13 Luglio 2017 By Luca Tizzi

Ascenseur pour l’échafaud, film e colonna sonora dirompenti

Il rapporto fra cinema e musica, il legame fra il film e la sua colonna sonora ha prodotto nel tempo effetti dirompenti. Il regista Louis Malle, con Ascenseur pour l’échafaud, è stato probabilmente il primo a mescolare sapientemente gli ingredienti, affidando al trombettista Miles Davis la realizzazione della memorabile colonna sonora.

di Luca Tizzi

Sono sempre stato affascinato dall’affinità che lega una colonna sonora al film per cui è stata concepita. Pertanto oggi vorrei affrontare l’argomento, parlandovi di uno degli esempi meglio riusciti.

Se lasciamo perdere, facendo finta che non esista, tutta la parte economico/organizzativa deputata alla produzione, un film è composto da un soggetto, una sceneggiatura e dalla regia.

Il soggetto getta le basi della storia, la sceneggiatura la sviluppa in tutte le sue parti prevedendo tempi, inquadrature e dialoghi e la regia, il regista, getta tutto nel cestino e fa come gli pare; in fondo il film è suo, lo firma lui.

Prendiamo un soggetto semplice, Lui, Lei e l’altro.

Florence è sposata con Simon, un potente uomo d’affari che traffica in armi, ed è innamorata di Julien, un dipendente del marito. I due amanti decidono di uccidere il marito inscenando un suicidio, la cosa gli riesce ma quando i due stanno per ritrovarsi dopo il fattaccio Julien si accorge di aver lasciato un indizio vicino al cadavere. Mettiamo che il giovane amante torni sul luogo del delitto per recuperare l’oggetto che lo farebbe incriminare dando appuntamento alla giovane vedova “al solito posto”. Mettiamo anche che, mentre il giovane lascia il palazzo dove è stato commesso il crimine, qualcuno tolga la corrente elettrica e resti chiuso dentro l’ascensore. Al povero Julien non rimarrà che attendere, come un topo in trappola, il mattino quando gli uffici riapriranno e si scoprirà sia l’omicidio che il colpevole. La povera Florence cercherà l’amato girando nella notte parigina sentendo crescere in lei  il senso dell’abbandono.

 Questo semplice soggetto è in realtà un romanzo, scritto da Noel Calef, che capitato tra le mani di un certo Louis Malle è diventato un film, mantenendo il titolo del libro, si chiamerà “Ascensore per il patibolo” (Titolo originale Ascenseur pour l’échafaud). Louis Malle, noto regista francese all’epoca ventiquattrenne al suo primo film, aveva al suo attivo un cortometraggio documentaristico, girato con Jacques Cousteau, poi questo splendido film in collaborazione con Roger Nimier. 

 

Secondo alcuni questo film anticiperà la “Nouvelle Vague” che avrebbe portato in primo piano un nuovo modello di divismo fatto di autenticità e modernità, di cui Jeanne Moreau, protagonista femminile del film, era la perfetta espressione. Moreau incarnava un tipo fisico più autentico, meno esplicitamente sexy della diva Bardot, non per questo meno seducente.

 

L’immagine di Jeanne Moreau, la Florence del film, che cerca l’amato Julien nei locali che erano soliti frequentare, fino all’albergo dove si consumava il loro amore, il gesto dell’usciere che, sotto una pioggia battente, si avvicina con l’ombrello per proteggerla, anche solo per pochi secondi, e le lacrime sul volto, ormai consapevole di essere stata abbandonata e inconsapevole del motivo, queste immagini sono fotografia ventiquattro volte al secondo.

Quando il film fu terminato, Louis Malle si accorse che mancava la colonna sonora, lo fece proiettare in una sala vuota, solo le immagini, senza i dialoghi, chiese a Miles Davis di comporre la colonna sonora. Il musicista improvvisò e così nacque un capolavoro.

Quando Davis giunse in Francia le riprese del film erano terminate. Davis stava tentando di andare oltre l’ortodossia del jazz superando le limitazioni formali della canzone di Broadway e del blues in dodici misure che componevano il repertorio del suo gruppo per passare a una forma meno restrittiva di improvvisazione basata sulle scale modali. Ascenseur pour l’échafaud fu provvidenziale: gli diede la possibilità di tentare un nuovo approccio.

Volle conoscere la trama e i personaggi, e il regista gli accennò al genere di musica che aveva in mente. I musicisti improvvisarono sulle scene in loop, usando le linee guida di melodia, armonia e ritmo fornite da Davis. In quattro ore il lavoro era finito e l’eleganza umorale della tromba di Miles Davis era pronta per diventare un tratto distintivo del film quanto lo sguardo seducente di Jeanne Moreau o la Parigi notturna perfettamente immortalata dal direttore della fotografia di Malle, Henri Decaë. – Richard Williams, All that Jazz, “Sight & Sound”, n. 2, febbraio 2014

 

Miles Davis – lift to the Gallows – Sound track