27 Marzo 2019 By Gabriella Maldini

Coco Chanel, la grande rivoluzionaria

Coco Chanel è la figura più carismatica di tutta storia del costume occidentale. La donna che con la sua vita e il suo stile ha cambiato per sempre il modo di vestire di tutte le donne occidentali.  Viaggio della Moda tra simbolo e Desiderio

di Gabriella Maldini

Coco Chanel

Gabrielle Bonheur Chanel nacque nel 1883 in una piccola cittadina nella zona dei castelli della Loira. Nacque all’ospizio dei poveri e la madre, giovanissima e non sposata, l’abbandonò all’orfanotrofio delle Suore del Sacro Cuore. La leggenda narra che il famoso nero dei suoi tubini sia un lascito dei ricordi di quel luogo monacale, severissimo, che le lasciò dentro un marchio non solo esistenziale ma anche estetico, un marchio di stile. Chanel è stata la più grande sarta della storia non solo per il suo genio sartoriale ma per la forza della sua personalità. Fu rivoluzionaria come sarta perché lo fu innanzitutto come donna. In una manciata di anni, tra la fine del XIX secolo e l’inizio del Novecento, fece tabula rasa di tutti i dogmi della tradizione vittoriana, liberando il corpo femminile da busti, crinoline, sottogonne, lacci e laccetti e vestendolo di una bellezza nuova, fatta di una semplicità assoluta, mai vista e dunque scandalosa.

Coco Chanel

Iniziando come modista, dal lavoro sui cappelli Chanel apprende e fa suo quel particolarissimo tratto di stile che è la brevitas, la serratezza, la sintesi, che poi estenderà all’abito. La sua rivoluzione fu il tailleur, che la Vogue del tempo definì ‘la Ford di Chanel’ perché in quel momento la Ford era il simbolo della conquista di massa dell’automobile. Ma più che creare uno stile, Chanel impose il proprio. Una semplice scandalosa eleganza che divenne il nuovo canone di femminilità della donna moderna.

Chanel

Questo è il punto: Chanel non cambiò solo il modo di vestire delle donne, ma il loro modo di essere, il loro modo di vivere. Fino ad allora, ad esempio, la borsetta per signora o aveva il manico o era una pochette, da tenere il mano. Chanel, stufa di avere le mani occupate, fece un piccolo gesto rivoluzionario: tolse il manico alla borsa e le attaccò una lunga striscia di pelle. La tracolla nacque così, per restituire alle donne le loro mani, perché fossero libere. Di salire sul tram, aprire la porta di un ufficio, tenere un libro, una sigaretta…libere di muoversi, perché la modernità è movimento e Chanel è stata l’incarnazione della modernità.

Chanel, foto Man Ray, 1936

Dopo il tailleur, la sua grande rivoluzione fu il jersey, comodo e pratico da indossare. Questa foto icona di Chanel ritratta da Man Ray mostra in modo perfetto l’identificazione totale tra il suo corpo e il suo stile. Tanto che è stato detto, giustamente, che nessuno indosserà mai Chanel come Chanel. E la cosa che più ci sorprende è che in ogni immagine ciò che più ci cattura è il suo volto, forte, risentito, ribelle. Il suo volto è il centro e punto di foga di ogni composizione, il focus imprescindibile che ci fa comprendere l’abito.  Chanel ci ha insegnato anche questo, che il nostro primo abito è il volto; e il grande abito, il vero abito, è quello che non lo prevarica ma lo esalta e lo esprime fino in fondo. L’abito è il nostro secondo volto: una straordinaria, irripetibile lezione di consapevolezza (per la donna) e di umiltà (per la sarta, quella vera).

Chanel

Ancora un’immagine per ricordarci che, se Chanel fu grandissima nell’abbigliamento da giorno, allo stesso tempo fu impareggiabile per leggerezza e raffinatezza nella sua sera.

 


 

Note biografiche dell’autrice

Nata a Forlì nel 1970, dopo il diploma al liceo classico si è laureata in Giurisprudenza presso l’Università di Bologna. Ha svolto un Master in Comunicazione a Roma e Milano, poi un corso di Racconto e Romanzo e uno di Sceneggiatura cinematografica alla Scuola Holden di Torino. E’ docente di cinema e ha diverse collaborazioni in atto, fra cui quella con Università Aperta di Imola, la libreria Mondadori di Forlì e le scuole medie per le quali sta portando avanti nu progetto didattico che coinvolge i ragazzi delle classi terse in una ‘ lezione cinematografica’ sul rapporto umano e formativo che unisce allievo e insegnante. Da alcuni mesi è uscito il suo primo libro, edito da Carta Canta, dal titolo ‘I narratori della modernità’, un saggio di letteratura francese dedicato a Balzac, Flaubert, Zola e Maupassant, come quei grandi padri della letteratura che per primi hanno colto la nascita del  mondo moderno.

Per ArteVitae scrive nella sezione Cinema e TV.

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