente ma è un po’ stagionatello!”

E intanto si era arrivati al caffè e all’ammazzacaffè, e non erano neppure le 22.00.

Addirittura quattro flûte arrivarono di gran carriera, e l’amico di Alice propose un brindisi al nuovo anno:

– Cin cin auguri a tutti, ma proprio a tutti tutti. Auguri anche a te, Aloisio, e grazie per la splendida serata -.

Poi, il bellimbusto si alzò dalla sedia prendendo il proprio cappotto e quello di Natalina. La baciò sulla bocca e la strinse a se. Entrambi uscirono dal locale a passo di gambero indirizzando bacetti verso il tavolo dove Aloisio assisteva attonito allo scherzo da prete, chiedendosi se fosse capodanno o carnevale. E Alice?  Avrebbe voluto ridere sotto i baffi ma, non avendoli più, rideva a crepapelle.


Note biografiche sull’autrice

Daniela Luisa Bonalume è nata a Monza nel 1959. Fin da piccola disegna e dipinge. Consegue la maturità artistica e frequenta un Corso Universitario di Storia dell’Arte. Per anni pratica l’hobby della pittura ad acquerello. Dal 2011 ha scelto di percorrere anche il sentiero della scrittura di racconti e testi teatrali tendenzialmente “tragicomironici”. Pubblicazioni nel 2011, 2012 e 2017.