29 Marzo 2019 By Daniela Bonalume

Al festival del Jazz. Racconto breve di Daniela Luisa Bonalume

Al festival del jazz è il nuovo racconto breve scritto da Daniela Luisa Bonalume per la raccolta “Suggestive Evasioni”.

di Daniela Luisa Bonalume

Fecero quattro passi lungo il borgo antico, durante i quali, gli occhi delle ragazze a passeggio divoravano Tommaso. Quasi un metro e novanta, snello e tonico, aveva la classe di un principe in vacanza. Era degnamente accompagnato dalla conturbante e sobria Aurora, che si muoveva sui tacchi a spillo come  fosse su una nuvola.


Aurora chiuse la chiamata e si recò in bagno. Una doccia rinfrescante ed un sapiente trucco l’avrebbero preparata per spendere la serata come aveva programmato. Passò in rassegna il guardaroba e si infilò in un raffinato completo di velluto di lino nero che la rendeva elegante e misteriosa. Poco dopo sentì il clacson dell’auto di Tommaso che la sollecitava. Aurora si precipitò per le scale senza aspettare l’ascensore, ed eccitata come Bonnie, attraversò la strada per raggiungere la vettura del suo Clyde.

La serata si preparava mite, si era alla fine di maggio e le lucciole accompagnavano il tragitto dei due lungo la strada che portava al centro della cittadina dove, in quella settimana, si teneva un festival di musica jazz. Dopo aver parcheggiato l’auto, i ragazzi prelevarono dal bagagliaio un paio di giacche. Non si sa mai, dovesse fare freschetto, facendo notte! E si incamminarono verso il centro gremito di turisti e musicanti, godendo del tramonto che si avviava al crepuscolo.

Fecero quattro passi lungo il borgo antico, durante i quali, gli occhi delle ragazze a passeggio divoravano Tommaso. Quasi un metro e novanta, snello e tonico, aveva la classe di un principe in vacanza. Era degnamente accompagnato dalla conturbante e sobria Aurora, che si muoveva sui tacchi a spillo come  fosse su una nuvola. Si avviarono verso il palco montato davanti alla facciata del Duomo. Diedero uno sguardo lì intorno e ritornarono sui loro passi. Avrebbero scelto un ristorante a ridosso della piazza, così da poter sentire la musica, ma senza essere sopraffatti dal volume.

Consultarono qualche menù posizionato lungo il tragitto per poi decidere il locale presso il quale consumare la loro eccitante serata. Gli occhi di Aurora brillavano come due stelle e anche Tommaso non nascondeva una certa emozione. Fecero la loro scelta. Si accomodarono all’interno di un grazioso ristorante la cui cucina prediligeva il tartufo quale ingrediente principale. Il tavolino era poco distante dall’ingresso. Avevano chiesto proprio quello perché, essendo entrambi vittime del tabacco, tra una portata e l’altra, poteva succedere che uno dei due uscisse per fumare una sigaretta.

Posizionarono le giacche sui rispettivi schienali delle due sedie e Tommaso estrasse dalla tasca un minuscolo pacchetto regalo, che posizionò accanto al telefono cellulare. I due presero posizione uno difronte all’altra e, prima di sedersi, si scambiarono un bacio di buon appetito. Aurora guardava il pacchetto accanto al cellulare di Tommaso piena di curiosità, e sopra vi adagiò il proprio.

Arrivò il cameriere ed ordinarono un Sagrantino di Montefalco del vigneto Cerrete, un vino di pregevole qualità, molto adatto ad accompagnare le pietanze che avrebbero gustato per onorare la serata che stavano vivendo. Tra l’antipasto ed il primo piatto, Tommaso si alzò ed uscì per fumare una sigaretta, lasciando sola al tavolo Aurora la quale, per consolarsi, iniziò a fantasticare sul contenuto del pacchettino.

Arrivò anche la fiamminga con un profumatissimo misto di primi piatti al tartufo, che consumarono tra risate e complici  occhiatine. Fu Aurora, ad uscire, questa volta. Portò con se anche il grande bicchiere col vino, che le avrebbe fatto compagnia mentre fumava la sua sigaretta. Nel frattempo, Tommaso, giocherellava col pacchetto regalo. Lo spostava da una parte all’altra del tavolo, lo teneva in mano e fingeva un colloquio, poi lo posava.

Il personale del ristorante inizio a divertirsi guardando i due ragazzi che, in qualche modo, avevano suscitato la loro simpatia. Da fuori entravano le note della band che aveva aperto la serata, e così anche Tommaso raggiunse per un momento la ragazza, per poi rientrare nel locale insieme a lei. Prese il pacchettino con due mani e stava quasi per dire qualcosa, quando il cameriere portò una cloche che nascondeva una succulenta faraona con contorno di patate, il tutto guarnito con una gustosissima salsa al tartufo.

Niente da fare, il pacchetto riprese il proprio posto. La pietanza non poteva aspettare, e neppure il vino. Aurora non toglieva lo sguardo dal viso di Tommaso. Era ormai impaziente e la sua curiosità era diventata incontenibile: – Tommaso cosa è questo pacchettino? – chiese con lo sguardo di chi la sa lunga e si aspetta qualcosa di imprevedibile.

-Un piccolo pensiero per la serata, un ringraziamento per questo bellissimo momento che stiamo vivendo insieme – puntualizzò Tommaso con il suo miglior sorriso. Aurora arrossì.

Ed intanto, in attesa del dolce, i due ragazzi si alternavano dentro e fuori, chi con la sigaretta, chi lasciando la propria borsa sulla sedia, chi lasciando il cellulare o il pacchettino sul tavolo. Insomma, avanti e indietro, ormai i camerieri li consideravano di famiglia. Facevano tenerezza, Aurora pendeva palesemente dalle labbra di Tommaso, che si fermò al bancone a chiacchierare col proprietario del locale mentre aspettava il caffè. Lo consumò al banco e si accomodò un momento appoggiato alla vetrina per ascoltare la musica. Il tempo passò velocemente, era ormai notte. Le due giacche erano rimaste sulle sedie insieme al pacchetto regalo sul tavolo. Due giacche lerce e sbrindellate. Dei due ragazzi neppure l’ombra. Nel pacchettino regalo, il ristoratore trovò un foglietto con la scritta: Grazie per l’ottima cena. Buonanotte!


Note biografiche sull’autrice

Daniela Luisa Bonalume è nata a Monza nel 1959. Fin da piccola disegna e dipinge. Consegue la maturità artistica e frequenta un Corso Universitario di Storia dell’Arte. Per anni pratica l’hobby della pittura ad acquerello. Dal 2011 ha scelto di percorrere anche il sentiero della scrittura di racconti e testi teatrali tendenzialmente “tragicomironici”. Pubblicazioni nel 2011, 2012 e 2017.

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