“Cristo Morto” rappresenta un’opera tutta italiana ed unica al mondo. Ecco che cosa la rende tanto magica e speciale e dove la possiamo vedere. Si tratta di una esperienza da fare nella propria vita.
Il bello dell’arte è che è un qualcosa che, di fatto, non è mai stato di moda. Può sembrare paradossale, ma in realtà questo implica che tutto ciò che non segue le inclinazioni del tempo non diventerà mai fuori moda. In tal senso, ci sono alcune opere che sono davvero straordinarie e che tutti quanti noi almeno una volta o abbiamo visto o dobbiamo vedere. Ne va del nostro spirito e di un qualcosa che ci spinge a migliorarci ed a guardare il mondo con altri occhi, come si suole dire in questi casi.
L’Italia da questo punto di vista è un autentico punto di riferimento su scala internazionale, dal momento che c’è qui la maggior parte delle opere d’arte prodotte su scala internazionale. Nel nostro caso andremo adesso a puntare i riflettori sul “Cristo morto“, un autentico gioiello artistico che molti conoscono ma di cui non tutti conoscono i dettagli che lo rendono tanto unico su scala mondiale e straordinario. Andiamo a vedere in maniera dettagliata di che cosa si tratta e che cosa sapere su questa opera.
L’opera in questione è stata realizzata da uno degli artisti più importanti del rinascimento italiano, vale a dire Andrea Mantegna. Nota anche come “Lamento sul Cristo Morto” o “Cristo morto e tre dolenti“, si tratta di una opera davvero straordinaria e che lascia di stucco per la straordinarietà della realizzazione. La prima cosa da dire è che per godere della visione di questo spettacolo bisogna recarsi presso la Pinacoteca di Brera a Milano. Andiamo a vedere che cosa bisogna notare a riguardo.
C’è incertezza a proposito della datazione di questo capolavoro realizzato da Andrea Mantegna, visto che sono due le teorie: tra il 1470 ed il 1474 o al 1483. Insomma, non si riesce a datarla con precisione nel tempo. Ma che cosa la rende così unica. Si tratta di un qualcosa che si può cogliere soprattutto vedendo l’opera dal vivo. Oltre alla qualità ed verosimiglianza delle figure che vi troviamo, quello che rasenta la perfezione è il vertiginoso scorcio prospettico della figura di Gesù Cristo disteso sul suo letto.
Essa ha la particolarità di “spingere” lo spettatore a seguire la figura di Cristo, invogliandolo a fissare i piedi e scorrendo davanti al quadro stesso arrivando fino al viso. Insomma, si tratta di una perfezione tecnica che non può lasciare indifferenti i visitatori.
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