8 Marzo 2018 By artevitae

Alfa Romeo Giulia, storia di un auto disegnata dal vento 

Questa è la storia dell’Alfa Romeo Giulia, un mito dell’industria automobilistica italiana che ha segnato la vita di diverse generazioni di alfisti. Non una semplice automobile quindi, ma il simbolo di una doppia rinascita del glorioso marchio milanese.

di Luigi Coluccia

 

Alfa Romeo Giulia

Alla fine degli anni Cinquanta l’Italia si trova catapultata nel pieno del miracolo economico. Questo comporta inevitabilmente una crescita della produzione e delle vendite nel settore automobilistico. In queste nuove condizione economiche del paese, cominciano a prendere piede anche i modelli più costosi.

Uno dei marchi più apprezzati è quello dell’Alfa Romeo, che propone auto per chi ama la guida sportiva ed il piacere del volante. La berlina di riferimento dell’epoca è la Giulietta, un’auto così bella da essere ribattezzata la “fidanzata d’Italia”. Un’auto che sembra insostituibile nel suo segmento.

Alfa Romeo Giulietta

L’arduo compito di progettare un modello che potesse andare oltre e sostituire la Giulietta è affidato alla stessa squadra che aveva già firmato modelli quali la Fiat 1900 e la stessa Giulietta. Orazio Satta Puliga, ingegnere, Giuseppe Busso, Ivo Colucci, Livio Nicolis e Giuseppe Scarnati.

L’azienda da alla squadra carta bianca, ma l’idea di partenza è rappresentata dalla volontà di migliorare un modello vincente, quello della Giulietta, senza stravolgerlo. Alla fine degli anni ’50, quando lo sviluppo del nuovo progetto è a buon punto, dal Salone di Londra arriva una cocente bocciatura del lavoro del team: il modello su cui  sta lavorando infatti, è praticamente ripreso dai modelli in esposizione, tanto da renderlo ormai superato.

La decisione da prendere è quella fra continuare a lavorare sul progetto esistente e presentare al mercato un’automobile che possiede una linea già vista o ripartire da zero sviluppando un nuovo ed innovativo progetto.

La scelta ricade su questa seconda opzione. I vecchi prototipi vengono quindi accantonati, i disegni archiviati e il team si lancia nella realizzazione di un’automobile che possa essere eccellenza dal punto di vista strutturale, stilistico ed aerodinamico.

I tecnici puntano sulla realizzazione di un’auto “rivoluzionaria” e la dirigenza che crede fortemente nel lavoro della squadra e nel progetto “Giulia”, investe importanti risorse per due nuove strutture che sono indispensabili per modernizzare l’azienda, preparandola alle nuove esigenze costruttive: un nuovo impianto produttivo con la realizzazione dello stabilimento di Arese, a 15 km da Milano e una pista prova.

All’epoca si riteneva che la linea ideale di un auto fosse quella a goccia d’acqua, inserire quindi una coda filante in un modello di serie non è compito facile. In totale rottura con il passato allora, il viraggio più evidente del progetto Giulia, risiede proprio nella scelta di una coda troncata a una certa distanza dal tetto che limita la creazione di vortici dietro la vettura.

 

Ma la vera rivoluzione riguarda senza dubbio quello che per l’epoca era sicuramente un concetto avveniristico, la sicurezza passiva. Per la prima volta infatti, nella storia dell’auto, si pensa alla tutela degli occupanti. Obiettivo raggiunto attraverso la creazione di una struttura portante a resistenza differenziata, con anteriore a posteriore addetti ad assorbire l’energia cinetica di eventuali urti e l’abitacolo rinforzato per proteggere gli occupanti.

All’inizio degli anni Sessanta, la Giulia è pronta per essere presentata, ma i ritardi dei lavori dello stabilimento di Arese costringono i vertici Alfa Romeo a stampare i i primi lamierati in Inghilterra e a programmare la presentazione anziché nello stabilimento, proprio all’autodromo di Monza.

Dopo mesi di duro lavoro quindi, il 27 Giugno del 1962, arriva il giorno della presentazione alla stampa. Il momento è delicato, La Giulia va a sostituire la tanto amata GIulietta e per di più puntando su un modello all’avanguardia dal punto di vista stilistico ed aerodinamico. Il rischio è alto, ed infatti le critiche non si fanno attendere.

Alla vista delle nuove vetture schierate sull’asfalto dell’Autodromo di Monza infatti, dagli spalti si leva subito un brusio preoccupante. A lasciare perplessi gli esperti è soprattutto il design, così insolito ed eccessivo visti i tempi. I commenti più benevoli parlano di “novità”, gli altri sono decisamente più forti e netti  e parlano chiaramente di una stroncatura della linea della neonata Giulia.

Come spesso accade però, alla critica degli addetti ai lavori, corrisponde il grande successo del mercato. Le vendite del nuovo modello infatti, nonostante le lentezze dello stabilimento di Arese che doveva ancora essere del tutto completato, risultano da subito molto numerose.

Ad attirare gli amanti delle auto sportive, è senza dubbio la meccanica. Il suo motore è l’evoluzione del 4 cilindri della Giulietta, opportunamente riveduto e aggiornato con novità molto interessanti. L’alimentazione poi avviene tramite un carburatore doppio corpo. Il telaio è rigido e le sospensioni a quadrilateri sovrapposti nell’anteriore e  ponte rigido nel posteriore.

Era nato un sogno, un’auto in grado di fornire prestazioni eccezionali. Ero un bambino quando per la prima volta misi piede in una Giulia, la ricordo ancora bene. Sentivo rientrare a casa mio padre la sera proprio dal rombo inconfondibile della sua Alfa Giulia, era un suono familiare, era casa.

A confermare le doti velocistiche e stradali della Giulia arriva la scelta delle forze dell’ordine che si dotano di questa vettura per i loro servizi sempre improntati alla massima velocità di intervento e alla potenza di movimento. Le mitiche “Pantere” della Polizia e le velocissime “Gazzelle” dell’arma dei Carabinieri.

Curiosamente però, anche i malviventi scelgono Giulia proprio per sfuggire alla cattura con duelli ad armi pari. Sfide che diventano presto un must della cinematografia dell’epoca che con pellicole come “Milano Calibro 9”, “Milano trema, la Polizia vuole giustizia”, “Roma a mano armata”, “Napoli spara!” o “La Polizia incrimina, la legge assolve”, imperversa nell’immaginario collettivo del tempo. La Giulia diventa quindi senza ombra di dubbio, un’icona del suo tempo ma allo stesso modo, senza tempo.

Nel 1977 l’avventura della Giulia si conclude dopo una gloriosa carriera che ha saputo superare abbondantemente le aspettative di vendita previste dai responsabili del Biscione prima del debutto, che pensavano di raddoppiare i numeri  ottenuti dalla Giulietta degli anni Cinquanta. Un obiettivo che invece è stato triplicato.

Ma si sa, i miti non muoiono mai, forse è per questo che per rilanciare il marchio Alfa Romeo Sergio Marchionne, nel 2013, impone a Philippe Krief, responsabile del progeto “nuova Alfa Romeo Giulia”, di realizzarla in due anni e due mesi!

Alfa Romeo Giulia

Il 24 Giugno, proprio nel giorno del 105esimo anniversario della fondazione dell’Anonima Lombarda Fabbrica Automobili (A.L.F.A.) è stata presentata la nuova Giulia, destinata a riportare il marchio Alfa Romeo nei piani alti delle classifiche mondiali.