Dentro l’opera di Caravaggio, il pittore che ci sorprende sempre
Palazzo Reale a Milano dedica la mostra Dentro il Caravaggio a questo straordinario artista della pittura passata ma contemporanea per eccellenza. L’unico che ha reso umano il divino per renderlo più vicino alla sua essenza.
di Cristiana Zamboni
Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, viene raccontato con una mostra a lui dedicata ospitata da Palazzo Reale a Milano dal 29 settembre. Il pittore, all’avanguardia in tutto il suo essere, rappresentò l’inettitudine dei condizionamenti umani alimentati dal potere sull’ignoranza, nel tentativo di sopprimere la capacità di pensiero attraverso l’indottrinamento, lasciando aleggiare la paura del buio oltre la siepe.
di Cristiana Zamboni

Caravaggio ritratto
Caravaggio, ha sempre dovuto giustificare il suo genio e la sua arte. Ha sempre combattuto e lottato contro la falsa spiritualità dei suoi stessi committenti, per poter esprimere ciò che gli chiedevano di rappresentare. Ma lui sentiva talmente tanto Dio vicino a sé, nonostante il clero e la Chiesa, che si limitava a scrivere:
“Prendo in prestito dei corpi e degli oggetti, li dipingo per ricordare a me stesso la magia dell’equilibrio che regola l’universo tutto. In questa magia l’anima mia risuona dell’Unico Suono che mi riporta a Dio“ -Caravaggio

Narciso Caravaggio 1597-1599
A volte capita di dover giustificare la scelta del proprio futuro ancor prima di averla fatta. Di dover combattere per il diritto di scegliere, non sempre compreso e sostenuto. A diciotto anni, quando devi scegliere il tuo cammino universitario, si dovrebbe avere la consapevolezza dei quaranta. Saper argomentare ed esprimere il proprio bisogno di conoscere e capire ciò che senti essere la tua strada. Un futuro analizzato dagli adulti più per il benessere economico che per la qualità del pensiero. Al terzo anno scelsi un’esame particolare, teologia della chiesa medioevale e rinascimentale, ero sicura mi avrebbe aiutato a comprendere meglio la storia di alcuni pittori simbolo dell’arte. E comprendere meglio ciò in cui volevo credere. Idealista e giovane, pensavo che il sapere mi avrebbe davvero resa libera da istituzioni e condizionamenti.
“Esiste un solo bene, la conoscenza, ed un solo male, l’ignoranza.“ – Socrate
Soffermarsi ad osservare un’opera del Caravaggio è ritrovare la frase di Socrate. I giochi di luce ed ombre delle sue opere avvolgono i personaggi e li nascondono. La buia luce colpisce i soggetti senza gerarchia. Ne mette in evidenza la verità e le caratteristiche atte a completare il significato dell’impura purezza rappresentata dal suo tempo, che ritroviamo nel nostro. Non ha più simboli, condizionamenti sociali e vincoli. Rappresenta corpi reali, senza compromessi, spiritualizza le anime dei personaggi, vuole renderle superiori e liberarle dal presente.

Vocazione di San Matteo Caravaggio 1599-1600
Da San Carlo Borromeo assimila – facendone poi concetto della sua arte – il pensiero che la realtà è l’unica verità che abbiamo e dobbiamo osservare solo lei.
Se potessi colloquiare con lui, credo si esprimerebbe con queste parole: “Sarò un ribelle, un delinquente, ma sottostare ad una burocrazia del pensiero e della libertà, anche spirituale, a favore di un potere assoluto per definizione di alcuni uomini, che nulla hanno a che fare con la sfera spirituale, mi rende sicuramente un uomo migliore e mi eleva ad un livello superiore di conoscenza di Dio“.
Lui si sente parte attiva di ogni scena che descrive, lo ritroviamo in quasi tutte le sue opere, se non col suo viso, con gli arredi del suo studio.
Dissacrato per aver usato come modelli ubriaconi e prostitute, donne annegate e vecchi barboni per rappresentare santi e madonne, rispondeva alle critiche asserendo che anche loro prima di diventar santi furono uomini e l’animo umano non si discosta mai dalla sua natura, qualunque essa sia.
Caravaggio esprime un concetto basilare per chi crede in Dio, vi è lo spirito ma in continua lotta col corpo ed il vincitore di questa lotta sarà vicino al divino. La carne perde e sottostà allo spirito.
Nelle opere di Caravaggio ritroviamo tutta l’attualità nostra contemporanea. Una Madonna che potrebbe ricordare le donne morte nel mediterraneo annegate mentre cercavano una speranza al di là di quelle acque. Oppure le donne usurpate della loro libertà, violentate e lasciate agli angoli delle strade più buie. Uomini soli, anestetizzati dall’alcool, sdraiati su di una panchina perché hanno perso tutto, una casa, una famiglia, un lavoro. Succubi di una realtà del potere politico borderline, vestito di animo sociale ma che accomoda l’individuale agio di pochi eletti.
Caravaggio aveva ben compreso quale fosse il vero uso comunicativo dell’arte ed ogni sua opera è un trattato di storia, inserisce elementi di chiaro significato a completarne il messaggio, a volte di denuncia.
Per Caravaggio, l’arte deve metterci in contatto con la rara bellezza senza perdere il contatto con la realtà. E rappresentare il divino attraverso la personificazione dell’uomo normale, fece sì che egli si sentisse molto vicino a Dio. E da Dio amato.
Contemplando l’opera del Caravaggio si può facilmente arrivare all‘ intimo dell’artista e, a sua volta, il suo intimo arriva a noi e ci cambia. Le sue opere in luce ed ombra, i suoi chiaroscuri, i suoi silenzi pittorici sono fatti di una continua contemporaneità che ci fa sentire parte delle scene rappresentate. Senza esaltare né inasprire la realtà, semplicemente rappresentandola. Visioni troppo moderne e sincere per il suo periodo, ma sicuramente, sempre attuali. Per queste sue caratteristiche è l’ artista amato e studiato dai fotografi contemporanei. Ad esempio Robert Mappletthorpe ne ha fatto fonte d’ispirazione per l’uso della luce.

Amor Vincit Omnia Caravaggio 1601-1602
L’inettitudine della società, il finto perbenismo e l’ipocrisia, la mancanza di cultura come presa sul popolo è inevitabilmente comprensibile nelle sue opere. Oggi, come nella sua epoca, aleggiano nell’aria. Ci ritroviamo nel buio, nel nulla illuminati solo da flebili fiammelle, riscaldati da rossi carminio ad indicarne la carne ed il sangue di cui un’essere vivente è fatto.
Secondo Caravaggio noi siamo fatti ad immagine e somiglianza di Dio, creati da lui, atti a rappresentare la sua parola. Colpevolista a volte, compassionevole altre. In questo sta la sua cristianità. Una cristianità forse anche più grande di quella dei papi che tanto lo criticarono e denunciarono.

Martirio di San Matteo Caravaggio 1599-1601
La storia dell’arte lo definisce „maledetto“, con un brutto carattere, rissoso ed assai irriverente. Ma fu solo un uomo dal genio invadente ed esuberante, innovativo dal punto di vista stilistico e concettuale dell’arte. Consapevole della sua bravura. Chiunque, con la consapevolezza di Caravaggio, avrebbe fatto fatica ad accettare la mentalità del tempo e si sarebbe trasformato in un ribelle in cerca solo di poter sfogare il suo genio ed il suo sapere contro il bigottismo e la falsità.
Un vero iconografo di ciò che l’uomo è.
Scrive Vittorio Sgarbi:
“Caravaggio è doppiamente contemporaneo. E‘ contemporaneo perché c’è, perché viviamo contemporaneamente alle sue opere che continuano a vivere ed è contemporaneo perché la sensibilità del nostro tempo gli ha restituito tutti i significati e l’importanza della sua opera. Ogni secolo sceglie i propri artisti. E questo garantisce un’attualizzazione, un’interpretazione di artisti che non sono più del Quattrocento, Cinquecento o e del Seicento ma appartengono al tempo che li capisce, che l’interpreta, che li sente contemporanei. Tra questi nessuno è più vicino a noi, alle nostre paure, ai nostri stupori, alle nostre emozioni, di quanto non sia Caravaggio.“
Un ribelle che non puoi non amare e stimare. Un’artista capace di portarti con sé nel suo essere e nel suo tempo. Capace di trasformare il suo tempo nel tuo tempo. Si può solo sperare che ti tenga lì per sempre, nel suo mondo, nel suo genio e nella sua verità. Senza ipocrisia e superficialità ma solo avvolto dalla realtà, dalla vita e dalla sua ribellione ad insegnarti il valore della libertà che, il sapere e la conoscenza, inevitabilmente offrono. Uniti alla compassione di chi, per chi crede, ci creò.
Ottimo articolo. Ho visitato la mostra, recentemente, e ho captato un commento che voleva essere qualificato: in alcuni suoi dipinti Caravaggio mostra un’attitudine controriformista. Vuoi ampliare il concetto, Cristina, per chi fosse interessato ad approfondire?
Grazie Rita, certamente.Il suo anticonformismo era prettamente legato alla visione sbagliata della Chiesa di un amore superiore che nasce prima di tutto dalla nostra capacità di vedere l’uomo per ciò che era. Indipendentemente dalla carica ricoperta. Prendendo come modelli per i suoi personaggi gente normalissima e relegata ai margini della società punta l’attenzione proprio sull’umanità della religione. In questo è il suo anticonformismo sociale e, in un certo modo anche politico. Cresciuto e Da San Carlo Borromeo, cattolico, ma con una visione moderna e lontana dal potere, gli insegna che la realtà è da privilegiare su tutto proprio perchè così fu creata da Dio. Il suo essere anticonformista lo porta ad essere moderno e contemporaneo in qualunque epoca venga collocato. In un’analisi della società lui riesce a vedere ed interpretare la fallibilità umana, soprattutto dei potenti che si credono tali e privilegiati ma molto lontani da ciò che rappresentano. Indica, nelle sue opere una via da seguire per allontanarsi da quegli sbagli ed una rettitudine di forma umana civile. Spero di esser stata esaustiva, la tua domanda mi ha fatto molto piacere,il confronto è l’unica forma che siuta a crescere anche intelettualmente oltre che umanamente e Caravaggio ha la capacità di farci sempre porre delle domande davanti alle sue immense opere.